Emergence, la recensione: una serie sci-fi che si addentra nell'animo umano

La recensione di Emergence, la serie a sfumature sci-fi con protagonista Allison Tolman, in arrivo su Fox dal 6 gennaio.

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Emergence: una foto della protagonista Allison Tolman

Un'atmosfera un po' in stile sci-fi anni '80 con degli elementi legati all'avanzamento della tecnologia moderna contraddistingue la nuova serie in arrivo su Fox dal 6 gennaio, di cui cercheremo di rivelare solo gli spoiler necessari in questa recensione di Emergence, per evitare di rovinare la sorpresa agli spettatori durante la visione.

Lo show creato da Michele Fazekas e Tara Butters si sviluppa infatti sulla base di un mistero inspiegabile che si svolge in una città di provincia e che coinvolge una poliziotta e la sua famiglia mentre il racconto si sviluppa rapidamente episodio dopo episodio.
Per apprezzare nel migliore dei modi il progetto prodotto per il network ABC bisogna però lasciare da parte un po' la razionalità e non pensare troppo ai passaggi a vuoto della trama creata per le dieci puntate che compongono la prima stagione.

Una bambina misteriosa

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Emergence: una foto tratta dal pilot

Jo Evans (Allison Tolman) è il capo della polizia di Peconic Bay, nell'area di Long Island, da poco divorziata, che si occupa della figlia teenager Mia (Ashley Aufderheide) e vive con il padre Ed (Clancy Brown), un ex vigile del fuoco che deve fare i conti con la malattia. La donna corre sul luogo di un incidente aereo dalle cause misteriose dove trova una bambina priva di memoria (Alexa Swinton), a cui viene assegnato il nome di Piper. Dopo averla portata in ospedale, Jo decide di accoglierla nella propria casa per tenerla al sicuro mentre cerca di scoprire il suo passato e individuare i suoi genitori. La situazione si rivela però più complicata di quanto previsto e in scena entrano anche Benny Gallagher (Owain Yeoman), un giornalista che sta indagando sulle Augur Industries che ha alla guida Richard Kindred (Terry O'Quinn), un miliardario che nasconde più di un segreto, e la scienziata Emily Cox (Maria Dizzia), che potrebbe sapere più di quanto sostiene.
Nella vita della protagonista ci sono poi Chris (Robert Bailey Jr.), un giovane collega di Jo che l'aiuta e sostiene in più occasioni, e Alex Evans (Donald Faison), il padre di Mia.

L'attenzione per l'elemento 'umano'

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Emergence. una foto dei protagonisti

Emergence usa l'espediente di un mistero a tinte sci-fi per affrontare la tematica dell'identità e dell'importanza della famiglia e al tempo stesso mantenere alta l'attenzione degli spettatori grazie a un intreccio ricco di sorprese e svolte narrative, a volte purtroppo al limite dell'assurdo. A prescindere dalla natura della giovanissima protagonista e dalle sue capacità, la serie mostra infatti omicidi che avvengono in luoghi sorvegliati senza che venga lasciata alcuna traccia, medici che coprono dei comportamenti illegali, una teenager che accoglie in modo idilliaco una nuova presenza nella propria vita senza mettere nulla in discussione, personaggi creduti morti che ritornano in scena e progetti scientifici talmente innovativi da risultare al limite dell'incomprensibile. Il susseguirsi rapido di eventi riesce però in più momenti a mettere in secondo piano le perplessità e riesce così a intrattenere con un racconto che pone al centro l'empatia nei confronti del prossimo e la capacità di creare una famiglia.
La serie può inoltre sfruttare la bravura di Allison Tolman: l'attrice, già apprezzata in progetti come Fargo e Good Girls, regala un'interpretazione ben calibrata tra la determinazione necessaria a fare carriera sul lavoro e mantenere il controllo nella vita privata. La protagonista è immediatamente una figura materna e una leader che rende facile apprezzare Jo, una figura ricca di sfumature a cui sembra impossibile non voler bene. Nonostante non sempre la sceneggiatura brilli per quanto riguarda i dialoghi, Emergence può contare anche sull'esperienza di Clancy Brown che meriterebbe però uno spazio maggiore nel corso delle dieci puntate della prima stagione e di Donald Faison che dà il meglio di sé nelle interazioni con le giovani interpreti di Mia e Piper.

Una giovane protagonista convincente

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Emergence: una foto di Alexa Swinton

Durante la visione appare davvero convincente l'interpretazione di Alexa Swinton che riesce a gestire con bravura la vera natura di Piper e le sue reazioni alla scoperta dei vari tasselli del puzzle che compongono il suo passato, mantenendo la giusta dose di freddezza ed entusiasmo innocente. La giovane attrice è totalmente a proprio agio con gli altri membri del cast oltre a trasmettere lo spaesamento e la paura in modo realistico, permettendo così alla serie di approfondire in modo intelligente la tematica della necessità di scoprire la propria identità e affrontare il proprio passato per poter vivere in modo più consapevole. La necessità e il desiderio di essere amata della bambina non sovrastano mai gli altri lati della personalità di Piper, presenza che obbliga necessariamente gli spettatori a riflettere sulle implicazioni di alcune scoperte ed evoluzioni della tecnologia.
La famiglia allargata che si viene a creare fin dalla prima puntata è ben delineata e la tensione che circonda il tentativo di prendere il controllo sulla ragazzina è allentata di tanto in tanto dalla visione priva di filtri della situazione di Mia, del calore che si forma all'interno della famiglia, e da presenze come quella di Chris che, con le sue reazioni anche alle scoperte più incredibili, regala un'utile ventata di leggerezza.

Per quanto riguarda il resto del cast, Terry O'Quinn non ha alcuna difficoltà nel calarsi nella parte del miliardario apparentemente senza scrupoli, Maria Dizzia fa i conti con un personaggio molto promettente che viene penalizzato da una rivelazione importante, Owain Yeoman si limita a compiere il proprio lavoro senza particolare trasporto, Seth Barris tratteggia piuttosto bene uno scienziato tormentato pur avendo poco materiale a disposizione e un'inaspettata entrata in scena nella seconda metà della stagione infonde a Emergence una vena cinica e spietata che alimenta il crescendo, emotivo e narrativo, che conduce al season finale.

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Conclusioni

La prima stagione della serie, come abbiamo accennato in questa recensione di Emergence priva di spoiler degli episodi, propone un mix di situazioni ed eventi già visti sul grande e piccolo schermo, tuttavia trova la propria dimensione valorizzando in modo sapiente il lato più emotivo della storia. Il racconto, infatti, è obiettivamente ricco di attimi surreali e rivelazioni al limite del ridicolo, ma rimane godibile e intrigante approfondendo bene i personaggi principali e le loro motivazioni.
La bravura del cast, guidato dall'esperienza degli adulti e impreziosito dalla freschezza dei membri più giovani, sostiene inoltre lo show anche nei momenti pià estremi e meno credibili, lasciando costantemente la curiosità di scoprire cosa accadrà nella vita di Jo e Piper, considerando il fatto che sembra essere davvero una lotta senza tregua per mantenere la propria libertà e il diritto di scegliere in che direzione far evolvere la propria vita.
Emergence sfrutta poi con intelligenza alcune tematiche attuali e senza tempo, tra la voglia di creare dei legami e l'obbligo, nei propri confronti, di capire se stessi e il mondo che ci circonda senza filtri e con onestà.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.5/5

Perché ci piace

  • L'unione di elementi sci-fi e dramma in famiglia funziona.
  • Il cast dimostra la propria bravura nel corso della stagione.
  • Le tematiche sono affrontate e sviluppate con attenzione.
  • I dieci episodi sono un susseguirsi senza tregua di eventie e sorprese.

Cosa non va

  • Più di una scena è al limite del surreale.
  • Le situazioni complicate si risolvono fin troppo in fretta.
  • I personaggi secondari sono poco sviluppati.
  • L'elemento tecnologico del racconto non sempre è gestito bene.