È arrivato al cinema Elio, il nuovo film Disney Pixar che per i suoi contenuti e tematiche non poteva non approdare nelle sale in un momento migliore. La storia, infatti, racconta di un ragazzino, Elio appunto, che dopo aver perso i genitori va a vivere con sua zia, un'ufficiale dell'esercito addetta al monitoraggio dello spazio. Il piccolo però si sente solo e non voluto, e cerca così di fuggire da questa situazione e da questo pianeta... facendosi rapire dagli alieni.
L'importanza di comunicare, i rapporti familiari e una potente riflessione sulla genitorialità, coronano quindi un lungometraggio riuscito che parla a tutti e che allo stesso tempo, pur divertendo, è in grado di scaturire diverse riflessioni.

Una pellicola trasversale, quindi, che arriva a tutti e può piacere a tutti in un momento nel quale abbiamo estremamente bisogno di storie che trattino di diversità e superamento dei conflitti.
Parlando con le registe Domee Shi e Madeline Sharafian, e la produttrice Mary Alice Drumm abbiamo ceracto di capire non solo i loro gusti in fatto di cinema ma anche se un universo come quello di Elio, colorato e unito, avesse qualche chance di esistere anche nella realtà.
La nostra intervista alle registe Domee Shi, Madeline Sharafian e alla produttrice Mary Alice Drumm

Abbiamo quindi chiesto a registe e produttrice di immaginare un ipotetico incontro ravvicinato durante il quale consigliare agli alieni un film che rappresentasse il genere umano e da questa domanda sono usciti tre titoli estremamente interessanti e diversi. Domee Shi punta su un lungometraggio che, in un certo senso, è stato profetico e che racchiude in sé diversi aspetti del nostro mondo: "The Truman Show mi sembra che parli di diversi temi: cosa significhi vivere, essere vivi, e del fatto che non puoi fare a meno di innamorarti di questo pover'uomo che è intrappolato in questo mondo, che vorrebbe essere libero, ma non sa come. È molto stimolante perché, anche se è un'idea assurda quella di un uomo intrappolato in uno show televisivo, ti ci identifichi davvero. A volte ci sentiamo tutti intrappolati nel nostro mondo, e alla fine, quando si riesce a fuggire ci si sente così bene. Mi sembra un film interessante da mostrare agli alieni, tipo: questo è quello che fanno gli umani, si intrappolano e poi cercano di liberarsi."

Madeline Sharafian sceglie invece un titolo che ha fatto la storia dell'animazione: "Condividerei con loro Principessa Mononoke. Penso che li metterebbe subito al corrente del conflitto che pervade la natura umana. Sarebbe illuminante, tipo, questo è il conflitto in cui siamo sempre immersi sulla Terra: litighiamo tra di noi, ma troviamo il modo di unirci nonostante le nostre differenze. Inoltre, è bellissimo. Vorrei mostrargli un po' di animazione."

La produttrice Mary Alice Drumm, sfodera invece un titolo estremamente correlato con Elio, un film che parla dell'incontro tra specie diverse con struggente poesia: "Questa domanda mi terrà sveglia la notte, per una settimane, ci penserò in continuazione. Il primo a cui ho pensato è Arrival, perché adoro quel film e mostra probabilmente quella che inizialmente è una reazione terrorizzata da parte della Terra, molto sulla difensiva, concentrata in ciò che questi alieni stanno cercando di fare. Tratta temi simili a quelli di Elio: il cercare di capire, giusto? E adoro il personaggio di Amy Adams, una linguista che cerca di comprendere gli alieni, ed è bellissimo. È un bel film."
Elio: la possibilità di un universo condiviso

In Elio elemento importante è il Comuniverso, un concetto che esso stesso comunica un senso di unità e speranza. Abbiamo quindi chiesto se pensano sia possibile anche nella realtà. La regista sottolinea come abbiano inserito elementi presi dalla storia delle esplorazioni spaziali: "Lo spero. Voglio dire, nel film c'è Voyager, questo incredibile piccolo satellite traballante che abbiamo mandato nello spazio negli anni '70, un obiettivo per cui l'umanità intera si è unita. Abbiamo creato questo disco d'oro con tutte queste voci, tutte queste immagini, tutti questi suoni e questa musica. Penso sia un piccolo esempio di ciò che potremmo fare tutti insieme. Anche la Stazione Spaziale Internazionale è un simbolo di cooperazione internazionale. E ciò che amo del nostro film, dei film Pixar, è che possiamo essere un messaggio di speranza, di aspirazione, di ciò che potremmo essere se solo ci mettessimo tutti insieme."
Mary Alice Drumm sul comuniverso è positiva: "In realtà abbiamo molto più in comune di quanto non ci siano differenze, e spero che questo film possa ricordarlo alla gente. Ma sì, penso che il comuniverso sia possibile."