Seconda presentazione ufficiale in Italia, stavolta a Roma, per Terkel, il discusso cartoon in 3D passato allo scorso Future Film Festival di Bologna e distribuito da Moviemax. Lontano anni luci dall'edulcorato mondo Disney, il cartoon campione d'incassi in Danimarca è a rischio di censura a causa dell'alto tasso di violenza e per il numeroso ricorso ad un humor molto caricato e ricco di parolacce, sullo stile politicamente scorretto di South Park. La presentazione romana del film è stata affidata ad un quartetto di doppiatori molto noti: Elio, Faso, Tanica e Cesareo, ovvero il gruppo Elio e le storie tese. Assenti invece Claudio Bisio e Lella Costa, anche loro parte integrante dell'interessante doppiaggio italiano.
"Non lo si può certo definire un cartoon per bambini" , allerta Elio, "ma lo considero comunque un film educativo, perché affronta temi importanti e preoccupanti che riguardano tutti i ragazzini nella prima fase della loro vita". Il film infatti racconta le difficoltà adolescenziali, il rischio dell'emarginazione e il bullismo sistematico nei delicati anni della crescita e per farlo non risparmia nulla allo spettatore, anzi infarcisce il tutto in un'interessante cornice horror-musical. Protagonista è Terkel, un undicenne che frequenta la terza media ed è continuamente tormentato da due teppisti: Sten e Saki. Vittima esasperata dei due bulli è anche Doris, grassottella e segretamente innamorata di Terkel. La sua vita è proprio u inferno, tanto che lei stessa affronterà il problema nel modo più drastico. Intorno a loro si muovono una serie di irresistibili personaggi, alquanto grotteschi.
"Quando l'abbiamo visto la prima volta anche noi siamo rimasti spiazzati, prosegue Elio, "ma tutto quello a cui si assiste nel film è' estremamente vero".
"I bambini sanno essere veramente crudeli ed è molto realistico il modo in cui nel film si pongono nei confronti dei coetanei e il modo in cui gli adulti si rapportano a loro", aggiunge Faso.
Riguardo al tema dell'educazione, Rocco Tanica sostiene: "Gli adulti del film riflettono molto le famiglie del nord Europa e delle zone scandinave dove i genitori sono molto meno apprensivi di quelli di casa nostra". "Ma più che porsi contro le famiglie assenti", riprende Faso, "il film pone l'attenzione sul forte distacco generazionale e la mancanza di dialogo che esiste tra genitori e figli". "L'utilizzo di un registro estremo, quasi eccessivo produce un doppio effetto: da una parte comico, dall'altra drammatico, come quando il professore, attraverso una canzone, parla ai suoi alunni di pedofilia", fa notare ancora Elio. D'altronde la componente musicale è decisamente centrale in Terkel e prende quota anche grazie al talento della nostra demential-rock band.