È faticosamente arrivata la primavera, gli alberelli e le nostre allergie stanno allegramente rifiorendo, e il nostro umore addolcito esige serie tv adatte. Romantiche, ma non troppo, per ricordarci che fino a poco tempo fa le nostre macchine erano ricoperte di melma innevata.
Da rispolverare o vedere per la prima volta, Easy e Love s'incastrano perfettamente con la necessità di riflettere sull'amore, tra sospiri sognanti e sorrisetti sardonici. Entrambe create per Netflix, le due serie sono scritte con molta sensibilità e non pretendono d'insegnarci niente, ma, come spesso avviene quando un prodotto è intelligente, finiscono col farlo. Quantomeno, ci fanno interrogare sulle dinamiche di coppia, e probabilmente sulle nostre storie, passate e attuali, elargendo preziosi avvertimenti.
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1. Prova a non autosabotarti
Chi è andato in terapia o ha letto su internet qualunque articolo parapsicologico sull'amore lo sa: il nemico più subdolo e deleterio per una relazione (e non solo) è l'autosabotaggio. Sentire a un livello più o meno cosciente di non meritarsi le gioie della quotidianità, e impegnarsi non affinché quelle gioie si realizzino, ma affinché non si realizzino mai. Lo sa bene Mickey (Gillian Jacobs), che in Love non si presenta certo agli spettatori come un personaggio simpatico. Sguaiata seppure bellissima, dipendente da alcol, droga e sesso, Mickey compie un'evoluzione nell'arco delle tre stagioni che mostra chiaramente come si possa cambiare senza per questo snaturarsi.
Fedele alla sua etica che via via assegna alla lealtà il primo posto, questa protagonista così atipica ‒ che ci ispira antipatia e, piano piano, tenerezza e senso di protezione ‒ capisce quasi subito la chiave per superare i propri limiti: chiedere aiuto. Frequentare gruppi di sostegno, ammettere col partner le proprie debolezze, cercare di vincere la propria insofferenza nei confronti del genere umano per coltivare qualche amicizia stramba in cui rispecchiarsi. Mickey ha perennemente paura di sabotare la sua relazione ma in realtà, proprio grazie agli spigoli di Gus (Paul Rust) da dover incastrare coi suoi, cresce moltissimo e impreziosisce la loro storia, in un circolo virtuoso su cui non avremmo puntato grosse cifre né noi né tantomeno loro.
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2. Esci dalla tua comfort zone
Ognuno cela le sue stranezze, così come ognuno ha una sua zona di comfort: un'alcova calda e profumata che coincide con la routine da cui fatica a staccarsi. Non che la routine sia necessariamente sinonimo di "male"; quando però diventa, da rifugio, gabbia, la comfort zone non è più confortevole, e bisogna raggranellare moltissima forza di volontà per trovarsi in una situazione diversa. Nel caso di un rapporto sentimentale spesso basta, molto più cinicamente, incontrare qualcun altro. È il caso di Bertie (Claudia O'Doherty); se ci si divertisse nel riscontrare assonanze tra le serie tv, in Love rappresenterebbe il corrispettivo di Phoebe in Friends: il personaggio più surreale e stralunato, che segue una logica tutta sua e a volte sembra provenire da un'altra dimensione.
Sarà questa originalità di Bertie che fa innamorare Randy (Mike Mitchell), obeso e accidioso, purtroppo per lui molto lontano dal fascino di Mike, che invece da Phoebe viene subito ricambiato. Bertie intrattiene controvoglia una relazione con Randy; gli presta dei soldi perché lui è troppo indolente per cercarsi un lavoro, e accetta il suo amore per solitudine. Non c'è quindi da stupirsi se la comparsa di un'alternativa più aitante e vivace sia la schicchera che occorreva a Bertie per uscire dalla sua comfort zone e volersi più bene.
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3. Coppia aperta? Dipende.
Sulla validità della coppia aperta, in una società che di norma in un rapporto a due non ammette spiragli, ci si interroga da sempre; e studi, documentari, sondaggi non forniscono né ovviamente forniranno mai una risposta univoca. Così il prudente e inflazionato "dipende" varrà sempre su temi che devono inevitabilmente considerare il ventaglio delle sfumature umane, e lo dimostra anche Easy, che scava con profonda dolcezza nella psicologia dei suoi personaggi. Nella sesta puntata della prima stagione, già il titolo Utopia descrive l'umore con cui Lucy e Tom (l'avvenente coppia sposata interpretata da Malin Akerman e Orlando Bloom, per capirci) affrontano l'ipotesi di un ménage à trois: spensieratezza, come una spruzzata di pepe su un matrimonio dove regnano complicità e desiderio. E a fine giornata, quando quel ménage à trois si è concretizzato, loro si abbracciano nel letto matrimoniale ancora più innamorati, mentre il personaggio che suscita davvero curiosità è Annie (Kate Micucci), bruttina e aggraziata, timida ma intraprendente. Scorre su Tinder i volti delle sue prossime avventure eventuali, con un sorriso criptico; ma quando, nella seconda stagione, Annie farà la baby-sitter a tempo pieno pur di respirare aria di maternità, ripenseremo a quel sorriso, e a posteriori vi scorgeremo della malinconia.
Il matrimonio aperto viene indagato anche attraverso altri protagonisti: in Matrimonio aperto, per l'appunto, almeno nel titolo non intravediamo giudizi di valore, come invece in Utopia. Le emozioni dei personaggi andranno ricercate nelle loro espressioni sfuggenti, nei loro tentennamenti e nei loro silenzi. Andi e Kyle (Elizabeth Reaser e Michael Chernus) sono una coppia sposata tenuta insieme da un amore e da un rispetto profondi, ma la tensione sessuale e la malizia si sono scolorite al punto da farli ricorrere a un terapeuta di coppia, su presumibile iniziativa di lei. Ed è Andi, infatti, ad ammettere improvvisamente di essere pronta a un matrimonio aperto, e Kyle che, spiazzato e perplesso, deve invece accettare un cambiamento che non avrebbe mai avviato. Così Andi finisce a letto con uno sconosciuto e, nella penombra della stanza, manifesta un senso di estraneità per quella situazione che pensava di desiderare tanto. Mentre Kyle si ritrova abbracciato a una timida collega, in un incontro un po' goffo, ma senza dubbio più intimo e meno meccanico. Come Lucy e Tom, anche Andi e Kyle si ritroveranno quella notte più uniti di prima nel loro letto matrimoniale. Ma dopo aver vissuto un'esperienza più dolorosa che spensierata, individuale anziché di coppia.
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4. Valorizza il tuo partner ma rispetta te stesso
Ancora in Easy, un incontro intrigante è quello tra Chase (Kiersey Clemons) e Jo (Jacqueline Toboni), l'una insicura e un po' frivola, l'altra femminista e impegnata. All'inizio della loro frequentazione, Chase si improvvisa vegana e finge di spostarsi sempre in bicicletta: per impressionare Jo, ma anche per adeguarsi a un modello di donna che vorrebbe tanto rappresentare, ma che non è. Com'era prevedibile, la versione falsificata di sé stessa si sgretola presto, alla prima nevicata e alla prima indigestione di pizza con il salamino. E Jo, più matura, si intenerisce e le chiede di non mentirle mai per compiacerla. Più avanti, nella seconda stagione, sarà Jo a dover giustificare un certo scollamento tra i propri ideali e ciò che lei è effettivamente: quando Chase deve spogliarsi per uno spettacolo di burlesque, Jo si professa d'accordo, ma deve fare i conti con la propria gelosia.
In Love l'improbabile assortimento tra Mickey e Gus funziona più di quanto avremmo mai previsto proprio perché nessuno dei due si trasforma completamente; Mickey impara un po' di diplomazia, Gus acquisisce un po' di grinta, ed entrambi riconoscono di essere migliorati grazie all'altro. "Mi hai spinto più vicino al limite". "E tu mi hai impedito di superarlo". "Mi hai insegnato a fare il culo a tutti". "E tu mi hai insegnato a leccarglielo". Non sempre i loro scambi eccellono per romanticismo, ma entrambi stando insieme sono cresciuti, e se lo vogliono dire.
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5. Parla chiaro
In una relazione solida l'elemento che sembra non poter proprio mancare è la sincerità: le incomprensioni sono normali, le gelosie anche, e lo può essere perfino il bisogno di rendere aperto il proprio matrimonio. L'importante è parlarsi chiaro. E in Love Mickey lo capisce (quasi) fin dall'inizio, da quello sproloquio davanti al Food Mart di notte, con cui chiede scusa a Gus e si presenta per la prima volta per quella che è davvero: "dipendente dalla droga, e anche dall'alcol, e dal sesso e dall'amore". Per tutta risposta, Gus non scappa a gambe levate, ma la bacia, con le buste della spesa poggiate per terra e l'insofferenza sul volto tramutatasi in tenerezza.
E in Easy un passaggio di livello nella relazione tra Chase e Jo è segnato proprio da quel dialogo in bagno dopo l'indigestione, romantico nella sostanza più che nello scenario, in cui Chase ammette di non essere vegana né molte altre cose, nonostante vorrebbe tanto. E Jo risponde con le parole di cui qualsiasi insicuro incline all'emulazione avrebbe bisogno: "Possiamo ricominciare da capo? Tu resti te stessa, io resto me stessa, io faccio le mie cose, tu non hai niente a che vedere con questo". E quando sarà Jo a trovarsi nella situazione di ammettere ciò che è veramente, possessiva e meno aperta di mente di quanto Chase aveva creduto, dovrà a sua volta chiedere scusa.
Visto che tutti a un certo punto sono costretti a venire a patti con la propria natura, tanto vale manifestarla anche all'altro. E se quello ci ama per come siamo, qualsiasi aspetto vogliamo migliorare di noi stessi, possiamo sempre partire da lì: dalla consapevolezza che anche così, con le nostre insicurezze e le nostre ansie, siamo assolutamente degni d'amore.