Eleonora Duse. Per tutti La Divina. La più grande attrice mai esistita. Eleonora Duse che il mestiere stesso dell'attore lo ha rivoluzionato ed elevato. Una figura mitica capace di non esaurire la sua forza ispiratrice neanche a cento anni dalla scomparsa. È a lei che Sonia Bergamasco dedica Duse, the Greatest, un film documentario presentato nella sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma che arriverà prossimamente al cinema distribuito da Istituto Luce.
L'enigma Eleonora Duse
Ha i contorni della detective story Duse, the Greatest, con Sonia Bergamasco che si mette sulle sue tracce per cercare di risolverne l'enigma. Lo fa attraverso un viaggio che dai banchi del mercato di Asolo, cittadina natale dell'attrice e sede del teatro a lei dedicato, si snoda attraverso le interviste a studiose come Annamaria Andreoli - "Le donne cambiavano vita dopo averla vista in scena" - e Mirella Schino - "Aveva capito il cinema e ne aveva paura" - passando per Fabrizio Gifuni, Ellen Burstyn, Helen Mirren o Valeria Bruni Tedeschi.
Ma non mancano testimonianze dirette dai materiali d'archivio, dall'intervista a Luchino Visconti che ricorda come, da ragazzo, ebbe l'opportunità di vedere Eleonora Duse dal vivo provando un'impressione di sgomento a quella a Lee Strasberg, futuro fondatore dell'Actors Studio, che grazie alla sua performance intuisce degli elementi che avrebbe poi modellato nel suo metodo. Ne scaturisce un mosaico in cui ognuno di loro aggiunge un personale tassello che va a comporre un ritratto di ipotesi sull'attrice e il suo corpo. Il mezzo attraverso cui esprimersi e ridisegnare l'immagine della donna che veniva dagli uomini.
Il mestiere dell'attore
Di Eleonora Duse, oltre a qualche foto, ci resta un film muto datato 1916, Cenere, e le riprese del suo funerale a New York dove si trovava in tournée. Sonia Bergamasco si interroga e prova a rispondere alla domanda su come sia possibile che una donna di cui abbiamo a disposizione solo pochi frammenti in movimento e una manciata di foto riesca ancora oggi ad avere un'influenza così massiccia. Specie considerando che la stessa Eleonora Duse non voleva lasciare traccia di sé e rifiutava gli atteggiamenti da diva.
E guardando alcune brevi scene di Cenere contenute in Duse, the Greatest è impressionante notare come la più grande attrice di tutti i tempi cercasse di nascondere il suo volto. La macchina da presa era un oggetto estraneo da cui restare a debita distanza. Il suo habitat naturale era il palco dove, con estrema naturalezza e piglio rivoluzionario, portare in scena i suoi personaggi e ammaliare e sconvolgere chiunque le posasse gli occhi addosso. Con ammirazione e gratitudine Sonia Bergamasco realizza il suo personale tributo a Eleonora Duse e, in definitiva, al mestiere stesso dell'attore.
Conclusioni
Come raccontare la più grande attrice mai esistita? E come farla parlare con il presente? Ci pensa Sonia Bergamasco in Duse, the Greatest, film documentario in cui indaga la figura de “La Divina” attraverso una riflessione sul corpo dell'attore. Per farlo intreccia materiale d'archivio – comprese le uniche immagini in movimento di Duse immortalate in Cenere, film muto del 1916 – con interviste a interpreti come Fabrizio Gifuni, Ellen Burstyn e Helen Mirren. Il risultato è un ritratto basato sulla visione personale di ognuno di loro con cui cercare di capire come e perché Eleonora Duse continui ad essere così influente anche a cent'anni dalla morte.
Perché ci piace
- L'attitudine da detective story del film.
- La riflessione sul corpo dell'attore.
- L'uso del materiale d'archivio intrecciato alle interviste.
Cosa non va
- Non ci sono elementi negativi tali da essere evidenziati.