In Il ponte delle spie (2015), per cui ha vinto il premio Oscar come migliore attore non protagonista, e Il GGG - Il Grande Gigante Gentile (2016) di Steven Spielberg era evidente: Mark Rylance ha uno degli sguardi più dolci e belli del cinema contemporaneo. In Dunkirk, nuovo film di Christopher Nolan, che racconta l'evacuazione di Dunkerque, episodio della Seconda Guerra Mondiale avvenuto tra il 27 maggio e il 4 giugno 1940, in cui centinaia di imbarcazioni civili accorsero al fronte per recuperare i propri soldati, rimasti stretti tra terra e acqua accerchiati dall'esercito tedesco, lo sguardo dell'attore inglese è fondamentale: i suoi occhi rendono indimenticabile uno dei momenti più alti del film, in cui le parole sono ridotte al minimo.
In Dunkirk, nelle sale italiane dal 31 agosto, Rylance interpreta Mr. Dawson, cittadino che con la sua imbarcazione, la Moonstone, si precipita a Dunkerque insieme al figlio Peter (Tom Glynn-Carney), e a un ragazzo di nome George (Barry Keoghan), per aiutare i soldati rimasti bloccati sulla costa francese. Abbiamo incontrato l'attore e Barry Keoghan a Londra, all'anteprima europea del film, dove ci ha raccontato la sua esperienza sul set di Nolan.
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Parlare con gli occhi
Mio nonno ha combattuto la Seconda Guerra Mondiale in Russia e diceva che quando si trovava lì non capiva la lingua delle persone ma comunicavano con sguardi e sorrisi. Questo film è fatto soprattutto di sguardi, e, a proposito, lei ha uno degli sguardi più dolci e belli del cinema. In questo film ci sono diversi sguardi importanti: uno è suo. Secondo lei abbiamo bisogno di uno sguardo gentile anche in una situazione davvero disperata?
Mark Rylance: Non ricordo di aver pensato alla gentilezza: non ho visto il film, ma ricordo di aver pensato che mio figlio si era comportato davvero bene quando non ha punito il soldato che ferisce accidentalmente il personaggio di Barry. Non voglio rivelare troppo, ma ricordo di aver cercato di immaginare che cosa avrebbe provato un padre nel vedere una figlia o un figlio fare qualcosa di onorevole: deve essere una delle sensazioni più belle da provare, scoprire che hai cresciuto i tuoi figli come brave persone, che fanno del bene. È l'opposto di vederli diventare crudeli e scorretti. Probabilmente era uno sguardo di felicità.
Barry Keoghan: È stato un gran momento: l'ho visto, è stata una scena importante. Un momento di orgoglio.
M.R.: C'è molto di non detto in questo film, fatto che spero possa renderlo godibile da culture diverse. Gran parte del film riguarda l'atto del pensare in situazioni pericolose.
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"Il fascismo è un'idea che va ancora sconfitta"
"Nessun uomo è un'isola", ma quando trovate il personaggio di Cillian Murphy in mare sembra davvero un'isola ed è interessante perché il suo personaggio e quello di Tom Hardy sono quelli più in difficoltà perché sono soli. In questo film le persone che affrontano i momenti più difficili insieme alla fine sopravvivono e diventano migliori. Pensate sia vero? Anche se siamo in un momento davvero disperato dobbiamo restare uniti? È questa la nostra salvezza?
M.R.: Sì. Questa oscurità ha a che fare con il fascismo, con l'idea che alcune persone siano migliori di altre e possano decidere cosa dovrebbero fare gli altri, scegliere di ucciderne alcuni o renderli schiavi, come gli Inglesi hanno fatto con gli Africani. Credono di avere il diritto di farlo. In questo film la guerra riguarda un gruppo di persone, civili compresi, che non sono nemmeno armati, che decidono di combattere il fascismo. Purtroppo questa battaglia va avanti ancora adesso: il fascismo è un'idea che va ancora sconfitta. Donne e uomini da soli possono fare grandi cose, ma gruppi di loro possono fare qualcosa di ancora più grandioso.
B.K.: Quello che ha detto lui!.
M.K.: Per esempio Barry è irlandese: gli Irlandesi si sono difesi dagli Inglesi per migliaia di anni perché abbiamo cercato di reprimerli e far fare loro quello che volevamo. Non si tratta semplicemente di Inglesi contro Tedeschi, o Inglesi contro Italiani.
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Il significato di "casa"
Il sentimento di "casa" è un tema importante del film: vorrei sapere brevemente che cosa significa "casa" per voi.
B.K.: Per me Guinness e patate. Mi mancano.
M.R.: Casa per me è dove c'è mia moglie. E anche la terra: mi affeziono molto al paesaggio di un posto, al suo odore, al clima, all'accento delle persone. Mi sento molto connesso alla terra di alcuni luoghi.