Come vedremo in questa recensione di Dragged Across Concrete - Poliziotti al limite, sarebbe stato veramente un peccato se questo thriller poliziesco dalle venature noir fosse finito nel dimenticatoio, cone stava rischiando di fare. Presentato a Venezia 2018 fuori concorso, il film dell'eclettico S. Craig Zahler (è anche romanziere e musicista) era finito poi fuori dai radar, per ricomparire questa primavera su Sky e poi in streaming. Per fortuna ora è arrivato in soccorso anche l'homevideo (uscita CG Entertainment/Adler) per recuperarlo e apprezzarlo.
Il fatale passaggio dall'altra parte della legge
In Dragged Across Concrete - Poliziotti al limite, i due poliziotti Brett Ridgeman e Anthony Lurasetti (interpretati da Mel Gibson e Vince Vaughn) vengono sospesi dal servizio per essere andati decisamente oltre le righe durante l'arresto di uno spacciatore. Un cellulare li ha ripresi e inchiodati. I due sono arrabbiati e stanchi per una carriera senza sbocchi a basso stipendio. In più Ridgeman, il più esperto e avanti con gli anni, ha bisogno di soldi per la difficile situazione familiare, con una moglie ex poliziotta con gravi problemi di salute e una figlia che viene bullizzata in un quartiere difficile. Convince così il collega a passare per una volta dall'altra parte della legge, ma finiscono per essere coinvolti un episodio criminale che si rivela molto più pericoloso e brutale del previsto.
Due poliziotti fuori tempo in un mondo veloce e amorale
La prima cosa da sottolineare è che nonostante i 160 minuti di durata, non si guarda mai l'orologio, nonostante ritmi bassi e azione a lungo latitante. E per un film è un buon segno. Merito certamente delle atmosfere create da un noir cupo, sporco e politicamente scorretto, ambientato in un mondo cinico e amorale specchio dei nostri tempi, decisamente pessimista sui rapporti umani e sulla brutalità della vita. Un mondo nel quale i due poliziotti vecchio stampo (va detto che Mel Gibson e Vince Vaughn in coppia funzionano in modo egregio) risultano palesemente fuori tempo per vari motivi. Innanzitutto i loro modi spicci e brutali, talvolta pararazzisti, mal si conciliano con il mondo moderno digitale che tra cellulari e social tutto vede, tutto scruta e tutto giudica (i recenti esempi sono numerosi e tragici).
Ma anche i loro modi di fare, nonché i tentativi di rifarsi, hanno un malinconico sapore d'antico, come quegli appostamenti interminabili e anacronistici, la pazienza delle lunghe attese in un mondo che gira ad alta velocità. Anime in cerca di un ultimo impossibile riscatto. E il volto scavato con baffi di Mel Gibson, con la sua etica che funziona a corrente alternata a seconda delle necessità personali, è perfetto in questa parte e trascina a una buona prova anche Vince Vaughn.
Le snervanti attese e la poetica del poliziotto al crepuscolo
Come accennato, Dragged Across Concrete - Poliziotti al limite è un film di lunghe attese, dove l'azione tarda ad arrivare. Ma rinunciare al dinamismo e al ritmo frenetico, alla fine è anche la carta vincente dell'opera di Zahler, che asseconda i ritmi blandi dei due poliziotti, con dialoghi intelligenti e spruzzate di amara ironia. I due non riescono ad accelerare nemmeno quando sono decisi a dare una svolta alla loro vita, magari in extremis, come Ridgeman, ormai ridotto a giudicare la riuscita di ogni evento della vita per percentuale di probabilità. Lurasetti è più giovane, anche lui a una svolta perché deciso finalmente a chiedere la mano della compagna.
Eppure c'è qualcosa di poetico, anche se poco edificante, nella figura di poliziotto al crepuscolo, disilluso, travolto dai problemi familiari e stufo di vedere gli altri arricchirsi col crimine. Il loro riscatto si sfibra in una lunga e snervante attesa di qualcosa che deve arrivare e non arriva mai. Zahler non ha fretta, ha tempi rallentati e dilatati, ma è chiaro che questa attesa sembra inevitabilmente portare alla disperazione per una soluzione che non c'è e non può arrivare. Perché la sconfitta è ineluttabile, insita nelle cose, da qualsiasi parte la guardi.
Violenza iperrealistica e la spietata casualità della vita
Confermando la tendenza dei suoi primi film, l'horror western Bone Tomahawk e il prison movie Cell Block 99 - Nessuno può fermarmi, Zahler non risparmia certo le esplosioni di violenza iperrealistica, con sconfinamenti nello splatter. Perché è vero che la parte action si fa attendere ed è molto concentrata, ma quando emerge, il regista non va tanto per il sottile. Perché Zahler non ha nessun timore di mettere in scena la violenza e le sue conseguenze in modo brutale, perfino compiaciuto, tra sezionamenti di cavaderi, sbudellamenti o corpi esplosi. Perchè la vita è così, cinica e brutale, e il caso è spietato, come dimostra il cameo di Jennifer Carpenter. E come dimostra il fatto che i due poliziotti non riescono a essere protagonisti fino in fondo nemmeno nel meccanismo cinematografico. Perché il film inizia con un afroamericano (Tory Kittles) appena scarcerato che vuole aggiustare una situazione familiare diventata drammatica con lui in prigione (fratellino sulla sedia a rotelle e madre costretta a prostituirsi per vivere), e si chiude ancora con lui, a cui spetta anche l'ultimo gesto di umana generosità. Che suona però inevitabilmente beffardo.
Conclusioni
La nostra recensione di Dragged Across Concrete - Poliziotti al limite lo ha chiarito ampiamente: è un bene aver ritrovato il film con Mel Gibson e Vince Vaughn, scomparso dai tempi di Venezia 2018. Perché c’è una coppia che funziona in un poliziesco noir di quelli belli, cupi e pessimisti, dove tra lunghe attese ed esplosioni di brutale violenza, non ci si annoia mai ed emerge la poetica della sconfitta.
Perché ci piace
- La coppia Mel Gibson e Vince Vaughn è una sorpresa e funziona in modo egregio.
- Le lunghe attese non annoiano mai, fra dialoghi intelligenti e amare ironie.
- Le atmosfere di un mondo cinico e della brutalità del caso hanno un certo fascino.
- Gli scoppi di violenza iperrealista sono un colpo allo stomaco.
Cosa non va
- Le conseguenze a volte splatter di questa violenza, possono risultare indigeste.
- I 160 minuti scorrono senza noia, ma per alcuni possono essere in effetti tantini.