In una struttura ospedaliera è prevedibile imbattersi in frequentatori abituali quali medici, infermieri e soprattutto pazienti almeno fino a che ci si ferma a considerare le sole presenze fisiche di individui reali perché la nostra mente illuminata dalla fiducia nella scienza e nella medicina non ci permette di ragionare sul semplice fatto che molto spesso un ospedale è luogo dove maggiormente l'uomo comune può entrare in contatto con la morte che si aggira liberamente tra i corridoi senza che nessuno ne percepisca la presenza.
Ammettendo il goticismo inquietante di quest'immagine va comunque considerato che la protagonista di Simple Explanation , ventesimo episodio di questa quinta stagione di Dr. House: Medical Division, è proprio la morte, assoluta padrona della scena che irrompe in più momenti, anche proditoriamente. Perché se è legittimo aspettarci il decesso di qualche paziente, sarebbe infatti ingenuo ritenere che tutti i casi affidati alle cure di House abbiamo necessariamente un esito favorevole, non siamo invece preparati al colpo di scena che ci viene proposto poco dopo l'inizio della puntata e che ci lascia storditi e sorpresi al pari di Thirteen, Foreman, Taub e dello stesso House.
Il nome mancante, quello di Kutner quindi, dovrebbe far già capire che in qualche modo la vicenda narrata è a lui legata, rendendolo con la sua stessa assenza comprimario sul palco insieme alla morte, padrona di casa.
Dolore fisico e malattia sono ormai consuetudine all'interno di questa serie, ma la prospettiva di dover affrontare un evento luttuoso che sconvolge anche la razionalità soprattutto perché imprevisto va trattata in maniera diversa perché menti abituate sempre a rintracciare un percorso logico di cause/effetti spesso non sono in grado di maneggiare la mancanza di senso ed è proprio la ricerca di questo senso che sfugge fino alla fine ad accompagnare la narrazione passo dopo passo.
La morte convenzionale, quella del malato terminale che raccoglie intorno a se parenti e amici già rassegnati, non sconvolge più di tanto perché appartiene a quelli che retoricamente vengono inquadrati come "fatti della vita", epilogo naturale dell'esistenza a cui tutti dobbiamo prima o poi sottostare. E la scena iniziale di una camera in una casa qualsiasi, dove giace l'uomo destinato a morire entro pochi minuti, ci consegna già in partenza la misura dell'ineluttabilità della fine senza porre alcun interrogativo.
Il momento dell'addio tra Eddie e sua moglie Charlotte è sereno in quanto inevitabile, doloroso come tutti i distacchi senza rimedio, ma non traumatico. Ma il beffardo gioco del caso (del destino o semplicemente della vita?) sconvolge gli equilibri e fa in modo che il malato terminale, proprio un momento prima di consegnarsi alla morte, debba trovare la forza di gridare aiuto per la propria compagna, vittima di una crisi respiratoria.
Ricovero immediato al Princeton, dunque, per la donna e miglioramento improvviso per il marito, ammalato di cancro ai polmoni, che preoccupato per le condizioni di sua moglie sembra entrare in fase di remissione.
Alla prima riunione del team per la diagnosi differenziale appaiono subito evidenti sia l'assenza di Kutner che il tentativo di Taub di offrirgli un alibi, probabilmente per il senso di colpa che prova dopo essersi attribuito il merito della risoluzione del caso dello scorso episodio, Locked In. House non ritiene il caso della donna interessante e dispone di dimetterla visto che la crisi respiratoria si è ormai risolta, Taub però insiste per trattenerla e anche al fine di monitorare le condizioni di Eddie conduce l'uomo nella camera della moglie sistemandolo nel letto accanto per concedere ai due coniugi la possibilità di trascorrere questi ultimi momenti insieme.
Intanto di Kutner non ci sono ancora tracce, House allora invia Thirteen e Foreman a casa sua per indagare, ma ad attendere i due medici c'è qualcosa molto difficile da maneggiare e sopportare: il suicidio del giovane.
Kutner è ai piedi del letto in una pozza di sangue, la pistola con cui si è sparato alla tempia giace accanto al corpo ormai freddo e i tentativi di rianimarlo sono evidentemente inutili.
L'esperienza della morte si è quindi intrufolata senza senso all'interno dell'ufficio di House, tutti sono sconvolti e l'interrogativo principale è capire perché un uomo apparentemente senza alcun problema, allegro e disponibile abbia optato per una scelta finale tanto drammatica ed improvvisa. Nessuno si era reso conto di nulla, del disagio patito, della sofferenza e il motivo, accusa House, è sempre l'egoismo che ha reso incapaci gli amici e i colleghi di rendersi conto delle vere condizioni psicologiche di Kutner.
Non solo, anche recandosi in visita dai genitori adottivi del giovane House tenta di spiegare il gesto arrivando anche ad accusare l'anziana coppia di non aver capito che Kutner era diviso tra la propria identità d'origine e la vita che gli era stata fornita dopo l'adozione. Accuse sicuramente ingiuste perché impossibile determinare di preciso i motivi del suicidio, ma che servono ad House per ricondurre tutto nell'ambito della razionalità.
Il modo di affrontare il lutto, diverso per tutti loro, è anche uno degli aspetti interessanti dell'episodio: Foreman si allontana dal gruppo per maneggiare l'accaduto in solitudine, Thirteen al contrario forse per la prima volta si rende conto di aver bisogno di una spalla dove poter piangere, Taub si getta nel lavoro rinnegando, almeno in apparenza, ogni sentimento per l'amico perduto che ha avuto l'insensatezza, come lui stesso del resto aveva tentato anni prima (episodio numero 12, Painless), di togliersi la vita.
E sempre alla ricerca del senso che sfugge, Taub decide di salvare la vita a Charlotte a tutti i costi, per dimostrare che la volontà di vivere va comunque premiata. Ma la donna, gratificata dalle attenzioni del marito che l'ha sempre trascurata, decide di fingere di star male pur di restare in ospedale. House, anche se devastato dalla tragedia, lo capisce e l'accusa di mentire, ma insorgono nuovi sintomi e quindi deve trattenere ancora la paziente.
Però il team resta comunque disattento alle esigenze degli ammalati, soprattutto House che elabora una contorta teoria in cui suppone che Kutner non si sia suicidato, ma sia stato ucciso, cosa palesemente inverosimile, ma che, nella mente di Greg, serve a placare il senso di impotenza per non aver riconosciuto il male di vivere del collega e amico.
Sentimenti forti, quindi, che cozzano tra di loro e sullo sfondo la vicenda dei due pazienti sembra scivolare via quasi senza importanza, ma la drammaticità della malattia e la voglia di donare una nuova vita al proprio compagno che potrebbe essere salvato da un trapianto di cuore in extremis spingono Charlotte a tentare il suicidio ingerendo una gran quantità di medicinali per poter donare l'organo ad Eddie.
Conseguenza dell'insano gesto è che il fegato della paziente risulta completamente distrutto e nell'impossibilità di arrivare ad una diagnosi in tempi utili per salvarla House suggerisce di invertire nuovamente i destini della coppia ed incarica Cameron di parlare ad Eddie per convincerlo a sottoporsi ad un intervento che gli asporti parte del fegato da donare alla moglie sicuro che la precaria condizione dell'uomo lo condurrà alla morte sul tavolo operatorio consentendo l'espianto di tutto l'organo. Il paziente firma il consenso per dare una possibilità si salvezza alla moglie, ma è proprio Cameron a riconoscere nell'uomo i segni di una patologia curabile che gli altri medici avevano confuso con in tumore.
L'intervento non è più dunque possibile perché con la giusta terapia Eddie è in grado di salvarsi, ma anche dopo essere stato informato della situazione, l'uomo insiste a voler morire per salvare la propria compagna. House chiede al team di eseguire ugualmente l'intervento, ma Taub decide per tutti e conduce Eddie da Charlotte e spiega alla donna la situazione che naturalmente rifiuta il sacrificio che le viene offerto.
Situazione di stallo, occorre una diagnosi rapida per ottenere un nuovo fegato per la paziente e House capisce finalmente cosa sia successo, basandosi ancora una volta sulla convinzione che tutti mentono. Ed infatti la donna aveva mentito al marito che da anni le prometteva di accompagnarla in vacanza a Rio, stufa però di aspettare invano aveva deciso di andarci con un altro uomo. Questa è la drammatica confessione e la malattia contratta sulla sabbia di Rio è ciò che la sta conducendo alla morte perché anche dopo aver ottenuto un fegato per il trapianto le condizioni di Charlotte sono gravi al punto di non consentirle la guarigione. Epilogo drammatico per la coppia dunque che accetta l'inevitabile e capovolgendo di nuovo la situazione iniziale adesso c'è Eddie che deve rassegnarsi alla separazione. Ma è epilogo anche cinico nella riflessione di House che riconosce il senso di colpa di entrambi i coniugi mascherato da amore e spirito di sacrificio.
Ad assistere Charlotte al momento della morte resta solo Taub mentre tutti sono al funerale di Kutner, tutti tranne House che ancora alla ricerca di un senso si rifugia nell'appartamento del giovane per ragionare, riflettere ed esaminare ulteriormente la situazione, a sua volta sotto il peso del commento cinico di Wilson che l'ha accusato di voler solo mettere alla prova la sua capacità di deduzione per risolvere il puzzle della morte dell'amico.
In effetti il dolore di House è dolore razionale, motivato proprio dall'assenza di indizi che potessero far presagire la tragedia e nel riguardare le fotografie di un Kutner sereno con famiglia e amici mentre parallelamente si svolge il funerale e Taub, solo in ospedale, riesce finalmente a piangere, ci fa capire che non sempre tutto è razionalizzabile o maneggiabile.
Eppure l'ultima foto, quella che lascia House prostrato sul letto di Kutner con ancora la macchia di sangue che imbratta il pavimento, mostra un aspetto del giovane medico che in due anni di collaborazione quotidiana non era mai uscito allo scoperto, rivela una tristezza o forse sensibilità sempre tenuta celata al mondo. Ed è quella stessa maschera di leggerezza indossata quotidianamente, menzogna divenuta modo di essere per pudore, timidezza od insicurezza che ha impedito a chiunque di capire.