La sesta stagione di Dr House: Medical Division è ormai arrivata alla sua seconda metà e continua a regalare agli spettatori episodi di buon livello con la maestria di narrazione a cui, da sempre, David Shore ci ha abituato. Stagione che inanella una sequenza di episodi quasi senza sbavature, ma che segna l'abbandono del cast da parte di uno dei volti storici della serie, Jennifer Morrison, che dismette i panni della dottoressa Allison Cameron e ci lascia con la speranza che il personaggio possa tornare in futuro almeno come guest star.
Sul piano narrativo avevamo lasciato House intento ad accettare la relazione di Lisa Cuddy, ormai stabilmente impegnata con Lucas, il detective privato contattato proprio da Greg nel corso della stagione scorsa per indagare sulle vite private dei suoi collaboratori. La volontà di stabilità della donna è sempre stata motivo di contrasto, se relazionata al temperamento di House, ma parte integrante della terapia psicologica a cui il nostro continua a sottoporsi è anche lasciar passare in secondo piano il proprio ego a favore delle esigenze di coloro che lo circondano. Naturale quindi assistere a momenti di maggior apertura al mondo, anche se questi continuano a costituire eccezioni alla regola, perchè in sostanza House resta sempre uguale a se stesso, solo con una maggiore disponibilità verso gli altri. Esemplificativo è a questo proposito l'episodio 12, Moving the Chains, dove Greg fa il possibile per ricucire il rapporto tra Foreman e suo fratello, restando comunque in possesso di cinismo e spirito critico nei confronti delle relazioni interpersonali.
Sono invece in ombra Thirteen e Taub che appaiono sempre un po' scollegati dalla narrazione ed utilizzati esclusivamente per fare test medici e per presenziare durante le fasi della diagnosi differenziale. Solo in Remorse, episodio numero 11 in cui viene trattato il caso di una donna di potere, bella e manipolatrice, è possibile apprezzare le sfumature caratteriali di Thirteen, ma si tratta comunque di poche pennellate che di certo non aggiungono nulla di determinante al dramma della giovane, costretta a convivere con il degenerativo morbo di Huntington. Si spera, quindi, nell'introduzione di nuove linee narrative che potranno sfruttare maggiormente le potenzialità di entrambi i personaggi. Va segnalato anche l'esercizio di stile dell'episodio 13, 5 to 9, in cui si cambia punto di vista e per una volta non si segue il filo tracciato convenzionalmente dal caso clinico, ma si guarda il Princeton attraverso gli occhi di Lisa Cuddy, da sempre immaginata dagli spettatori rinchiusa all'interno del proprio ufficio senza che ci si possa rendere conto dello stress che comporta il dirigere un intero ospedale. Interessante quindi assistere al conflittuale rapporto con House e collaboratori tutti in modo alternativo, quasi a far comprendere che ogni personaggio prende vita solo nel modo esclusivo in cui ci viene presentato, ma che mutando la prospettiva mutano anche sfaccettature caratteriali delle quali si era convinti in precedenza. Episodio, allora, che ci restituisce una Cuddy maggiormente umana, indaffarata e preoccupata delle sorti del lavoro e della propria famiglia, ma che comunque riesce a ritagliarsi uno spazio di serenità attraverso gli affetti più cari. Ma oltre alla precisa caratterizzazione dei personaggi, all'interno di Dr. House: Medical Division non mancano mai nemmeno i temi insteressanti che suscitano spunti di discussione come nel caso dei due bellissimi episodi Ignorance is Bliss e Private Lives.
Protagonista del primo è un brillante e giovane fisico, geniale e dotato di altissimo quoziente intellettivo, ma che deliberatamente decide di rinunciare alle proprie doti in nome della ricerca della felicità perchè convinto che un'eccessiva capacità cognitiva e riflessiva non può che portare con sè un carico devastante di dolore. Lo spettatore può quindi osservare e stabilire se effettivamente una mente poco impegnata possa essere più serena di una eccessivamente sollecitata, traendo le proprie conclusioni e confrontandosi con quanto trasmesso sul piccolo schermo. Private Lives, ultimo episodio andato in onda, si occupa invece dei vari tipi di comunicazione e se sia preferibile entrare in contatto attraverso il semplice impatto fisico o mediante la condivisione di pensieri. Fondamentale è però stabilire cosa sia lecito comunicare al mondo, se ogni dettaglio delle nostre vite, o comunque passare le stesse attraverso un filtro fatto a maglie più o meno grosse secondo il carattere di ciascuno. Ed è la blogger ammalata, convinta di dover raccontare tutto quanto, anche i particolari più intimi al punto di chiedere consiglio ai propri commentatori circa l'intervento chirurgico a cui deve sottoporsi, a fare ancora una volta da specchio allo spettatore che resta sempre libero di decidere se condividere o rigettare l'idea che viene proposta. Ovviamente anche in House, come del resto in ogni serie, ci sono momenti maggiormente riusciti ed altri che sentono il peso di dinamiche ormai logorate dalla lunga consuetudine di narrazione, ma va apprezzata sempre e comunque la coerenza del team di autori che riesce a mantenere alto il livello degli episodi continuando ad approfondire la personalità dei personaggi e la natura dei rapporti che li legano. Non ci resta, quindi, che assistere alle fasi finali di questa stagione con la consapevolezza che difficilmente saremo delusi sul piano sia qualitativo che dei contenuti e aspettiamo con curiosità il finale che in Dr House: Medical Division non manca mai di stupire.