Dopo sei stagioni e tre film, la saga creata da Julian Fellowes giunge alla sua conclusione con Downton Abbey - Il gran finale, nelle sale dall'11 settembre. Ma è davvero così? Il ciclo di Lord Grantham potrebbe essere effettivamente arrivato a termine, ma teniamo bene a mente che sua figlia Lady Mary (Michelle Dockery) ha un figlio di 10 anni, che, tra altri 10, potrebbe continuare l'epopea.

Pensare soltanto al futuro vuol dire poi non "pensare quadrimensionalmente", come direbbe Doc Brown. Da più di un anno si parla infatti di un prequel dedicato a Lady Violet, personaggio fondamentale, interpretato con genio assoluto da Maggie Smith, venuta recentemente a mancare. I nostri sinceri auguri all'attrice che avrà il compito di raccoglierne il testimone.
Che si vada avanti o indietro nella storia di Downton Abbey, una cosa è certa: la creatura di Fellowes continua a essere così amata, anche dopo 15 anni dal suo esordio, perché è sempre stata moderna, nonostante la sua ambientazione. È propio quello che ci hanno detto nella nostra intervista le attrici Penelope Wilton, Lesley Nicol e Sophie McShera, interpreti rispettivamente di Isobel Merton, Beryl Patmore e Daisy. Questa saga colpisce perché sfida continuamente lo status quo.
Downton Abbey - Il gran finale: intervista a Penelope Wilton, Lesley Nicol e Sophie McShera
In Downton Abbey - Il Gran Finale Mr. Molesley (Kevin Doyle) dice che un attore non è niente senza una buona sceneggiatura: per lui le vere star sono gli autori. Julian Fellowes praticamente si fa l'occhiolino da solo, ma le sue protagoniste concordano con questa battuta: uno dei segreti del successo di Downton Abbey è senza dubbio la scrittura.
Sophie McShera: "Siamo stati davvero fortunati: Julian ha scritto questi personaggi su di noi. Dopo averci conosciuto ha adattato la scrittura a noi. Per esempio: il personaggio di Lesley è cambiato parecchio dall'inizio e così il nostro rapporto".
Lesley Nicol conferma: "Sì, Mrs. Patmore è stata davvero scortese con Daisy in passato. Non era molto divertente. All'inizio era un po' tiranna. Una donna d'azione. Poi Julian ha visto che Sophie e io andavamo molto d'accordo, avevamo lo stesso senso dell'umorismo: si è costruito un legame molto forte. Questo lo ha spinto a cambiare il loro rapporto in uno madre-figlia. E la stessa cosa è accaduta anche con altri personaggi, ad esempio con Tom Branson. Allen Leech, che lo interpreta, è irlandese, ma si presentò al provino con un perfetto accento dello Yorkshire. Ci aveva lavorato duramente. Quando poi Julian ha scoperto che era irlandese gli ha chiesto però di leggere la parte con il suo accento. E da lì ha cambiato anche il ruolo, che è diventato molto più politico. Non sarebbe successo se Allen non fosse stato irlandese".
Il prequel su Lady Violet

Si parla tanto di un prequel su Lady Violet, dicevamo. Dovrebbe essere sulla giovinezza del personaggio dunque. Sarà una sfida per tutti. Perché Maggie Smith, come ci ha detto Penelope Wilton, è inarrivabile: "Mi manca molto, anche perché la maggior parte delle mie scene erano con lei. Ci siamo divertite tantissimo a recitare insieme perché era un'attrice brillante e una comica straordinaria. Aveva tempi perfetti. È fantastico recitare con qualcuno che ha un ottimo senso del ritmo. Era come una partita di tennis. Quindi, in realtà, per me è stato un vero e proprio allenamento stare al passo con lei".
Il segreto di Downton Abbey: sfidare lo status quo
Sfidare le convenzioni sociali è sempre stato il cavallo di battaglia della serie. E poi dei film. Anche in questo lo vediamo: Lord Grantham non accetta che sua figlia Mary venga estromessa dalla società perché ha divorziato. Non è una cosa scontata, come ribadisce Lesley Nicol: "I personaggi lo hanno sempre fatto: hanno il coraggio di dire che non sono d'accordo. Ed è una cosa fantastica, perché le persone in passato tendevano a obbedire ai costumi dell'epoca".

D'accordo Wilton: "Sì, gli autori hanno scelto di rendere più importante l'amore di un padre per sua figlia. Sostenere lei invece delle regole sociali è qualcosa di straordinario". Anche Sophie McShera approva: "È davvero bello: a causa del periodo in cui è ambientato il film, e alla classe di queste persone, non si vedono grandi dimostrazioni d'amore, come facciamo invece noi oggi. Non si abbracciano, né si dicono che si vogliono bene. Quindi questi gesti sono molti potenti all'interno della storia".
Il futuro di Downton Abbey è nel popolo

Sfidare lo status quo è quindi il segreto del successo di Downton Abbey? Per Wilton non c'è dubbio: " Isobel Crawley ha sempre cercato di cambiare le cose. Non era soddisfatta dello status quo. È di classe media, quindi si trova tra la classe bassa e la classe alta. E ha capito che, in realtà, una maggiore uguaglianza fosse una cosa molto importante. Vuole sentire una voce nuova. Il mondo non può essere governato, anche se, purtroppo, è così, da un piccolo gruppo di persone. Devono esserci più voci che si facciano sentire. E lei ci tiene molto che la voce di Daisy venga ascoltata. E, allo stesso modo, la voce di Carson: perché loro sono il popolo e sanno cosa sta succedendo. Non si può ascoltare soltanto una cerchia ristretta di persone che non ha idea di cosa accada davvero nella vita quotidiana del villaggio, o della città".