Discesa nel vero terrore
Quante volte nella vostra vita di spettatori vi siete catapultati al cinema o in un noleggio incuriositi dalle aspettative terrorifiche di un horror definitovi come il più spaventoso di tutti i tempi, o del decennio se preferite, per poi ritrovarvi davanti ad uno spettacolo di una noia e di una prevedibilità mortale? Per quante volte ciò vi sia successo, la passione e un po' di giusto masochismo da exploited-addicted vi ha (ci ha) sempre portato a mantenere l'ottimismo. Al suo secondo film dopo il promettente esordio Dog Soldiers, l'inglese Neil Marshall ripagherà tutti gli appassionati del genere, di questo ottimismo entusiastico, con uno degli horror più maturi, sorprendenti e carichi di vera tensione che si ricordi da molto tempo a questa parte.
Presentato nella variegata sezione del Fuori Concorso dell'ultimo, appena concluso, Festival di Venezia e acquistato per l'Italia dall'ottima neonata Timecode, The Descent - Discesa nelle tenebre racconta di tre spericolate amiche dedite allo sport estremo che si perdono di vista per un anno a causa di un tragico incidente in cui Sam perde il marito e il figlio. Uscita dalla fase più acuta della depressione, Sam accetterà l'invito della sua vecchia amica Juno, che ha messo su un gruppo di ragazze per un'escursione speleologica in delle grotte sui monti Appalachi. L'avventura si trasformerà ben presto in un infernale lotta alla sopravvivenza, tra le avversità naturali causate da una frana nelle gallerie inesplorate e dei terrificanti mostri adattatisi alla vita nelle grotte. Una lotta che porterà alla luce anche impensabili rivelazioni sul passato delle due amiche, in un finale di rara intensità e cattiveria cinematografica.
Si parte subito nel migliore dei modi, con un incipit ottimamente gestito, in grado allo stesso tempo di rassicurare ed inquietare (le tre ragazze che si confrontano con una cascata), prima di colpire allo stomaco con il cruento incidente, risolto con un'interessantissima soggettiva. Siamo già nelle tenebre, anche se solo mentali, della protagonista (la poco nota, ma convincente MyAnna Buring, prima di entrare in un vero e proprio incubo, nel quale Marshall dimostra una capacità sorprendente. Senza mai perdere di vista il lavoro sui personaggi e sugli snodi narrativi, il regista inglese (che di certo ama il primo Argento e ha visto varie volte Un tranquillo week-end di paura si prende giustamente sul serio e lavora come pochi sulla tensione. Prima lascia che siano rocce, strapiombi, oscurità e strettoie ad impressionare e non poco, fino a quando, con sano gusto del sadico, mette in campo dei mostri dall'aspetto simil umano, assetati di sangue, per una battaglia senza tregua che non si risparmia un' elevata dose di violenza e grand gruignol. Il risultato è qualcosa di sincero e verace, che tiene i nervi ed i battiti dello spettatore su di giri per gran parte della proiezione, senza ammiccamenti, intellettualismi o metafore ardite.
Claustrofobico a livelli di guardia, cruento ed estremo come pochi horror contemporanei sanno essere e allo stesso tempo equilibrato ed asciutto nei dialoghi e nella recitazione (grande pregio storico del cinema inglese, di qualsiasi genere), nonchè privo di sbavature nella messa in scena e nell'uso delle musiche, The Descent è un grande film di genere, tutto al femminile, cui è davvero difficile trovare punti deboli. Forse non per tutti i palati, ma assolutamente impedibile per chi si sintonizza con piacere sulla frequenza dell'oscurità.