Dead to Me, la recensione: Christina Applegate e Linda Cardellini star della dark comedy Netflix

La recensione di Dead to Me - Amiche per la morte, la dark comedy di Netflix con protagoniste Christina Applegate e Linda Cardellini.

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Dead To Me - Amiche per la morte: Christina Applegate, Linda Cardellini in una scena

In questa recensione di Dead to Me - Amiche per la morte vedremo come questa serie provi a proporre un mix di comedy e drama che però funziona solo in modo discontinuo nel corso della prima stagione. I primi dieci episodi del progetto creato e prodotto da Liz Feldman, disponibili su Netflix, sfruttano la bravura delle sue due protagoniste Christina Applegate e Linda Cardellini per trasformare un'idea sulla carta poco convincente in una storia non priva di spunti interessanti e di scene emozionanti.
Dead to Me - Amiche per la morte, che ha ottenuto il rinnovo per una seconda stagione, si basa su un'amicizia al femminile fondata su un inganno legato a una tragedia che lascia il segno e di cui si seguono, a volte inaspettatamente anche divertendosi, le conseguenze sui protagonisti.

Un'amicizia nata da un lutto

La trama di Dead to Me - Amiche per la Morte ha come protagonista Jen (Christina Applegate), che è rimasta vedova dopo che il marito è stato investito, lasciandola da sola a occuparsi di due figli e alle prese con una suocera con cui ha un rapporto molto difficile. Per affrontare il proprio dolore e la rabbia causata dall'incapacità della polizia di trovare il colpevole di quanto accaduto, la donna inizia a frequentare un gruppo di sostegno, dove incontra Judy (Linda Cardellini), a sua volta in crisi dopo la morte del fidanzato. Jen, che non può contare sulla presenza di molte amicizie nella sua vita, trova in Judy una compagnia preziosa con cui condividere un bicchiere di vino la sera tardi o lunghe telefonate durante le quali condividere preoccupazioni e ricordi. Quello che l'agente immobiliare non sa inizialmente è che il passato di Judy nasconde più di un segreto, tra cui un ex fidanzato ancora in vita (James Marsden), che la sta tormentando e spingendo a cercare un modo per redimersi mentre dà spazio alla propria sofferenza tramite le proprie opere d'arte e lavora in una casa di riposo, dove il fidato Abe (Ed Asner) sembra l'unico in grado di capirla al primo sguardo.

Un'amicizia atipica

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Dead To Me - Amiche per la morte: Linda Cardellini e Christina Applegate in una scena

Dead to Me - Amiche per la morte sfrutta in modo atipico l'idea di un'amicizia al femminile nata in un periodo di crisi per raccontare con un approccio a tratti sarcastico e leggero la reazione a eventi drammatici come la morte del proprio marito o un errore dalle conseguenze tragiche, espediente narrativo che funziona senza particolari intoppi durante le dieci puntate che compongono la prima stagione della serie televisiva Netflix. Il team di autori guidato dall'esperta Liz Feldman trova infatti un buon equilibrio tra le diverse atmosfere che contraddistinguono la storia di Jen e Judy, passando dall'incapacità di superare il lutto al desiderio di iniziare un nuovo capitolo della propria vita, passando per la rabbia, i sensi di colpa e i tanti momenti di debolezza che contraddistinguono il cammino verso la serenità. La struttura del racconto, inizialmente così ancorata alla realtà con vicine che si preoccupano risultando quasi invadenti con le loro ricette "collaudate" e la necessità di condividere le proprie emozioni senza sentirsi giudicate o incomprese, scivola in più momenti nel surreale a causa della storia di Judy, ma le interpreti fanno superare al racconto anche i passaggi più fragili grazie alla propria esperienza e bravura.

Un approccio al dolore non privo di problemi

Il personaggio di Jen viene delineato seguendo i vari aspetti della sua vita: al lavoro la si vede gestire affari sfruttando "nemici" e la sua esperienza, anche se è impossibile mantenere sempre il controllo, oltre a relazionarsi con un collega ormai diventato amico e con una suocera che si trova in una posizione complicata essendo coinvolta anche dal punto di vista lavorativo con la nuora; nella vita privata, invece, la protagonista cerca di rappresentare un punto di riferimento per i due figli, senza però riuscire a colmare l'assenza lasciata dal marito e lasciandosi spesso andare a momenti di rabbia, anche violenta, e sconforto. Proprio il tentativo di avvicinarsi al figlio maggiore, appassionato di videogame, condurrà poi Jen a scoprire un segreto che mina ulteriormente la sua stabilità emotiva, mentre la passione per il più piccolo per la recitazione e il canto la obbligheranno ad avvicinarsi a realtà "spirituali" che le sono sconosciute.

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Dead To Me - Amiche per la morte: Christina Applegate e Linda Cardellini durante una scena

La complessità che contraddistingue la situazione del personaggio di Christina Applegate rende inoltre verosimile il suo avvicinamento a Judy e la sua voglia di fidarsi di una sconosciuta nonostante la scoperta che la loro amicizia ha preso il via basandosi su una bugia: le due donne si sostengono a vicenda, si confrontano e si aiutano nei tentativi di trovare un senso alla morte, nelle piccole avversità quotidiane, e persino nel giustificare degli attacchi di rabbia che potrebbero causare qualche problema con la giustizia. L'attrice è attenta nel suo equilibrare gli eccessi che contraddistinguono la vita di Jen dando spazio ai passaggi in cui le emozioni prendono il sopravvento senza però far risultare il personaggio sopra le righe.

Linda Cardellini sfrutta l'empatia degli spettatori

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Dead To Me - Amiche per la morte: una scena con Linda Cardellini

Linda Cardellini ha un compito ancora più difficile nel portare in scena Judy: le decisioni del suo personaggio sono in più momenti assolutamente sbagliate e moralmente ambigue, tuttavia l'attrice ha l'approccio giusto per suscitare empatia nei confronti della giovane dalla vita complicata, segnata da perdite incolmabili e da un rapporto sentimentale negativo con Steve, a cui James Marsden regala la dose di fascino e arroganza necessaria a far capire i sentimenti contrastanti nei suoi confronti da parte della protagonista. Il lato sensibile della donna, la sua capacità di relazionarsi con chi è in difficoltà, e i suoi momenti di debolezza rendono il personaggio amabile, nonostante i segreti che nasconde. La sua interprete ha trovato il giusto approccio ad un ruolo piuttosto insidioso, regalando dei momenti davvero emozionanti come la crisi durante i "festeggiamenti" per il compleanno del marito di Jen, davanti a un lutto inaspettato o la parte finale della stagione in cui affronta le conseguenze delle scelte compiute, situazioni in cui emerge in modo istintivo l'empatia nei confronti del suo personaggio.

Personaggi secondari troppo in ombra

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Dead To Me - Amiche per la morte: James Marsden in una scena

Brandon Scott fa quello che può con il ruolo del detective Nick Prager, una presenza interessante ma poco sviluppata nel corso delle puntate di Dead to Me - Amiche per la morte in cui appare, mentre Edward Asner conquista i cuori con l'anziano Abe Rifkin, in grado di vedere oltre le apparenze e cogliere al volo i problemi della dolce Judy.
I personaggi secondari della serie Netflix appaiono però in generale poco approfonditi e privi, all'interno della narrazione, dello spazio necessario a renderli dei tasselli significativi del racconto, rimanendo quasi sempre in ombra e venendo utilizzati solo per far procedere la storia, senza offrire realmente altre prospettive agli eventi raccontati, anche nel caso della suocera di Jen, la cui presenza intermittente rende complicato scoprirne la reale personalità.

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Un approccio originale al tema del lutto

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Dead To Me - Amiche per la morte: Christina Applegate in una scena

Dead to Me - Amiche per la morte, pur avendo dei "misteri" da scoprire e non pochi momenti divertenti, risulta una serie che merita una visione, nonostante la grande quantità di progetti targati Netflix ormai disponibili, prevalentemente per la sua capacità di proporre un approccio originale e piuttosto cinico, al periodo del lutto e al modo in cui ogni persona lo affronta. Jen e Judy si confrontano con chi cerca una risposta nella religione, con chi sfrutta il sostegno di "esperti", con chi incolpa gli altri e con chi non ha alcuna idea riguardante il modo giusto per andare avanti, trovando la propria strada da percorrere, per quanto possa essere discutibile o persino considerata inappropriata. Il progetto di Liz Feldman, con altre protagoniste, avrebbe forse potuto crollare come un castello di carte dopo poche puntate, riuscendo invece a conquistare progressivamente lo spettatore con i ritratti di due donne piene di difetti e a tratti sopra le righe, ma forse inaspettatamente realistiche nelle loro reazioni e insicurezze. La notizia del rinnovo per una seconda stagione è inoltre particolarmente positiva considerando il cliffhanger con cui si conclude il primo ciclo di episodi e che getta le basi per un ribaltamento di prospettive e a nuovi problemi per le due protagoniste.

Conclusioni

La serie, come abbiamo sottolineato nella nostra recensione di Dead to Me - Amiche per la morte, propone un interessante approccio, a tratti divertente non in modo convenzionale, al tema del lutto e dell'amicizia al femminile. Il progetto prodotto da Netflix sfrutta bene le ottime interpretazioni di Christina Applegate e Linda Cardellini, oltre a poter contare su un team di autori di grande esperienza guidato da Liz Feldman e da un gruppo di registi che sanno muoversi nelle dinamiche e nei ritmi necessari a sostenere un racconto che fonde cinismo e buoni sentimenti, risate e tragedia, trovando un difficile, ma soddisfacente, equilibrio che permette di innamorarsi delle due protagoniste, così complicate e al tempo stesso amabili.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.4/5

Perché ci piace

  • L'approccio originale alla tematica del lutto si distingue da altri show dallo spunto simile
  • Christina Applegate e Linda Cardellini regalano due interpretazioni ricche di sfumature.
  • Il mix di umorismo e dramma funziona e le svolte mantengono alta l'attenzione.
  • L'esperienza del team che ha lavorato al progetto rende la narrazione coinvolgente ed emozionante.

Cosa non va

  • La seconda stagione, considerando il cliffhanger con cui si è conclusa la prima, potrebbe risultare ripetitiva.
  • I personaggi secondari sono solo abbozzati.
  • In più passaggi si fa un uso troppo evidente di stereotipi.