Cuore di duchessa
Ancora adolescente, la bella Georgiana Spencer è già un punto di riferimento in società, è in grado di mettere in riga i giovanotti e mostra una precoce attitudine al gioco d'azzardo. Quando però le vengono prospettate le nozze con il potente e ricchissimo Duca del Devonshire, la ragazza non esita a fare il salto nel buio verso un futuro misterioso ma irresistibilmente attraente. Ma il duca è un uomo difficile, ombroso e laconico, che la seduce senza parlarle e che sembra incapace di codividere nessuno dei suoi interessi da socialite ante litteram. Si intrattiene con le cameriere e le piazza in casa anche una figlia illegittima. E a peggiorare la situazione c'è il fatto che l'erede maschio, il motivo principale per cui l'aristicratico ha preso in sposa la giovanissima lady, non sembra voler arrivare.
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Tratto da una biografia vincitrice del prestigioso premio Whitebread, La duchessa è uno dei film più attesi in cartellone al terzo Festival del Film di Roma ma non ha certo suscitato grandi entusiami tra gli addetti ai lavori. Probabilmente non per difetti veri e propri: anzi, il film, coprodotto da BBC Films e dall'italiana BIM, è girato con garbo, ben scritto e ottimamente interpretato da attori azzeccatissimi per i loro ruoli - Keira Knightley mette bene a frutto la sua bellezza da cigno e sostiene l'intero film con una crescente maturità, Ralph Fiennes è ideale nel ruolo del silenzioso e tormentato duca, e Hayley Atwell convince in un ruolo ambiguo e difficile. I reparti tecnici fanno il loro lavoro con l'eccellenza
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Il problema con La duchessa è che non aggiunge nulla di nuovo al genere in cui si inserisce, il period drama. Dai costumi ai sentimenti in gioco, dagli scenari alle nuance interpretative fino alle musiche, tutto è già visto, consumato e rielaborato; Saul Gibb non osa in nulla, e questo fa del suo film intrattenimento onesto e piacevole che non in una occasione riesce a scuotere o a sosprendere.
Movieplayer.it
3.0/5