L'abbiamo conosciuta e amata appena diciannovenne grazie a un folgorante debutto televisivo, quello nella serie TV In Treatment, in cui interpretava la tribolata e magnetica adolescente Sophie, uno dei personaggi più belli dello storico show di HBO. E da allora, con una carriera già lunga e intensa alle spalle, durante la quale ha lavorato con registi del calibro di Gus Van Sant, Jim Jarmusch, David Cronenberg e Park Chan-Wook, Mia Wasikowska è cambiata davvero pochissimo: ritroviamo in lei la stessa delicata eleganza, la stessa timidezza e lo stesso indiscusso talento.
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La grazia, l'intelligenza e l'empatia di Mia sono le caratteristiche che ne fanno l'eroina ideale per un film come Crimson Peak, in cui Guillermo Del Torno omaggia il genere gotico e le sue eroine ingenue ma coraggiose. Con i lunghissimi capelli biondi, il candore delle vesti, la luce delle candele e lo sguardo, l'immagine di Edith alle prese con gli orrori di Allerdale Hall è una delle più incisive e affascinanti del film di Del Toro. Ma vediamo cosa ci ha raccontato Mia della sua esperienza sul set di Crimson Peak.
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Tutti i fantasmi di Guillermo Del Toro
Come ti sei trovata con il tuo personaggio?
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Mia Wasikowska: Ho amato da subito il personaggio di Edith. La sua curiosità, la sua ambizione, ma anche la sua ingenuità. Ha una forza interiore notevole ma questa è una cosa che viene fuori solo con l'avanzare della storia... mi affascina che sia uno spirito libero, una ragazza idealista e curiosa, e mi piaceva l'idea che anche una donna così potesse farsi ingannare facilmente, per poi affrontare con grande coraggio la situazione apparentemente senza via d'uscita in cui si è cacciata.
Hai avuto punti di riferimento particolari per incarnare Edith?
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Beh, grazie a Crimson Peak ho ricevuto una vera e propria educazione in fatto di gotico per prepararmi al mio ruolo. Prima di iniziare a lavorare al film non sapevo molto di Mary Shelley, non sapevo nemmeno che fosse lei l'autrice di Frankenstein. Il romanzo mi è piaciuto molto e ho imparato tante cose. Anche Il giro di vite di Henry James è stato un'importante fonte d'ispirazione per me; in ambito cinematografico, invece, Guillermo mi ha chiesto di vedere Notorious - L'amante perduta di Hitchcock.
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Non sono molti gli attori che possono vantarsi di aver lavorato con due registi come Tim Burton e Guillermo Del Toro...
In un certo senso Crimson Peak ricorda un po' Burton. Sia Tim che Guillermo sono dei registi visionari e brillanti. Guillermo lavora molto sulle dinamiche interne alla storia, è un vero maniaco dei dettagli. Vuole che tutto sia al posto giusto. E'uno dei registi più attenti e generosi con cui abbia mai lavorato, e quello di Crimson Peak è stato il set più straordinario che io abbia visitato, una casa a tre piani arredata e decorata in ogni minimo dettaglio, allestita appositamente per il film a Toronto. Davvero sembrava che da un momento all'altro dovesse saltar fuori qualche presenza inquietante!
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Com'è stato tornare a lavorare con Tom Hiddleston dopo Solo gli amanti sopravvivono?
E' stato bello, nel film di Jim Jarmusch io e Tom avevamo un rapporto complicato, estremamente diverso da quello che abbiamo in Crimson Peak. C'è una buona intesa tra di noi, e poi ovviamente è molto più facile lavorare con un partner che già conosci.
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Il cinema secondo Mia
Qual è il film di cui vai più orgogliosa tra quelli che hai girato?
Per me non contano tanto i film che ho fatto, quanto le persone con cui ho lavorato. Sono stata molto fortunata nella mia carriera, ho incontrato persone generose e di grande talento e sono felice di essere rimasta in buoni rapporti con tutti.
Come tipologia di film, cosa ti piace particolarmente?
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Alle grandi produzioni si lavora con piacere perché hai tanto tempo per prepararti, e i ritmi sono più rilassati. Io però normalmente preferisco recitare in film indipendenti perché nel complesso li trovo più interessanti. Mi piacciono molto i period film ma anche quelli di ambientazione contemmporanea, e amo lavorare agli adattamenti, soprattutto di classici, perché mi piace esplorare delle storie create tempo fa che hanno ancora una grande risonanza oggi; adesso, dopo un film inquietante e "duro" come Crimson Peak, vorrei fare qualcosa di leggero. Sono comunque aperta, potenzialmente, a qualsiasi tipo di ruolo. Recitare ti spinge sempre a imparare e voler fare cose sempre nuove.
Che cosa ti fa paura?
La mia paura più grande è sempre più o meno la stessa di quando ero giovanissima: le persone. Anche nel film, a ben guardare, è così: nonostante la loro natura spaventosa, i fantasmi mi guidano verso la soluzione. Dalle persone, invece, bisogna sempre guardarsi.