Criature, la recensione: urgenza narrativa per uno swing urbano che guarda alla realtà

Cécile Allegra affronta il tema della dispersione scolastica attraverso un ottimo film dalla forte percezione cinematografica. Enfatizzata da un'umanità napoletana sempre ispirante. Al cinema dal 5 dicembre.

I protagonisti di Criature

Volti e colori, parole e pensieri. E poi, ancora, un naso rosso. Simbolo di ribellione e di rivoluzione. Rivoluzione gentile, rivoluzione dell'arte e del sorriso. Ribellione che passa attraverso la riscoperta di una certa umanità, e pure di un certo umanesimo. Criature di Cécile Allegra, per così dire, è un film fatto bene. Tutto al proprio posto, e al posto giusto. C'è la storia, c'è la regia, ci sono le interpretazioni. Una delicatezza che fa a botte con una rabbia di fondo, andando a creare un miscuglio verbale e visivo che quasi sembra la diretta estensione di un luogo geografico ben definito ma, a guardar bene, dalle sfumature universali.

Marco D Amore Scena Film Criature
Marco D'Amore è Mimmo

La regista, nata a Roma ma adottata da Parigi, dimostra di saperci fare, e dimostra una forte affezione al materiale umano raccontato. Criature, tra l'altro, parte da lontano: scritto nel 2019, il pitch ottiene diversi premi, spalancandole la strada a quella che poi sarà la produzione vera e propria. Al centro, come rimarcato già nei suoi precedenti documentari, una storia "urgente" di "resistenza collettiva".

Criature: alla ricerca della bellezza (attraverso la cultura)

Antonio Guerra Maria Esposito Marco D Amore Giuseppe Pirozzi Catello Buonocore Gennaro Filippone Vittorio Edet Martina Abbate Scena Criature
I giovani protagonisti di Criature

Una storia che ci porta a Napoli. Una Napoli lontana da quella del turismo smodato, e più vicina a quella delle radici, della veracità tipica di una città incredibile, unica, contraddittoria e irrinunciabile. Tra i vicoli e le viuzze, fino agli spazi aperti di una cultura che cerca una sua forma, ecco Mimmo Sannino (Marco D'Amore, notevole), insegnate ed educatore "di strada". Prova, come può, a recuperare quelle ragazze e quei ragazzi che si allontanano dai banchi di scuola. Una dispersione scolastica che diventa piaga sociale, sfruttata dalla criminalità organizzata. In una cornice oscura eppure vitale, tra Italo Calvino e l'aiuto di Anna (Marianna Fontana), assistente sociale, Mimmo prova a coinvolgere i giovani (da Antonio Guerra a Maria Esposito fino a Martina Abbate e Gennaro Filippone), nonostante la difficoltà di un quartiere ermetico e diffidente.

Uno swing urbano

Criature Marco D Amore Marianna Fontana
Marianna Fontana e Marco D'Amore

Parlare oggi, al cinema, di educazione e di cultura (salvifica) è, di per sé, un gesto di forte rottura verso uno schema (italiano) capace di adagiarsi e guardare troppo spesso a ritroso senza capirne il vero senso. La regista, con Criature, si rifà sì alle facce da strada di Nanni Loi e Luigi Comencini (per sua stessa ammissione), ma intanto guarda avanti, dritta a un punto che mescola narrazione e immagine, aggiungendo - visto il tono - un accenno di realismo magico che incolla (e contraddice) le storture di un gruppo di ragazzini sperduti. Figli di una città ispirata e ispirante, colma di vita e colma di arte (senza rinunciare ad un costante simbolismo, da un cavallo bianco ad un dolce cagnetto a tre zampe). Insomma, Criature funziona, perché dalla scrittura fino al cast c'è una dichiarazione di intenti che guarda nella stessa direzione.

Marco D'Amore, per esempio, crede fortemente nel suo Mimmo (e noi crediamo in lui). Personaggio fuori posto, idealista e caparbio (quasi da libro cuore), coraggioso nella sua perseverante ricerca della speranza. Niente dramma, infatti, in Criature (e il rischio era dietro l'angolo, fortunatamente sventato), ma una lucida ricostruzione; un'istantanea di cinema del reale tradotto, però, seguendo l'istinto inaspettato di un gesto e dell'immaginazione, spiegata e predicata dalla figura di Mimmo. E poi la musica di Dario Sansone, perfetta nel tradurre - tra chitarre e violini - l'emotività di un luogo che artiglia senza mai mollare la presa (e potremmo citare anche la calda fotografia di Valerio Azzali). Sotto, gli schiamazzi, le sirene, le grida e i clacson impazziti. Soundtrack e swing urbano, versi in prosa di una dimensione "onirica" che guarda alla bellezza e all'ostinazione. Criature di Cécile Allegra è un buon film, che riduce le distanze e guarda ad una certa poesia, mettendo in ordine il caos con l'armonia.

Conclusioni

La dispersione scolastica affrontata con una forte dose di realtà e realismo magico in Criature di Cécile Allegra. Ottime intuizioni visive e narrative, un'ottimo umore musicale, una speranza che soppianta il dramma. Un'opera pulita e ben strutturata, che esalta il valore della bellezza, della cultura e dell'arte come strumenti di rivoluzione gentile.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Una buona regia.
  • La colonna sonora, e la musicalità.
  • Il simbolismo.
  • Una forte adiacenza del cast.

Cosa non va

  • Potrebbe risultare poco concentrato nella parte centrale.