"Non ce la faccio a stare qua, seduta. Che devo fare?". Una frase diretta (e ammettiamo che non ci era mai capitato di sentirla dire, così, senza filtro e in totale onestà), e una risposta che ricalca l'estro libero di Maria Esposito. "Il mio secondo nome è ribelle... Tutte le persone che mi conosco bene dicono sia ribelle, perché faccio sempre quello che voglio fare", ci dice l'attrice, alla fine della nostra intervista. "Dovremmo imparare da te", aggiunge Marco D'Amore, rivolto alla star di Mare fuori.
Entrambi, insieme a Marianna Fontana, sono i protagonisti di Criature di Cècile Allegra, un film che riflette sul potere salvifico della cultura, e su quanto la bellezza sia uno strumento di rivalutazione. La dispersione sociale, in un quartiere difficile di Napoli, combattuta dal protagonista, Mimmo, attraverso l'istruzione, il gioco, l'inclusione.
Criature: intervista a Cècile Allegra, Marco D'Amore, Marianna Fontana, Maria Esposito
"Una creatività che nasce dalla necessità, e dall'avere una vita meno facile", ci dice la regista, romana, ma trapiantata in Francia. "Criature parla di aiuto reciproco, di necessità che diventa virtù. Mostriamo quanto si possa fare grande resistenza anche con pochi mezzi". Se il protagonista, Mimmo, deve scendere a compromessi tra la corrente elettrica e la biblioteca, il film mostra anche quanto la dimensione italiana debba sempre scendere a compromessi.
"Mostriamo una dimensione italiana", prosegue Marco D'Amore. "Le difficoltà a volte accendono la volontà". Per Marianna Fontana, "Non scendo mai a compromessi. O mi piace o una cosa, o non mi piace. Noto però che c'è un margine di miglioramento: vedo persone che scelgono, senza compromessi".
Criature, la recensione: urgenza narrativa per uno swing urbano che guarda alla realtà
L'ostinazione come strumento artistico
Criature, allora, prende una forte presa di posizione, una ribellione portata avanti, come vi abbiamo raccontato nella nostra recensione, grazie ad un naso rosso, simbolo di contraddizione verso un mondo complicato, e schiacciato dalla criminalità organizzata. "Non bisogna mai dare per scontata nessuna battaglia. Ci vuole ostinazione, sia nell'ambito sociale che in quello artistico", spiega Cècile Allegra, "Bisogna alzarsi la mattina, e fare un piccolo passo per portare a casa un piccolo risultato, come se fosse una crescita personale".
Per Marco D'Amore, invece, "Bisogna rifiutare i privilegi che arrivano dalla nostra condizione di attori famosi. Continuo ad amministrare la mia vita con grande rigore, senza ostentare e con il rispetto verso chi ci osserva. Il pubblico può assorbire, anche con un certo disgusto, il privilegio e la ricchezza. Sono cose che danno fastidio anche a me".
"D'indole sono ribelle", confida invece Marianna Fontanta. "Vengo da una piccola realtà, e già il fatto di essere venuta a vivere a Roma mi sembra una ribellione quotidiana. Fare questo lavoro ti spinge ad essere onesta, non si finisce mai di studiare e approfondire, cercando cose nuove. Questa è la mia ribellione: une libertà che porto avanti".