Un budget ridotto, quattro settimane di preparazione e una storia di superpoteri per raccontare una realtà molto più complessa e decadente di quella vissuta dai supereroi della serie di cui è appassionato il giovane protagonista. Ma Luna Gualano, come vi spiegheremo meglio nella recensione di Credimi!, riesce a portare a termine una missione non semplice: il risultato è un film che sebbene risenta della povertà dei mezzi, conferma il talento di una regista ispirata e attenta, che ancora una volta combina insieme cinema di genere e denuncia sociale. Lo aveva già fatto con l'apocalisse zombie di Go home - A casa loro, dove l'unico porto sicuro era un centro di accoglienza, qui il luogo in cui cercare riparo dal reale è la fantasia di un ragazzino di appena dieci anni. Credimi!, di cui esiste anche il fumetto firmato da Stefano Pontecorvi in arte Ponz, è disponibile su Prime Video, Google Play e Apple TV dal 3 ottobre prima del passaggio il prossimo 8 ottobre al Romics di Roma.
Storie di eroi, super cattivi e liquidi rigeneranti
"Agisci come un eroe, risveglia i tuoi superpoteri" recita la frase manifesto di Credimi!, storia che se da un lato guarda al genere fantasy dall'altro poggia lo sguardo su un mondo di violenza e abusi. Salvatore, il piccolo protagonista, ha solo un modo per tenerlo fuori filtrandone il più possibile le storture: immaginare nella vita di tutti i giorni le gesta eroiche dei personaggi della serie preferita che guarda sul cellulare della madre. Nel suo mondo i cattivi hanno occhi neri e braccia tentacolari, il super cattivo è un "uomo insetto", l'amuchina, eredità della pandemia, è un liquido dal potere rigenerante e i buoni sono supereroi che con tanto di maschera e mantelli spostano oggetti con la mente e schivano i pericoli con forza sovrumana. Proprio come i membri della Lega Astrale (Astroman, Telegirl, Pwerboy e Ultradoc), eroi semplici con poteri essenziali, ma sufficienti a dare a Salvatore il coraggio di affrontare le proprie paure e sopravvivere alle sfuriate di un padre aggressivo, Massimo.
Ad assecondarne le fantasie nella convinzione che sia l'unica strada per concedergli ancora di sognare, c'è la madre Vittoria, una donna forte, alle prese con un'ingiunzione di sfratto, le irruzioni violente dell'ex compagno (e padre del bambino) e il lavoro da cameriera in un bar con un datore di lavoro molesto. Vivono in un piccolo appartamento alla periferia di una metropoli, una Roma crepuscolare, ingrigita e sfiancata dalla pandemia di Covid-19. Tutto intorno c'è una umanità varia in cui si mescolano gente comune, eroi fuori dall'ordinario e supereroi. Insieme a Vittoria e Salvatore ci sono Gabriella, una donna trans che incontrano ogni mattina alla fermata dell'autobus e il vicino di casa Kofi, un omone africano dal cuore tenero. Una quotidianità fatta di piccole cose, che un giorno dopo l'ennesima scenata di Massimo che minaccia di portarsi via il figlio, subirà una svolta.
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Il sogno e il potere di resistere al reale
Roma come Gotham City, con sacchi dell'immondizia traboccanti sotto il cielo plumbeo e i tradizionali chioschetti di street food costretti ad abbassare le serrande: con un occhio al reale, crudo e spietato, e uno al mondo fantastico popolato da supereroi quasi sgangherati che sembrano usciti dalle serie anni '60, Luna Gualano ritrae un immaginario unico con un bambino alla ricerca del proprio superpotere e un sottobosco adulto fatto di luci e ombre. Il cast è sempre all'altezza e sotto l'occhio di una macchina da presa che non li molla un attimo: da Chiara Baschetti (la macchina da presa, che si lascia sporcare e ingrigire (anche se non abbastanza) nei panni di una madre single che prova a tenere duro, all'esordiente Matteo Amici, che ha il compito di farci sognare.
Non tutto però è perfetto in un film che gioca troppo spesso su piani stretti e controcampi (complice anche un budget limitato) togliendo a Credimi! il respiro di cui avrebbe bisogno, inchiodandolo a una scrittura che vorrebbe a volte dire troppo e allargando la prospettiva a una serie di temi (l'integrazione mancata, le violenza, la pandemia, gli abusi, l'intolleranza) che meriterebbero uno spazio più ampio. Nulla che possa davvero scalfire la poesia di una storia di resistenza.
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Conclusioni
La recensione di Credimi! si conclude confermando il talento di una regista ispirata e attenta, che ancora una volta combina insieme cinema di genere e denuncia sociale. Lo aveva già fatto con l’apocalisse zombie di Go home - A casa loro, dove l’unico porto sicuro era un centro di accoglienza, qui il luogo in cui cercare riparo dal reale è la fantasia di un ragazzino di appena dieci anni che guarda il mondo degli adulti attraverso i gesti eroici dei protagonisti della sua serie preferita. Supereroi, gente comune, eroi fuori dall’ordinario popolano l’immaginario a cui la regista dà vita insieme agli sceneggiatori Jacopo Sonnino e Andrea Ciccolini. Sebbene il film non sia sempre all’altezza delle intenzioni, complice anche un budget limitato, vale la pena concedergli una possibilità.
Perché ci piace
- La combinazione del fantastico super eroico con un reale grigio e spietato.
- Una storia che può far sognare i bambini e aiutare gli adulti a ritrovare il proprio superpotere.
- Cinema di intrattenimento e denuncia sociale convivono in un film che riesce in un’impresa non facile.
Cosa non va
- La povertà dei mezzi probabilmente non aiuta a dare al film il respiro di cui avrebbe bisogno.
- Alcuni passaggi risultano spesso banalizzati in scrittura.
- L’impossibilità di affrontare adeguatamente le tematiche messe in campo.