"La verità, oggi? Certo che è ancora rilevante. Rischio la vita in nome della verità". A parlare, il premio Oscar Laura Poitras che, insieme a Mark Obenhaus, ha diretto l'ottimo Cover-Up, opera che definire documentaristica potrebbe essere addirittura riduttivo. Incontriamo la regista, per venti minuti, a bordo piscina di un albergo del Lido. Cover-Up, passato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, porta al centro del racconto la figura di Seymour Hersh, giornalista investigativo capace di scoperchiare alcune delle più grandi macchie di cui si sono infangati gli Stati Uniti d'America, dal Vietnam alle torture di Abu Ghraib.

Un'opera costruita come se fosse un thriller politico, in cui le parole del giornalista premio Pulitzer si fondono con documenti riservati e filmati d'archivio. "Verificare i fatti non è difficile. Sapevamo che forse avremmo fatto arrabbiare alcune testate giornalistiche, ad esempio il New York Times o la CBS", spiega la regista, a proposito della preparazione di Cover-Up. "Dovevamo solo fare molta attenzione prima di pubblicare certe cose"_.
Cover-Up: intervista a Laura Poitras

Ritmo serrato, rivelazioni, la Casa Bianca, l'esercito, la verità e la menzogna. "Parlo degli Stati Uniti ma vale anche per l'Europa, il governo come le aziende mentono in modo sistematico. Su tutto. Scopriamo la verità solo dopo. C'è sfiducia tra la gente, che non si fida più e sono stanche di essere ingannate", prosegue Laura Poitras, che poi inevitabilmente finisce per nominare il presidente degli Stati Uniti. "Questo è il potere di Trump, generare confusione. Penso che sia molto bravo in questo. Ma penso che a volte i media, o le testate giornalistiche, facciano davvero casino. Parlo sempre della guerra in Iraq. È stata una guerra catastrofica che non avrebbe mai dovuto verificarsi e i giornalisti non hanno posto le domande giuste. Abbiamo distrutto un Paese. Milioni di persone in Iraq sono state uccise".
Seymour Hersh, definito un "lupo solitario" ha scavato a fondo, tra intelligence e servizi segreti, conducendo alcuni dei reportage più infuocati della storia del giornalismo mondiale. Lo stesso giornalismo che sta vivendo oggi una forte crisi. "Stiamo vivendo nell'era del crollo delle istituzioni, comprese quelle giornalistiche. Ma penso anche che ci sia fame di informazioni. Il pubblico le cerca", e prosegue, "Gli smartphone sono dispositivi di sorveglianza che controllano tutto, sanno dove ti trovi Oggi non puoi fare nulla senza toccare Internet. Siamo tracciati e il nostro comportamento viene monetizzato. Ci sono modi per rendere anonima la propria identità. Ho realizzato dei film su questo argomento e consiglio a tutti di usare la crittografia, ma è molto difficile".
Seymour Hersh, Gaza e la ricerca della verità
Laura Poitras ha contattato Hersh per la prima volta nel 2005, poco dopo "la catastrofe" americana in Iraq. Nel corso degli anni la regista ha continuato ad inseguirlo, finendo per convincerlo. "Hersh ha conosciuto i membri del team, Olivia Streisand, la produttrice, ha svolto tutto il lavoro di archiviazione e ha lavorato per due anni solo per raccogliere il materiale. Credo proprio che abbia capito quanto fosse dedicato e intelligente il lavoro. Siamo stati impegnati non solo a realizzare un film su di lui, ma sul giornalismo e sull'importanza della difesa".

La regista, poi, confida quale è stato il più grande insegnamento arrivato da Seymour Hersh: "Lui è incuriosito dalle persone. Ha una visione del mondo molto diversa, ma riesce a conquistare la loro fiducia, e io ho imparato da questo. È incredibilmente allergico alle stronzate e allergico al fascino delle comodità istituzionali. Perché potrebbe vivere una vita molto più facile di quella che ha scelto. Quindi, sì, tutto questo mi ha ispirato e mi ha anche motivato".
In chiusura di intervista, mentre il corteo a sostegno della causa palestinese si raduna per sfilare verso il red carpet, la regista traccia il suo pensiero rispetto al dramma di Gaza. "Cover-Up parla di quanto i cicli di impunità si ripetano all'infinito. La fonte anonima su Gaza lo dice chiaramente: è il passato e il futuro combinati e collassati, tutto ha portato a questo e tutto ne deriverà, lo stiamo vedendo proprio ora. E una vera minaccia ai diritti umani che sono stati creati sulla scia della seconda guerra mondiale. Valori oggi in pericolo rispetto a ciò che stiamo vedendo".