Coronavirus: come cambieranno le nostre abitudini di visione dopo l’emergenza?

Una riflessione su come potrebbero cambiare le fruizioni dell'audiovisivo al termine dell'emergenza del Coronavirus.

Proiettore

Mai come in questi giorni di emergenza Coronavirus noi appassionati di cinema ci siamo scontrati con una dura e ambigua realtà. Da una parte, quella un po' più leggera e sentimentale, ci siamo resi conto che il cinema non fa parte dei nostri bisogni primari. Le sale cinematografiche sono state le prime a chiudere le porte d'ingresso, i film in uscita posticipati a data da destinarsi e, notizia fresca, persino la vendita di DVD o Blu-ray è bloccata visto che non sono considerati (ed è vero, non lo sono) beni di prima necessità. Ammettiamolo, senza voler esagerare e con tutta la leggerezza del caso, che ci sentiamo affranti nel sentire la mancanza di novità in quella che è la nostra passione. E questo ci porta all'altra realtà, più seria, dove viviamo un momento di giusti sacrifici in cui la passione ci sembra necessaria per vivere al meglio.

In questi giorni siamo costretti per senso civile a rimanere in casa e sentiamo la necessità di perderci nelle storie, di passare un paio d'ore in altre realtà, di emozionarci con i racconti. Che sia un modo per difenderci dalla situazione, che sia per "staccare il cervello", che sia una semplice scusa per passare il tempo o un istinto primordiale del genere umano nel trovare quel piacere e quel calore mitologico nel sedersi per una storia intorno al fuoco, in questo triste periodo abbiamo una particolare fame di film. Ma ce l'avremo anche dopo, quando si tornerà alla normalità? E sarà la vecchia normalità o si tratterrà di un nuovo mondo? La sensazione è che dopo l'emergenza le nostre abitudini di visione dei film cambieranno così come lo stesso sistema distributivo.

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Un futuro digitale

Nnnetflix

Nell'ultimo mese, quando l'emergenza Coronavirus è stata riconosciuta come pandemia mondiale, abbiamo ricevuto notizia di molti film posticipati (è il caso di No Time to Die posticipato a novembre o Fast & Furious 9 rinviato addirittura al prossimo anno, ma anche Vedova Nera o - per l'ennesima volta - The New Mutants). Chi ne ha fatto più le spese sono stati i film usciti in sala con un tempismo sfortunato (almeno in America, da noi già rinviati) come Emma, Onward o L'uomo invisibile che hanno visto la loro performance al botteghino influenzata dalla situazione. Le case di distribuzione sono corse ai ripari non rispettando la normale tempistica delle finestre distributive e rilasciando anticipatamente i film in formato digitale. Al prezzo di quasi 20 dollari si può noleggiare per 48 ore il film che, prima della chiusura dei cinema statunitensi, era in sala. Onward, ultimo film Pixar, entrerà nel catalogo Disney+ addirittura il 3 aprile diventando disponibile per tutti gli abbonati al servizio streaming della Casa di Topolino. Non solo: nel caso di alcuni film di prossima uscita per l'home video, la copia digitale è stata già rilasciata su tutti i canali più comuni (è il caso dell'ultimo episodio di Star Wars). Anche in Italia su Chili è già disponibile, a un prezzo poco più alto del normale biglietto per il cinema, la copia digitale di Emma, film che da noi era previsto per giugno. Per ora si tratta di un esperimento dovuto a una situazione di natura straordinaria, ma se questa scelta distributiva verrà premiata dai consumatori siamo certi che diventerà un vero e proprio nuovo modello.

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Issata la bandiera, i pirati son tornati

Pirateria

E' chiaro che avendo a che fare con file digitali alla massima risoluzione assisteremo a una nuova florida stagione di pirateria. Contemporaneamente all'uscita ufficiale si troveranno illegalmente gli stessi prodotti con la stessa qualità, gratis, per chiunque sappia come trovarli (e se la senta di rischiare con la legge). A quel punto, anche a causa del fatto che la pandemia avrà delle conseguenze soprattutto economiche, siamo convinti che assisteremo a un nuovo florido proliferare di siti pirata illegali che colpiranno ancora più a fondo il sistema distributivo dell'industria cinematografica. Perché, inutile nascondersi dietro a un dito ed evitare la realtà, si preferirà avere un'illegale copia digitale gratis, per sempre, che pensare di agire correttamente e aiutare l'industria pagando per lo stesso file un noleggio temporaneo di 48 ore. Più pirateria e meno incassi significa anche un rallentamento per tutta la produzione dedicata al mondo dell'intrattenimento cinematografico a partire dai supporti fisici che ancora, seppur sempre meno, interessano gli appassionati dell'home video. Non aiuta, seppur svolta con le migliori intenzioni, la scelta di regalare in questi giorni libri in formato digitale o distribuire film completi su Youtube. Sono gesti meravigliosi, ma che tuttavia abituano alla gratuità del digitale creando un'associazione di pensiero controproducente: quando arriverà il momento di pagare per leggere un libro o guardare un film senza poter toccare con mano l'oggetto dell'acquisto si preferirà ricambiare la generosità con l'illegalità.

Se non è blockbuster lo guardo a casa

Pancia

A rimetterci saranno, una volta per tutte, i film più piccoli e indipendenti. Se l'idea del noleggio "premium" avrà il successo sperato si andranno a perdere tutte quelle uscite considerate Limited utili ai film piccoli, da festival, che non possono reggere la grande distribuzione e rintanandosi attraverso la distribuzione in streaming. Immaginate un mondo dove film come Parasite, The Lighthouse o i film di Lars von Trier o Terrence Malick saranno disponibili solo on demand o attraverso copie digitali perché al cinema si preferisce il grande spettacolo capace di incassare cifre grosse. Non è una novità, purtroppo, ma la conseguenza estrema di un trend che si è fatto sempre più forte nel corso degli ultimi anni quando abbiamo assistito a numeri del botteghino da capogiro per pochi film d'intrattenimento spettacolari dall'incasso sicuro e l'uscita di altri film di diverso genere su Netflix o Prime Video. Immettere in un mercato on demand il film più autoriale che al cinema non incassa poi così tanto, senza le spese di distribuzione che bisogna sostenere per le sale cinematografiche, sembra essere una soluzione per abbattere dei costi e incassare in qualche modo lo stesso. L'emergenza di queste settimane potrebbe velocizzare questo processo.

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Fino ad avere la pancia piena

Coronavirus Abitudini Dopo Copertina

Potremmo pensare che chi non sentirà crisi dopo questa tragica situazione saranno i colossi dello streaming, Netflix in primis. Essendo costretti a rimanere in casa la tv è un ottimo passatempo e possiamo avere a disposizione migliaia di film e serie tv da recuperare e vedere, a qualsiasi ora del giorno. Con lo sport interrotto e l'obbligo di non uscire dalle mura domestiche se non per casi di estrema necessità, il primo pensiero è quello di poter avere come valvola di sfogo un catalogo potenzialmente sterminato e migliaia di ore di visione a disposizione. Fino a farne indigestione. Siamo davvero sicuri di aver voglia di cinema o televisione anche quando tutto questo periodo critico sarà finito? Forse sentiremo più la necessità di altre attività che adesso ci vengono negate che di cinema. Mancherà l'esperienza in sala, ma in questo mondo in cui possiamo vedere (ed è normale farlo) Roma o The Irishman sullo schermo di un cellulare quanti sono gli spettatori che sentono così tanto la mancanza della sala? Crediamo, invece, che una volta sconfitta la pandemia, con tutti i film posticipati che usciranno in breve tempo, ci sarà un dislivello di mercato, più offerta che domanda. Saremo, in definitiva, abbastanza sazi di storie tanto da non sentirne la stessa necessità che invece, in situazioni normali, è ben diluita lungo il corso dell'anno.

Che fine farà il mondo analogico?

Popcorn

La pellicola inserita nel proiettore che scorre mentre una mano ruota una manovella. Nastro adesivo e forbici per il montaggio del film. Ma anche una sala cinematografica piena di spettatori che ridono all'unisono, la condivisione di un bidone grande di popcorn. Tutte immagini di un mondo analogico che si evoluto nel tempo e forse, tra qualche mese, sarà davvero finito. Perché l'effetto peggiore di questa pandemia è che ha colpito la nostra quotidianità, la nostra routine, la nostra normalità. E ne ha creata un'altra fatta di distanze di almeno un metro, conversazioni via Skype, mani da lavare continuamente e una buona dose di paranoia. Nello stesso momento azioni e gesti che ci sembravano essenziali non lo sono più e la paura del contatto fisico e della vicinanza con altre persone sembra coinvolgerci maggiormente. Alla luce di tutto questo saremo pronti, una volta riaperti i cinema e ricominciata la normale distribuzione a ritornare in sala in mezzo ad altre persone o la nuova routine ci avrà talmente abituato a preferire le copie digitali e i servizi streaming da considerare l'apertura dei cinema ininfluente? Prenderemo ancora il popcorn gigante da condividere? Ci riabitueremo alle sale rumorose, ai commenti durante il film, ai piedi di chi ci sta dietro che colpiscono lo schienale della nostra poltrona? In una domanda: saremo pronti a ricominciare? La sensazione è che, al di là dell'emergenza medica, stiamo assistendo a un grosso cambiamento sociale e che di fronte a noi il sentiero più battuto e rassicurante ha lasciato spazio all'ignoto misterioso dove persino la nostra passione rischia di diventare radicalmente diversa nei modi e nella fruizione. Eppure, se essere appassionati di cinema ha mai significato qualcosa, dovremmo aver visto abbastanza storie per sapere che è proprio entrando nell'ignoto che si possono nascondere le avventure migliori.