Incontriamo Emmanuel Mouret, regista e interprete della sua opera terza, Cambio di indirizzo, una commedia agrodolce su un triangolo amoroso.
Signor Mouret, come nasce questo film?
Emmanuel Mouret: E' difficile dire come mi sia venuta questa idea. La situazione di partenza è la ricerca di una casa, dinamica che mi ha sempre incuriosito e interessato. Poi del cinema francese ho sempre amato i tipi goffi, attraverso di loro ho amato il cinema. La cosa che mi colpisce di più nella goffaggine è che fa emergere il lato più intimo del carattere. Ho imparato una lezione da registi come Keaton, Tati, Allen: quando i goffi cadono, si risollevano e continuano serenamente a vivere, senza accusare nessuno.
L'hanno spesso associata ad Allen o a Rohmer. Che ne pensa dell'accostamento?
Emmanuel Mouret: I registi a cui più spesso mi hanno accostato sono i due che ha citato e Truffaut. Se devo dire che il loro cinema mi ha molto influenzato e ispirato, quello sicuramente è vero, ma da qui a paragonarmi a loro mi sembra sia eccessivo.
Lei interpreta nei suoi film sempre uno stesso tipo di personaggi, impacciato, goffo. E' in qualche modo autobiografico, una sorta di personaggio ricorrente?
Emmanuel Mouret: Tutte le problematiche che emergono nei miei film sono in qualche modo autobiografiche, ma non lo sono le situazioni. Un regista deve a mio avviso mettere molto della sua intimità nelle proprie pellicole. C'è il fatto che in Francia il mio stile è molto riconoscibile. Sarà forse anche per questo che molti vedono la presenza di un personaggio ricorrente, ma in effetti non è così.
Si dice che non riesce ad avere grandi finanziamenti perché non vuole inserire volti noti nei suoi film. Quanto c'è di vero?
Emmanuel Mouret: Mah, in ogni film, anche in questo, c'è qualche attore famoso. Scelgo però di non prenderli come protagonisti, e di puntare su volti sconosciuti per dare una propria personalità ai miei lavori. Non nascondo che questo sia abbastanza difficile e complicato.
Nel suo film si potrebbe dire che sono le donne a comandare il gioco?
Emmanuel Mouret: Si, forse si, anche se si tratta di mie sensazioni personali. Non è un film a tesi, non volevo fare un film di quel genere. Tra l'altro le due donne e i due uomini del film sono estremamente diversi fra loro, e queste diversità mi incuriosivano. Ci sarebbe Hawks che nelle sue commedie faceva condurre il gioco sempre dalle donne, sarebbe un bel paragone, ma penso proprio che non sia adatto al mio film.
Qualche notizia sul suo prossimo film?
Emmanuel Mouret: Dovevo iniziare le riprese a novembre, ma sono slittate per curare al meglio il lancio di Cambio d'indirizzo. Reciterò insieme a Stefano Accorsi, e il titolo sarà Un bacio, per favore. Racconterò delle conseguenze impreviste di baci inaspettati...