Come sono diventato un supereroe, la recensione: grandi poteri, grandi responsabilità

La nostra recensione di Come sono diventato un supereroe, il nuovo film a tema supereroi del regista esordiente Douglas Attal, disponibile su Netflix dal 9 luglio 2021.

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Come sono diventato un supereroe: una scena del film

In questa recensione di Come sono diventato un supereroe parleremo di un esordio alla regia estremamente interessante. In un periodo dove al cinema ed in tv i supereroi sono decisamente tornati in auge, è sempre rischioso proporre prodotti a loro dedicati senza uscire sconfitti dall'impietoso confronto con gli iconici paladini di casa Marvel o con l'irriverente e scorretto The Boys di Prime Video. Netflix aveva già tentato di proporre i suoi supereroi con la serie Jupiter's Legacy, fallendo e non riuscendo ad entrare fino in fondo nei cuori degli spettatori, cancellando il titolo poco tempo dopo il suo esordio in piattaforma, senza dimenticare Project Power dello scorso anno, che è in parte sovrapponibile a questo nuovo titolo nello spunto di partenza. Ci riprova ora proponendo in catalogo Come sono diventato un supereroe, diretto dal regista francese Douglas Attal, un film dal titolo decisamente scanzonato che stavolta, però, propone una storia che si incrocia col poliziesco puro, trasportandoci in un mondo non proprio uguale a quello che tutti conosciamo.

Supereroi gente comune nella trama

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Come sono diventato un supereroe: il protagonista in una scena

Nella storia di Come sono diventato un supereroe seguiamo il tenente Gary Moreau, un poliziotto trasandato e svogliato che non mostra ormai da tempo particolare dedizione al lavoro. In una Parigi dove i superpoteri sono quasi una normalità, la lotta al crimine è piuttosto complicata, specialmente quando inizia a circolare una droga molto particolare: una sostanza che se inalata sembra in grado di conferire temporaneamente i poteri anche a chi non è dotato. Dopo che un misterioso incendio ad un night club e un attentato in una scuola ad opera di uno studente sembrano avere una stessa matrice, la polizia inizia ufficialmente ad indagare sul caso e Moreau e la sua nuova collega, Cécile Schaltzmann, si troveranno invischiati in una vicenda estremamente pericolosa che vede coinvolta un'organizzazione criminale senza scrupoli.

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Da grandi poteri grandi responsabilità

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Come sono diventato un supereroe: un'immagine del film

Da un grande potere derivano grandi responsabilità, il caro Zio Ben di Spider-man aveva ragione, questa iconica e celebre frase è, infatti, il fulcro di questo film. Se da una parte abbiamo Moreau che sembra quasi voler rifulgere ogni responsabilità, dall'altro abbiamo la sua collega che sembra assumersene anche troppe. La responsabilità è la chiave per comprendere la trama e il fulcro intorno al quale vengono fatte ruotare le vicende. Chi sviluppa la droga dei superpoteri lo fa per averne tutti i benefici senza dover tenere conto delle responsabilità, non considerando che chi è dotato di speciali capacità non possiede solo un'arma ma un mezzo per poter magari rendere la vita migliore a chi gli sta intono. La dicotomia del superpotere come arma o come tutela costituisce sicuramente la parte più interessante del film che vediamo incarnata per vari motivi - che preferiamo non svelarvi - dal personaggio di Moreau: è lui il centro della narrazione, lui è la metafora incarnata che racchiude il senso stesso della pellicola.

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La commistione di generi

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Come sono diventato un supereroe: il protagonista in una scena del film

Al netto di più di qualche ingenuità narrativa, possiamo comunque affermare che il film funziona piuttosto bene. La commistione tra il genere poliziesco e l'elemento fantastico/supereroistico è gestita estremamente bene, permettendo allo spettatore di appassionarsi alle vicende senza pensare troppo a qualche imperfezione che potrebbe veder emergere, specialmente per quanto riguarda il comparto tecnico. Ovviamente non ci troviamo davanti ad un prodotto dal budget elevato e a pagarne lo scotto sono inevitabilmente gli effetti speciali, presenti in maggiore quantità specialmente nella parte finale del film. Riuscendo ad entrare nella storia, comunque, queste piccole sbavature non daranno più di tanto fastidio in quanto veramente marginali e relegate ad un segmento ben preciso del film. Noi ne consigliamo comunque la visione a tutti coloro che hanno intenzione di trascorrere poco più di un'ora e mezza con una storia interessante, leggera e ben strutturata.

Conclusioni

Per riassumere la nostra recensione di Come sono diventato un supereroe possiamo dire che questo film di esordio di Douglas Attal risulta una visione veramente piacevole. Con una trama non originalissima ma ben strutturata è in grado di catturare l’attenzione dello spettatore per tutta la durata. Ottimi i personaggi e la gestione dell’intreccio, che presenta comunque qualche ingenuità di poco conto. Nota dolente sugli effetti speciali low budget concentrati specialmente nella parte finale del film.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • I personaggi, interessanti e significativi.
  • La storia in grado di appassionare lo spettatore…

Cosa non va

  • … ma con qualche ingenuità nella trama.
  • Gli effetti speciali.