Coma, la recensione: il lockdown secondo Bertrand Bonello, tra Barbie, Ken e incubi lynchiani

La recensione di Coma, pellicola sperimentale di Bertrand Bonello in uscita come evento speciale dal 10 al 12 luglio con Wanted Cinema,.

Coma, la recensione: il lockdown secondo Bertrand Bonello, tra Barbie, Ken e incubi lynchiani

Non un film vero e proprio, ma un pastiche che fonde tecniche e stili diversi. Il tutto innaffiato di una buona dose di ironia. Coma, il film di Bertrand Bonello di cui vi parliamo in questa recensione, in uscita come evento speciale dal 10 al 12 luglio con Wanted Cinema, rivela ciò che resta dell'esperienza del lockdown nella mente del regista francese: un gran caos. Utilizzando tecniche miste, dall'animazione 3D al cartoon, passando per live action, telecamere di sorveglianza e immagini subliminali in stile lynchiano, il regista immagina il lockdown di un'adolescente francese, nello specifico la figlia Anna, interpretata da Louise Labèque, tra ansie, noia e chiamate Facetime alle amiche.

Coma Louise Babeque Letto
Coma: Louise Babeque in una scena a letto

Il legame della ragazza con l'esterno è rappresentato da Patricia Coma (Julia Faure), youtuber tuttologa che passa dall'enunciare le previsioni del tempo a fornire ricette culinarie e lezioni di vita. Ma nei sogni dell'adolescente, lei e la youtuber si incontrano in una foresta, un'intricata rappresentazione onirica del suo inconscio turbato dalla situazione sanitaria globale, dove la visione in soggettiva sembra attingere a piene mani alle strane soggettive lynchiane sperimentate nella terza folle stagione di Twin Peaks, ma anche al punto di vista dei videogame sparatutto.

Un film che parla dell'adolescenza o all'adolescenza?

Coma Barbie
Coma: Barbie e Ken in una scena del film

Coma si prefigura come l'opera più personale di Bertrand Bonello, ma anche come la più ermetica. Quanti spettatori avranno la voglia e la pazienza di decifrare le elucubrazioni di Patricia Coma sull'esistenza? Quanti rideranno di gusto di fronte alla soap tra Barbie e Ken in cui, mentre lei cerca di sviscerare le ragioni dei tradimenti del compagno di plastica, lui sembra più preoccupato di un altro tradimento, quello di Kristen Stewart ai danni di Robert Pattinson. E le risate ci sono, preregistrate e inserite in modo apparentemente casuale: a tratti sottolineano lo humor sottile presente nel film, a tratti esplodono dopo momenti apparentemente drammatici o malinconici. Che servano a spiazzare (o svegliare) lo spettatore?

Coma Julia Faure
Coma: Julia Faure cucina in una scena

Progetto intimo e piccolo, soprattutto nelle intenzioni del regista, il film si apre e si chiude con una commovente lettera alla figlia Anna, che ha compiuto 18 anni proprio durante il lockdown e che suona come una confessione. Il tutto accompagnato da immagini di varia natura, scene familiari in pellicola tanto sgranate da risultare quasi incomprensibili nella parte iniziale, spettacolari eventi naturali, monti innevati, frane ed eruzioni in quella finale. Il regista non rende la vita facile allo spettatore, accostando i materiali nel modo più disparato, col risultato che le sue intenzioni risultano piuttosto criptiche.

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Un patchwork di tecniche per descrivere l'inconscio

Coma Animazione
Coma: una sequenza in animazione

In un'epoca in cui a dominare al botteghino sono blockbuster dalle trami lineari e cinecomic formulaici e poco originali, un'opera come Coma risulta non solo spiazzante, ma anche oscura e incomprensibile, fino a rischiare di essere percepita come respingente. Se si escludono i riferimenti alla cultura pop adolescenziale, Bonello esita a fornirci la chiave di lettura di una pellicola patchwork che aspira a descrivere la mente confusa di un'adolescente costretta in una situazione assurda mai provata prima.

Coma Louise Babeque Benda
Coma: Louise Babeque bendata in una scena del film

Di conseguenza, apprezzare tutti i riferimenti gettati alla rinfusa in un'opera che dura 75 minuti scarsi richiederebbe più visioni, tabù per la 'cultura usa e getta' che va per la maggiore oggi tra i giovani. La stessa cultura di cui è intriso un lavoro che, pur dichiarando programmaticamente di voler "imitare" la mente di un giovane, frappone tra il materiale e il pubblico uno filtro autoriale di consapevolezza, sperimentalismo e citazionismo che poco o niente ha a che vedere con l'odierno mondo degli adolescenti.

Conclusioni

Come svela la nostra recensione, Coma di Bertrand Bonello è un'opera intima e personale in cui il regista francese Bertrand Bonello descrive il tumulto interiore della figlia diciottenne durante il lockdown utilizzando un mix di tecniche. Il risultato è una pellicola spiazzante e oscura come l'inconscio che mescola cultura pop, live action, animazione ed elucubrazioni sull'esistenza. Ostica, probabilmente, soprattutto per il pubblico adolescente che prova a descrivere.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.5/5

Perché ci piace

  • Le citazioni pop che strappano il sorriso.
  • Lo humor infuso in una pellicola di difficile comprensione immediata.
  • La durata contenuta, adeguata al tipo di progetto.
  • La varietà di stili adottata dal regista che riproduce la confusione mentale della figlia in lockdown...

Cosa non va

  • ...ma che risulta spiazzante e confusa anche allo sguardo dello spettatore più attento.