Rilassato e pronto alla battuta. Colin Farrell accoglie con un sorriso i giornalisti presenti alla conferenza stampa de La ballata di un piccolo giocatore, diretto da Edward Berger e scritto da Rowan Joffé, nonché direttamente tratto dall'omonimo romanzo di Lawrence Osborne. "Non ho mai affermato direttamente di sapere in modo dettagliato di cosa trattassero in modo più ampio le sceneggiature da me interpretate", spiega Farrell, quando gli chiedono come sia stato affrontare un protagonista in bilico tra dipendenza e redenzione. "La differenza la fanno gli spettatori, sono le persone che trovano cose sempre diverse nei racconti".
Presentato in anteprima al Telluride Film Festival, per poi arrivare su Netflix il 29 ottobre (in America è uscito in diverse sale selezionate), La ballata di un piccolo giocatore racconta di Lord Doyle, incallito giocatore d'azzardo nascosto tra le bische di Macao. Scappa dai creditori, almeno fin quando arriva l'offerta che potrebbe salvarlo. Dietro, secondo l'attore, nel film ci sono "l'avidità, la cupidigia, la ricerca di un significato nei posti sbagliati". Qualcosa che "ha a che fare con la civiltà occidentale che tutti condividiamo, dove viene data un'importanza sempre maggiore al successo. Non sono contrario, ma è fuorviante identificare il proprio valore esclusivamente attraverso il successo".
Colin Farrell, accartocciato giocatore d'azzardo per il film Netflix
Peculiarità, l'atmosfera urbana della storia. Macao diventa il palcoscenico perfetto. "Dicono che Macao sia Las Vegas sotto steroidi, ma per me è il contrario", confida Farrell, "Mi sembra più orientata alle famiglie rispetto a cosa possa essere Vegas. Non ho visto nessuno ubriaco. Ma lì sono molto concentrati sul gioco d'azzardo. È davvero un luogo di grande contrasto. Old Town, Macao, Coleran, e poi nel mezzo, questo colosso brulicante di vita. È stato un assalto ai sensi ed è stato strano vivere in un hotel casinò per otto settimane. Ero costantemente circondato e immerso nell'ambiente. I luoghi sono importanti, sia che si tratti di In Bruges o The Banshees of Innisharen".
Ma la grande domanda è un'altra: la fortuna esiste oppure no? Aspirazione per ogni giocatore, ma anche condanna, pericolosa utopia. "Non sono un gran giocatore d'azzardo, ma ho giocato quando ero giovane a Las Vegas, all'inizio dei miei vent'anni. Non sono mai stato molto bravo e non mi è mai interessato molto. Se credo nella fortuna? Beh, dipende dai giorni. Alcuni giorni sì, altri no, altri ancora dico che sì, la fortuna e il caso esistono, mentre altri giorni penso che tutto sia collegato e che la fortuna sia creata dalle nostre scelte. Credo però nella sincronicità. Adoro quelle cose che alcune persone potrebbero comprensibilmente definire coincidenze, e che io definisco volentieri dei segnali".
L'attore, generoso e disponibile con i giornalisti, torna indietro con il pensiero, ai tempi dei primi lavori. "Dopo la scuola sono andato a lavorare. In un ristorante, in una banca, in un negozio di abbigliamento. Sono stato istruttore di ballo country. Non mi sono mai trovato in difficoltà finanziarie o nella situazione finanziaria in cui si trova Doyle. Ma la pressione l'ho avuta. Il denaro è davvero uno stress enorme per tantissime persone. Conosco bene la pressione, l'ansia".
La ballata di un piccolo giocatore: il pericolo dell'illusione
La ballata di un piccolo giocatore mette in scena persone che vivono all'interno di un'illusione, dovendoci poi rinunciare. "Abbiamo tutti una prospettiva e un modo personale di elaborare le informazioni. Quello che puoi fare è prendere l'illusione di te stesso e crearne un'altra, così da poterla vivere".
Se la vita può essere un gioco d'azzardo, oltre al lancio dei dadi è importante essere onesti rispetto alle scelte intraprese. A volte, però, "bisogna buttarsi", dice Colin Farrell. "Capita di attivare un tiepido senso critico, e valuti la situazione in cui ti trovi e da dove vieni, cercando di prendere la decisione migliore per te, la tua famiglia, chi ti ama e chi ami. Altre volte, invece, sei un po' più egoista, segui l'istinto e non pensi. Basta essere onesti rispetto alle proprie decisioni. Sappiamo tutti che una decisione che poteva sembrare giusta, col tempo potrebbe rivelarsi sbagliata. E le decisioni sbagliate finiscono per avere una vita strana e contorta. La vita è un casino, e non ho idea di come affrontarla".