È arrivato su Disney+ Cip & Ciop agenti speciali, film diretto da Akiva Schaffer (autore per il Saturday Night Live) che riporta sul piccolo schermo i due amati scoiattoli di casa Disney. A metà tra sequel e reboot, il film, girato in tecnica mista, ci mostra i due protagonisti che, dopo i fasti degli anni novanta, hanno preso strade diverse: Cip lavora come assicuratore, mentre Ciop, dopo aver fatto un intervento per la CGI gira le fiere nella speranza di ritrovare i giorni di gloria. A sconvolgere di nuovo la loro vita c'è la misteriosa sparizione di Gattolardo, anche lui membro del cast della serie storica, che sembra legata alla criminalità organizzata. Cip e Ciop dovranno così collaborare con la polizia per sventare l'associazione criminale responsabile del rapimento del loro amico, ma per farlo dovranno mettere da parte le loro divergenze e tornare ad essere una squadra. Azione, divertimento e uno humor irresistibile fanno di questa pellicola un vero e proprio omaggio all'animazione e al cinema action degli anni novanta. Ne abbiamo parlato con i doppiatori del film Giampaolo Morelli, Raoul Bova, Francesca Chillemi e Jonis Bascir, che durante la conferenza di presentazione hanno sottolineato quanto sia stato emozionante per loro partecipare al doppiaggio di un film della casa di Topolino.
L'esperienza di doppiaggio
Il discorso è iniziato parlando subito di doppiaggio, delle difficoltà incontrate ma sopratutto dell'esperienza vissuta. Giampaolo Morelli scherzando ha affermato: "Penso ci sia una somiglianza naturale con Ciop. Ci sono una serie di riferimenti ad un tipo di cinema che mi è sempre piaciuto molto, e avere l'occasione di immergersi in quel mondo, anche solo con la voce, è stato fantastico." Ha poi affermato: "Non è necessario che tu abbia visto la serie di Cip e Ciop per godere di questo film. Chi conosce la serie ha in più un effetto nostalgia, ma i riferimenti che appaiono sono comprensibili più o meno da tutti." Anche Raoul Bova ha raccontato quella che è stata la sua esperienza nel doppiare Cip: "Ho seguito molto il nostro bravissimo direttore del doppiaggio. La tonalità che ci ha dato è abbastanza veritiera. Poi sono entrato in competizione con Giampaolo perché lui ha finito prima di me" ha affermato ridendo, per poi aggiungere: "Io ho una passione trentennale per la Disney, ho iniziato con i miei primi figli e ora sto ripetendo la visione con le più piccole. È bello vedere come quei film non invecchino mai, sono rassicuranti e studiati per veicolare vari concetti. Sono molto più stimolanti di tanti programmi che ci sono ora in tv che sono solo intrattenimento." Francesca Chillemi, invece, sul doppiaggio ha confessato le sue difficoltà: "Il doppiaggio è un lavoro a sé stante, io non sono intonata e le sessioni di doppiaggio mi preoccupano molto di più delle giornate sul set." Ha poi aggiunto: "Sono appena tornata da Disneyland con mia figlia e ho i miei classici preferiti: Il re leone, La bella e la bestia e ogni volta che li vedo torno bambina. Ogni storia ha un messaggio e io sono cresciuta con quella magia."
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Cosa significa rischiare
"Il rischio più grande è non rischiare mai" questa è di sicuro una delle battute più significative del film, ma cosa ne pensano gli attori? Si sono mai trovati nella condizione di dover rischiare nella loro carriera? Giampaolo Morelli ha raccontato un aspetto molto personale di sé, anche se con la solita ironia: "Questo lavoro l'ho fatto un po' per disperazione: io ero e sono tutt'ora dislessico, ho avuto grosse difficoltà scolastiche e negli anni ottanta non si sapeva ancora bene cosa fosse la dislessia e per disperazione mi sono dovuto trovare un lavoro in cui non ci fosse da studiare a memoria o matematica, ho dovuto mettere tutto me stesso in questo." Raoul Bova, invece, sottolinea un aspetto importante del rischio: "Credo che il rischio più grosso sia non rischiare, il rischio è andare a fare qualcosa che non conosci ma con la forza e la curiosità di scoprire. Il rischio a volte fa da compagno alla scoperta." Anche Jonis Bascir è intervenuto a riguardo: "Mi sono buttato in questo lavoro rischiando tantissimo, il rischio è alla base della mia vita, ai tempi nessuno avrebbe detto che un mulatto avrebbe potuto fare il mio lavoro."
La cultura degli anni novanta
Qualche riflessione è stata fatta anche sul concetto di reboot, Cip & Ciop agenti speciali può essere considerato sia un sequel che un reboot della celebre serie degli anni novanta, costituendo anche un'ottima occasione per riscoprire molti elementi della cultura televisiva e cinematografica di quegli anni. Raoul Bova a riguardo ha detto: "Il fatto di fare reboot e riprendere vecchie storie ha un significato: vuol dire che quelle serie erano belle. È importante anche attingere dai nostri film e sviluppare altre idee. Le idee si sviluppano e ci sono le crisi di creatività, ma anche questo tipo di tentativi sono creativi allo stesso modo, servono per andare avanti." Jonis Bascir sottolinea un altro aspetto del fenomeno: "I reboot servono a far conoscere. Noi avevamo due canali e vedevamo un po' tutto, anche di non recente. Ora non è così, mentre questi reboot permettono di fare conoscere personaggi e film ai più giovani."