Essere donna al giorno d'oggi è veramente faticoso. Per di più quando si ha un lavoro in cui la competizione ti uccide, una casa a cui badare, una figlia adolescente e ribelle, un ex-marito fannullone e una mamma parecchio anziana che sembra invecchiare meglio di te. E' quello che accade a Eva (interpretata da una strepitosa Angela Finocchiaro), una donna in preda ad una profonda crisi di mezza età che fa i salti mortali per riuscire a cavarsela tutta sola nella giungla dei tempi moderni: il mutuo, le bollette da pagare, la spesa, gli impegni di lavoro e una figlia ribelle le impediscono di prendersi cura di sé e di pensare in maniera serena ad una nuova fase della sua vita. Dopo una lunga gavetta come assistente alla regia Massimo Venier nei film di Aldo, Giovanni e Giacomo, la regista francese Sophie Chiarello esordisce dietro la macchina da presa autodefinendo il suo un esordio 'tardivo' dirigendo un cast in cui annoveriamo Laura Marinoni, Giovanni Storti, per la prima volta protagonista di una commedia senza Aldo e Giacomo che però si sono concessi dei piccoli cammei, Elio di Elio e Le Storie Tese, Raul Cremona e la giovane cantante Antonella Lo Coco, volto noto di X-Factor qui al suo debutto come attrice e come autrice e interprete musicale per il cinema. Sono infatti due i brani originali che fanno parte della colonna sonora e che sono stati inseriti nel suo nuovo album.
Girato a Torino, Ci vuole un gran fisico è stato presentato stamattina dal cast e dal produttore Paolo Guerra (che produce con la sua Agidi) ed arriverà nelle sale italiane da giovedì 7 marzo distribuito da Medusa inserito in uno slot di uscite tutte al femminile che precedono di un solo giorno la ricorrenza della Festa della Donna, da Just like a woman a Amiche da morire passando per Spring Breakers e La cuoca del presidente.
Signor Guerra, come è nata l'idea di fare questo film sulle donne di mezza età totalmente incentrato sull'interpretazione di Angela Finocchiaro?Paolo Guerra: Io e Angela lavoriamo insieme ormai da quindici anni e di fronte a questa proposta con cui Angela mi ha dato il tormento per due anni interi non ho potuto dire di no (ride). Mi sembrava un'idea molto stimolante e coraggiosa e quando abbiamo fatto leggere il soggetto, scritto in parte da Angela insieme a Pasquale Plastino, Valerio Bariletti e Walter Fontana, ad Aldo, Giovanni e Giacomo anche loro hanno apprezzato il progetto e quindi ci siamo buttati nella mischia.
Signora Finocchiaro, come esce da questa esperienza nei panni della cinquantenne in conflitto con il difficile momento della menopausa e l'inevitabile invecchiamento del fisico?
Angela Finocchiaro: Non ho ancora ben capito cosa mi è successo in questi mesi (ride) devo assorbire il film e metabolizzare il risultato che abbiamo ottenuto. So solo che avevo in mente miliardi di cose per questo film e molte le abbiamo dovute tagliare o metterle altrove. Il mio obiettivo era quello di riuscire col sorriso ad esplorare il terreno sentimentale ed emotivo intorno alle donne che arrivano ai cinquanta, insomma volevo analizzare quello che tutti chiamano lo 'shock da soglia'.
Ero stufa di sentire luoghi comuni come quello in cui la menopausa per una donna significa solo avere le vampate e aumentare di peso, la verità è che quando si arriva ad una certa età, e io lo so perché la vivo, ci si rende conto di avere di fronte una porta che si ha paura di aprire. Arriva un momento in cui non ci ci sente più se stesse e si perde in un certo senso la propria identità. Insomma diventare diversamente giovani può essere problematico (ride). Sophie Chiarello li guarda ancora da lontano i cinquant'anni, ma in prospettiva con che sentimenti li attende?
Sophie Chiarello: Sono abbastanza vicini anche per me e devo essere sincera li guardo con un po' di timore. L'obiettivo di questo film era cercare di alleggerire lo sguardo verso un'età della vita che può offrire tante sorprese, sono un'ottimista di natura e quindi per me questo film è stato un po' una liberazione sotto diversi punti di vista. Finalmente ho fatto il mio esordio alla regia, un esordio che mi piace definire un po' 'tardivo', e ho tentato di sfatare il falso mito delle cinquantenni da rottamare che la società tende a considerare quasi invisibili.
Qual è secondo lei il segreto per vivere la famosa mezz'età in maniera consapevole e matura senza patemi o paranoie?
Angela Finocchiaro: Credo che la cosa più importante di tutte sia non perdere il contatto con gli altri, con le persone che ci stanno intorno, non perdere la predisposizione ai sentimenti e alla scoperta di sé. Sono arrivata alla conclusione che gli altri, i figli, i mariti, le amiche, gli amici, ci amano anche se non siamo più giovani ed è palese che stiamo invecchiando. E poi le cinquantenni di oggi non sono mica più quelle di una volta, oggi vediamo in giro meravigliose cinquantenni figlie della rivoluzione sessuale che non accettano di essere messe da parte. Quello che ci frega in questo senso è che superati i cinquanta oggi le donne non hanno un modello a cui rifarsi, le nostre mamme non erano così a cinquant'anni e quindi tocca a noi inventare e reinventare ogni giorno quello che secondo me è un periodo bello, affascinante, doloroso e sempre nuovo della vita.
Laura Marinoni: Il mio personaggio è stato scritto come spirito alternativo a quello di Angela e a me non è sembrato vero visto che in teatro recito sempre in tragedie e drammi pesantissimi, una volta tanto ho avuto l'occasione di essere me stessa e di dire la mia. Penso che la mezz'età per una donna assomigli molto all'adolescenza, è una fase pericolosissima e ricca di grandi novità, su tutte la possibilità di poter selezionare le persone di cui circondarsi senza falsità e ipocrisie. Personalmente in questa fase ho una grande voglia di trovare altre dimensioni e di scoprire cose nuove e da un certo punto di vista sto meglio rispetto a qualche anno fa, ho acquisito un'ironia e una consapevolezza incredibili. L'unico problema è la morte, l'invecchiamento del fisico che ci pone tutte nella scomoda posizione di sentirci delle 'esodate'. Un tema coraggioso quello affrontato in Ci vuole un gran fisico che forse per la prima volta tratta con sarcasmo il tabù della menopausa...
Angela Finocchiaro: Se ci pensiamo bene una volta il tabù era farsi il lifting ora il vero tabù è la vecchiaia. Uomo a cinquant'anni diventa improvvisamente affascinante e autorevole mentre noi diventiamo babbione. Questo ve lo dimostra il fatto che in TV non vediamo mai delle opinioniste sopra i cinquanta ma tanti uomini. Credo che alla base ci sia un problema culturale, un problema che noi abbiamo cercato di mettere a fuoco, una cosa che raramente i film riescono a fare. Finora nella mia carriera ero sempre stata la moglie di qualcuno, la mamma di qualcuno, la zia di qualcuno, ma mai mi era stata data la possibilità di essere me stessa fino in fondo. Non è però un film che tratta male tutti gli uomini a prescindere, ma piuttosto una commedia che sull'onda della memoria del femminismo cerca di mostrarci come i tempi siamo cambiati per le donne...
Laura Marinoni: Le cinquantenni oggi in realtà sono il fulcro delle famiglie, hanno figli adolescenti, spesso i genitori che invecchiano e gli ex-mariti a cui tenere testa, ma hanno anche fidanzati, hobby, amiche. Ad un certo punto della tua vita ti ritrovi in mezzo a tutto questo e ti rendi conto che ci vuole veramente un gran fisico. La cosa che dobbiamo apprezzare è che tutti ti vedono come sei veramente, non ti giudicano per come ti trucchi o ti vesti, le persone ti amano per quello che sei e non vale la pena di cercare a tutti i costi di somigliare a qualcuno diverso da te. La bellezza, a cinquant'anni, è la verità.