Fenomeno Checco Zalone. Fenomeno perché è tutto, e più di tutto. È uno che gioca d'anticipo, uno che aveva capito, prima degli altri, che la comicità è questione di equilibrio, superando i concetti di coretto e scorretto. E voltando lo sguardo indietro, c'è da restare impressionati per il percorso compiuto: un nome d'arte che, in barese, si traduce con 'grezzo' o/e 'tamarro'; gli studi in giurisprudenza, le prime performance ai matrimoni, nei locali, e poi a Telenorba (dove sono passati tutti i comici del Sud), insieme al regista 'dei miracoli' Gennaro Nunziante. Lo stesso regista che, anni dopo - anni dopo il palco-trampolino di Zelig -, lo porterà in cima al botteghino cinematografico. Sì, fenomeno Zalone, comico e artista visionario.
Un top player, come dimostrano i numeri del suo tour teatrale, che fin dal titolo scherza sui cortocircuiti italiani: Checco Zalone Amore + Iva. "L'amore? Funziona come l'Iva". Diciassette regioni, trentotto città, il Brancaccio di Roma, l'Arcimboldi di Milano, l'Arena di Verona. 350 mila biglietti venduti. Un successo incredibile, ora arrivato in streaming su Netflix. Con una suggestione: e se il futuro di Checco Zalone, dopo il cinema, la tv, il teatro, fosse proprio uno show o una serie originale in streaming? Per ora, la nostra, è solo una pazza idea (non ditelo agli esercenti!), accarezzata e suggestiva, e probabilmente speculativa rispetto all'uscita di Checco Zalone Amore + Iva su Netflix. Un'uscita, comunque, sintomatica, che riflette lo stato dell'arte: la potenza distributiva di un film o di uno spettacolo teatrale può essere espansa, andando a catturare un pubblico ancora più trasversale. Come dimostra il folgorante incipit dello show, Zalone travestito da Putin, accompagnato dalle note dei Ricchi & Poveri.
Checco Zalone Amore + Iva, uno spettacolo da record
Perché poi, vedendo Checco Zalone Amore + Iva (il tour è iniziato nel 2022, per finire nell'ottobre del 2023), ci si accorge di quanto la comicità di Luca Medici sia fluida, doppia e pure tripla, ideata e pensata per far ridere di quei riflessi ottusi che contraddistinguono la massa. La stessa massa (di cui facciamo parte, ci mancherebbe) che ama quel comico pugliese che ha avuto l'umile e perseverante capacità di focalizzare la propria poetica in funzione di una satira mai celata, ragionando a voce alta sui temi che vengono spesso e volentieri distorti dalla politica e dall'informazione mainstream: l'identità di genere e l'equilibrio di genere, il razzismo, la disparità sociale, le guerre, le crisi e le ossessioni populiste. E sì, c'è anche il latente narcisismo che passa attraverso lo scrollare degli smartphone, dalla quale condividiamo una vita solo apparente.
Se, come noi, ve lo state chiedendo, il prossimo film, ancora non annunciato (e la suggestione dell'operazione originale in streaming prosegue...), pare sia legato al "tema del narcisismo applicato alle masse", come spiegava in un'intervista al Corriere della Sera. Anche perché, Checco, al cinema, manca ormai dal gennaio 2020 (il Covid era tra le ultime notizie del TG), quando uscì Tolo Tolo (45 milioni d'incasso!), e adesso, archiviato il tour, e con ben quattro anni di materiale a disposizione, avrebbe tempo e spazio per imporsi (di nuovo) sul grande schermo con un nuovo film. Del resto, vedendo il tour teatrale, le idee non mancano: Checco Zalone non si arresta, non si placa, e prosegue, guardandoci dal palco, nel puntare il dito direttamente oltre lo schermo di una televisione connessa per non perdere uno spettacolo da tutto-esaurito, che ha visto alternarsi diverse imitazioni: da Riccardo Muti a Vasco Rossi fino ad Antonio Cassano e Ragady, personaggio che scimmiotta i rapper milanesi, e che vorremmo tanto approfondire: "Minchia zio, quanto sono ricco!".
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Checco Zalone è il nostro Ricky Gervais
Checco Zalone Amore + Iva è un one-man-show di due ore, ma è costruito seguendo una coralità coinvolgente, tra musica, musichette e il fragore delle risate che arrivano dalla platea. Scritto da Luca Medici insieme a Sergio Rubino e Antonio Iammarino, vede sul palco una band di prim'ordine: Antonio Iammarino alle tastiere, Felice Di Turi alla batteria, Egidio Maggio alla chitarra e Pierpaolo Giandomenico al basso. Con loro, un'attrice che lo segue negli sketch, Alice Grasso, insieme alla sassofonista Felicity (a rimarcare l'amore di Zalone per il jazz). Ovvero, "i ragazzi che hanno iniziato con me, vent'anni fa".
"Sono partito dal profondo sud, e vedere dieci mila nordici che acclamano un terrone di merda è la mia soddisfazione più grande!", dice, rivolgendosi all'Arena di Verona. Miscelando tutto, graffiando come al solito, Checco Zalone parla una lingua pop, accessibile e chiara; come i grandi maestri insegnano, Medici, al centro di un palco scevro dagli orpelli, si mette nei panni del pubblico, cercando quei toni comici che vengono enfatizzati da una maschera da 'zoticone'. Dietro questa maschera, orgogliosamente e onestamente mostrata (divertente e divertita), l'amato Checco ha la piena libertà di essere necessariamente scorretto, azzerando il dilagante (e strumentale) buonismo che ha azzoppato tanto l'umorismo quanto la satira stessa. Ecco, se mancavano le prove, dopo Checco Zalone Amore + Iva la teoria dei paragoni è dunque inconfutabile: Luca Medici è il nostro Ricky Gervais.