Ci è capitato spesso di pensarlo, alcune volte lo abbiamo anche scritto: ABC Family dimostra coraggio nel suo ambito di rete televisiva che si rivolge ad un pubblico giovane. Lo ha dimostrato con Switched at Birth, con The Fosters e Twisted, imbastendo dei teen drama dai presupposti più intriganti e socialmente stimolanti della media del genere. Tra bambine scambiate alla nascita, ragazzi in affidamento e un sedicenne appena uscito dal carcere minorile, non si può dire che la rete basic cable si sia tirata indietro quando si è trattato di dare in pasto ad un pubblico di famiglie temi su cui spendere un minimo di riflessione.
Ma quanto in là ci si può spingere dato il proprio target primario? Qual è il limite da non superare per risultare indigesti a qualcuno che non cerchi True Detective o Il trono di spade, ma si avvicini per gusti più a quanto fanno network come ABC, nell'approccio family, o CW, per quanto riguarda l'attenzione agli spettatori più vicini all'adolescenza? Con Chasing Life, lanciata la scorsa estate ed ora nel pieno della sua seconda stagione, quel limite è stato messo nuovamente alla prova, perché la April che ne è protagonista è una giovane intraprendente, brillante, piena di vita... che scopre di essere malata di leucemia.
Aggrapparsi alla vita
April Carver è una donna forte, indipendente... vitale! Giornalista d'assalto, capace con la sua intraprendenza di guadagnarsi un'intervista esclusiva al campione di turno nel corso di un evento di beneficenza. Qualcosa che le vale visibilità e considerazione da parte del suo editore, un incarico importante e, purtroppo, l'inaspettata diagnosi di una malattia seria che può mettere a repentaglio la sua carriera e la sua vita. Le analisi fatte durante l'evento, che prevedeva donare sangue per una giusta causa, rivelano una drammatica realtà: April ha la leucemia. Inizia così per lei un percorso doloroso, che parte dal rifiuto e deve pian piano diventare consapevolezza di dover vivere un'esistenza diversa, difficile da gestire e anche solo comunicare e condividere con chi la circonda. Un percorso fatto di alti e bassi che la protagonista Italia Ricci sa rendere su schermo con efficacia.
La notizia che cambia una vita
A comunicarle la notizia è lo zio George, oncologo di professione, col quale però non corre buon sangue perché direttamente collegato ad un altro trauma della sua vita: la morte del padre in un incidente d'auto. Lo zio è però l'unico a sapere inizialmente, oltre alla sua migliore amica. Ben più difficile annunciare la drammatica notizia a madre, sorella e nonna, ad una famiglia su cui ancora grava lo spettro di quanto accaduto al padre e del difficile rapporto con zio George. Rapporti complessi che imbastiscono la struttura emotiva portante di Chasing Life, che dimostra di saperli gestire bene e saperli sfruttare per tratteggiare e completare la personalità e l'esistenza di April. Una costruzione familiare completata dalle nuove conoscenze della giovane donna, quelle legate alla malattia, al gruppo di supporto per i malati di cancro che la mette a contatto con quel nuovo lato della sua vita.
Scelte coraggiose
Non si può quindi negare il coraggio di ABC Family, ma anche la capacità di gestire e sviluppare tali scelte e il difficile equilibrio tra la porzione più drammatica della storia, quello legato alla malattia di April e le sue conseguenze, e quello più leggero e da commedia che rende la serie di Susanna Fogel e Joni Lefkowitz (basata sulla messicana Terminales) un vero e proprio dramedy. Un equilibrio, dicevamo, difficile che infatti non sempre si riesce a sostenere in pieno: se un difetto si può trovare a Chasing Life va ricercato in alcune banalità ed eccessi, ma anche all'aggiunta, forse prematura ed affrettata, di ulteriori problemi e linee narrative nella seconda metà della prima stagione. Lo show resta comunque un discreto family drama, già rinnovato per una seconda stagione e capace di intrattenere e offrire spunti di riflessione. E non è poco.
Movieplayer.it
3.5/5