Carrie Fisher ci ha lasciato. La notizia di quest'oggi è stata tanto triste quanto purtroppo prevedibile, e sarebbe stata buona norma per un sito come il nostro preparare tutti gli articoli del caso per omaggiare al meglio, e in tempi rapidi, una personalità di questo calibro. Ma se qui a Movieplayer.it già non facciamo spesso ricorso a questa pratica che non ci piace, nel caso di Carrie Fisher ci siamo proprio rifiutati di ragionare sul tipo di articoli da preparare prima che l'inevitabile accadesse.
Ora che invece è successo, ci ritroviamo nella spiacevolissima situazione di dover scrivere qualcosa nella peggiore condizione possibile: fuori a cena, con il solo fido smartphone a disposizione, e circondati da bambini allegri e chiassosi. Un'amica ci chiede perché questa esigenza di dover scrivere qualcosa subito, quando tutto il mondo ne sta già parlando, ed una vera risposta non c'è perché è evidente che non sia certo necessario questo nostro omaggio. Di certo non per la Principessa Leia che mai come in questo momento è nei pensieri di tutti.
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Non chiamiamola principessa
Il punto forse è proprio questo, che a morire non è stata Leia Organa, ma un'attrice ed una donna che ha visto l'intera sua esistenza condizionata da questo iconico e leggendario ruolo. E che col tempo, con tanta fatica e difficoltà, tanta ironia ed autocritica, è riuscita non a far dimenticare il personaggio che l'ha resa celebre - nessuna ci sarebbe potuta mai riuscire - ma a dimostrare al mondo intero che era molto di più.
Sia chiaro: anche per noi Leia ha rappresentato il primo "amore", così come il suo bikini dorato ci ha consegnato i primi turbamenti sessuali (Friends docet), ma la difficilissima parabola di Carrie Fisher ci ha insegnato molto di più, ci ha mostrato il vero lato oscuro. Non quello del "padre" Darth Vader, ma quello della fama. Perché, parafrasando il saggio Yoda, la fama può portare alla droga e all'alcool. E questi portano ad una vita d'inferno. La stessa che proprio lei ci ha raccontato, senza remore, nelle sue biografie e nelle tante interviste.
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Non solo Leia
La cosa davvero buffa della carriera di Carrie Fisher è che - nonostante non sia mai stata davvero una grande attrice e nonostante la sua ascesa sia stata fortemente condizionata non solo da un ruolo impossibile da scrollarsi da dosso ma anche da tanti problemi - farebbe comunque invidia a tante altre attrici ben più attive e navigate: prima di Star Wars un film culto come Shampoo; subito dopo il mito di The Blues Brothers, Hannah e le sue sorelle di Woody Allen e un'altra commedia romantica per eccellenza quale Harry, ti presento Sally. In pratica gli anni '80 nella loro essenza sono passati attraverso lei. Poi tantissimi piccoli ruoli tra cinema e TV, spesso prendendo benevolmente in giro Guerre stellari, Leia e soprattutto se stessa.
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Per chi scrive in particolare Carrie Fisher ha inconsapevolmente rappresentato l'amore, sempre e comunque. Non solo quell'amore giovanile e ingenuo per la bella ma tostissima Leia, ma uno degli amori più puri che abbiamo mai conosciuto, quello per il cinema. Perché quel Guerre Stellari è stato il primo e definitivo amore per la settima arte; la scena di The Blues Brothers delle "cavallette" e quel fenomenale bacio ancora oggi è forse tra i momenti che più amiamo, citiamo e riguardiamo in assoluto; quell'Hannah e le sue sorelle è stato tra i primi film di Woody che abbiamo visto e apprezzato; e l'amica di Sally nel film di Rob Reiner era un personaggio secondario di quelli che lasciavano il segno anche con poche battute. "Hai ragione, hai ragione, lo so che hai ragione"
E se una parte di noi ha sempre fatto una certa fatica ad accettare che dietro quei ruoli ci fosse sempre la stessa attrice, ci fosse la dolce Leia cambiata e indurita dalle difficoltà della vita, la sorpresa più grande fu quella di scoprire che la madre di Carrie Fisher fosse in realtà Debbie Reynolds, un altro grande amore legato ad un altro film della vita, Cantando sotto la pioggia. Che sia un caso o forse no, che sia così solo per noi o per intere generazioni, poco importa: oggi è morta non Leia ma una parte importante della nostra adolescenza, della nostra cultura cinematografica e popolare. Una parte importante della nostra vita. Per decenni, cara Carrie, ci hai ribadito che nonostante tutto ci amavi e noi ti abbiamo risposto sempre e solo "lo sappiamo". Ma se oggi potessi vederci, capiresti che ti abbiamo tanto amato anche noi, da sempre.