La 66° edizione del Festival di Cannes non poteva aprirsi con una pellicola più scintillante e charmant de Il grande Gatsby versione Baz Luhrmann. Il regista australiano con la passione per gli eccessi decorativi, man mano che gli anni passano, matura uno stile sempre più sfrontato e roboante. Stavolta, alla magnificenza di ambientazioni, scenografie, musiche e costumi (sono i ruggenti anni '20, baby), si aggiunge l'uso del 3D, una novità per l'apertura di Cannes dove solitamente si respira lusso e tradizione. Il grande Gatsby, nuovo adattamento del classico di Fitzgerald, in America è già arrivato nelle sale dividendo la critica e ricevendo bocciature illustri. Ora lo attende il confronto con il pubblico europeo, sulla carta più raffinato e anticonformista, ma anche meno facile all'entusiasmo per la spettacolarità fine a se stessa. Subito prima della release italiana (il film sarà in sala da domani distribuito da Warner Bros.), Luhrmann si gode l'onore e i fasti dell'inaugurazione del festival a fianco del suo cast capitanato da Leonardo DiCaprio, dall'inglese Carey Mulligan, che interpreta una strepitosa Daisy, e da Tobey Maguire, narratore della vicenda. Con loro Isla Fisher e Joel Edgerton, connazionali di Luhrmann.
Baz, questa non è la tua prima esperienza a Cannes, ma forse è un po' speciale. Come ti senti ad aprire il festival?
Baz Luhrmann: Il mio primo film, Ballroom - Gara di ballo, è stato presentato proprio qui a Cannes grazie a una proposta fortunata nonostante i produttori lo avessero bocciato. Poi quando è stato detto che i musical non funzionavano Cannes ha detto ancora sì e stavolta mi ha voluto con Il grande Gatsby. Tra l'altro Fitzgerald ha scritto il suo romanzo a pochi chilometri da qui. Non è incredibile?
Leonardo DiCaprio: Quando sono arrivato mi è sembrato che l'elicottero mi facesse scendere in La dolce vita. Questo è un luogo incredibile in cui presentare i propri film e stavolta devo dire che l'opera in cui recito è piuttosto rischiosa, ma Baz è un regista molto coraggioso.
Gatsby ti somiglia in qualche modo?
Leonardo DiCaprio: Gatsby non è solo un personaggio, ma un'icona immortale. Sono in molti a identificarsi in lui come simbolo del sognatore irriducibile. Gatsby cerca di plasmare la propria esistenza in un'eterna gioventù. Quando ho letto per la prima volta il romanzo a scuola avevo una visione diversa da quella che Baz mi ha fornito ora che sono adulto. La tragedia, l'ossessione del personaggio mi hanno davvero commosso . Questa idea di un uomo che tenta disperatamente di creare un'immagine di sé che alla fine si rivela falsa è profondamente triste perché la sua vita e la donna che ama sono solo miraggi. Nella mia interpretazione ho cercato di riprodurre questa complessità.
Baz, Leonardo era la scelta più ovvia per il ruolo di Gatsby?
Baz Luhrmann: Per me non c'erano altri attori in lizza. Quando abbiamo cominciato, io Leonardo e Tobey eravamo tre amici che potevano contare l'uno sull'altro, non solo tre collaboratori. E' stato un team organico a creare il progetto, non una serie di individui singoli.
Il personaggio di Gatsby l'avete costruito insieme?
Leonardo DiCaprio: Assolutamente. Ne abbiamo parlato per mesi e mesi e abbiamo riflettuto anche sulle versioni precedenti. La cosa più interessante del romanzo di Fitzgerald è che il pubblico lo ha fatto proprio, estrapolandone gli aspetti che sente più vicini a sé perciò era difficile portarlo sullo schermo. Dovevamo costruire ogni personaggio in modo specifico.
Baz Luhrmann: Io credo che Gatsby sia l'Amleto americano e Leonardo ha passato le nottate cercando di entrare in sintonia con tutte le debolezze del personaggio, diventando il Gatsby ideale per la sua epoca.
Cosa vi ha spinto a ripoporre un classico del passato per una rilettura contemporanea? Sentivate delle affinità col presente?
Baz Luhrmann: Io sono rimasto folgorato dal libro dieci anni fa ed è stato allora che ho pensato di farne un film. Non conoscevo molto bene il romanzo prima di allora, ma quando ho capito che era uno specchio capace di riflettere la nostra intimità ho sentito la necessità di darne una mia versione. E' stato allora che è iniziato il viaggio.
Leonardo DiCaprio: Negli USA Il grande Gatsby è un libro seminale. Tutti lo studiano a scuola, ma l'ho capito fino in fondo solo dopo averlo analizzato insieme a Baz. A quel punto tra me e il mio personaggio è nata una love story.
Baz Luhrmann: In gioventù ho letto molto su Scott Fitzgerald e sulla moglie Zelda. Ero affascinato da questa folle musa e il mio spirito bohemien era attirato dal suo anticonformismo. Quando ho cominciato a lavorare sul serio al film ho fatto molta ricerca e sono rimasto colpito dalla eccezionale tecnica di scrittura di Fitzgerald, bellissima e complicata, e questo ha sicuramente influenzato il mio modo di accostarmi all'opera e anche quello di Leonardo. Eppure quando il romanzo è uscito è stato pesantemente criticato, Fitzgerald è stato definito clown e i suoi personaggi marionette. Solo dopo la sua morte il libro è diventato un successo. Alla premiere americana mi ha avvicinato una signora che mi ha detto "Sono venuta dal Vermont per vedere che cosa ne hai fatto del libro di mio nonno". Era la nipote di Fitzgerald ed è stato incredibile parlare con lei del film. Ha detto che suo nonno sarebbe stato orgoglioso del film per la personalità che ci avevo messo e poi ha aggiunto di aver amato la musica del film.
Come è stato per voi tornare a lavorare insieme a vent'anni di distanza da Romeo + Giulietta?
Leonardo DiCaprio: E' stato bello. Di Baz mi piacciono molte cose, ma ciò che amo di più è la sua capacità di sognare in grande, senza rimpianti. Inolte Baz ha il coraggio di affrontare storie che appartengono all'immaginario collettivo e rileggerle in modo personale con grande coraggio per trovare una nuova verità di queste opere.
Tobey, parlaci della tua esperienza sul set.
Tobey Maguire: Io e Leo siamo amici da molto tempo e questo ci ha aiutato nei momenti in cui recitavamo insieme. Abbiamo una grande fiducia e rispetto reciproco e per noi è molto facile comunicare. Inoltre abbiamo preso molto seriamente il lavoro. Leo è una specie di detective della recitazione, riesce a penetrare a fondo nei mondi e nei personaggi con una tecnica incredibile.
Carey Mulligan: Dopo avermi scelta, Baz mi ha dato sei libri su Zelda Fitzgerald. Poi abbiamo organizzato un viaggio a Princeton per fare ricerca. Sono stata fortunata a poter leggere le lettere di Zelda e i suoi diari così da capire su chi si era basato Fitzgerald per la sua Daisy.
Baz Luhrmann: Sul set ognuno dei miei attori lottava per entrare a fondo nel personaggio. E' per questo che li definisco una vera e propria compagnia teatrale. Sono un gruppo di persone votate a un unico Dio: la storia.
Dopo il successo di questo film è finalmente possibile che tu e Leonardo realizzerete il progetto su Alessandro il Grande di cui si parla da tempo?
Baz Luhrmann: Giriamo domani?
Leonardo DiCaprio: Tenete presente che Baz impiega anni a decidere su quale soggetto vuole lavorare.
Il grande Gatsby ricorda sotto molti aspetti Quarto potere. E' una somiglianza voluta?
Baz Luhrmann: Assolutamente sì e aggiungo un altro titolo, Casablanca. Infatti il protagonista è un uomo misterioso che nutre un amore impossibile per una bella donna.
Baz, puoi dirci qualcosa sull'uso dei personaggi afroamericani? So che qualcuno ha criticato le loro apparizioni poco integrate nel contesto della storia.
Baz Luhrmann: Nel romanzo di Fitzgerald Nick Carraway si reca a New York negli anni '20 in una macchina insieme a degli afroamericani. Questo è sulla pagina scritta e simboleggia l'incredibile trasformazione che gli USA stanno vivendo. Anche gli esperti di Princeton a cui mi sono rivolto hanno confermato che era plausibile che afroamericani venissero invitati alle feste del miliardario Gatsby. Fitzgerald ha profuso il suo romanzo di musica street afroamericana: il jazz, e io ho scelto di mescolarla con l'hip hop per attualizzare il concetto senza alterarlo. La musica è una delle star del mio film ed è per questo che c'è una grande presenza afroamericana, il che mi rende molto orgoglioso.
Negli USA la critica non ha accolto troppo bene Il grande Gatsby, ma il pubblico, sembra aver molto gradito il film. Ti preoccupa il giudizio della critica?
Baz Luhrmann: I miei film precedenti hanno ricevuto critiche negative e ci sono abituato. Amo la critica, non prendetela a male, ma quando faccio un film la cosa che mi preoccupa maggiormente è il rispetto. In questo caso il rispetto della memoria di Fitzgerald. Comunque siamo tutti molto felici che il film stia avendo un buon successo di pubblico.