Sono passati quasi cinquant'anni da quando la strada di Bud Spencer incrociò quella di Terence Hill, sul set di Dio perdona... Io no!, primo capitolo di un trittico western diretto da Giuseppe Colizzi. Da allora i due attori italiani dal sapore internazionale hanno rappresentato una fetta piuttosto sostanziosa del cinema di genere di produzione italica, in particolare per quanto riguarda il successo al di fuori dei confini nazionali. Nel 1999, infatti, la rivista americana TIME ha pubblicato una classifica degli attori italiani più famosi al mondo, in occasione del trionfo de La vita è bella agli Oscar. I primi due posti in classifica sono occupati dai protagonisti di successi come Altrimenti ci arrabbiamo e Nati con la camicia (per l'esattezza, Spencer è al primo posto, seguito da Hill). Un riconoscimento di non poco conto per una doppia carriera costellata per lo più da trionfi (culminanti nel David di Donatello alla carriera, assegnato al duo nel 2010), nonché alcune sorprese e dei retroscena curiosi. Vediamone alcuni insieme.
1. Primo incontro mancato
Sebbene il già citato Dio perdona... Io no! sia il primo incontro ufficiale fra i due attori, in realtà sono già apparsi, in scene separate, in un film uscito nel 1959: Annibale, pellicola storica sull'omonimo generale cartaginese diretta da Carlo Ludovico Bragaglia ed Edgar G. Ulmer. Una curiosità per i fan duri e puri e non una delle accoppiate più note del duo, dato che non solo non recitano insieme, ma sono anche menzionati con i loro veri nomi, e non gli pseudonimi a cui siamo abituati. E a tal proposito...
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2. Li chiamavano Bud e Terence
Fino al 1967, i due attori recitavano usando i loro nomi veri, ossia Carlo Pedersoli e Mario Girotti. Per la loro prima collaborazione con Colizzi fu chiesto ad entrambi di scegliere un nome d'arte dal sapore più americano, per agevolare il marketing internazionale di un film che, in quanto western, era da considerarsi poco italiano. Pedersoli si creò da solo il nome Bud Spencer, combinando il nomignolo della birra Budweiser e il nome di battesimo del grande attore Spencer Tracy. Girotti invece scelse Terence Hill da una lista preesistente di pseudonimi disponibili, prediligendo quello con una sorta di legame personale: le iniziali del suo nome americano sono infatti le stesse, invertite, della madre dell'attore, Hildegard Thieme (per motivi pubblicitari fu invece detto che Hill era il cognome della moglie di Terence).
3. Inizi d'autore
L'esordio al cinema di Hill-Girotti è legato a quello di Dino Risi, che lo scoprì durante una gara di nuoto. L'allora dodicenne Girotti fu quindi scelto per interpretare il giovane protagonista di Vacanze col gangster, primo lungometraggio di Risi, che successivamente diresse l'attore anche nel Il viale della speranza. Prima dell'incontro con il suo celebre sodale, Girotti ha anche recitato per registi come Mauro Bolognini (La vena d'oro), Gillo Pontecorvo (La grande strada azzurra) e Luchino Visconti (Il gattopardo). Dal canto suo, Spencer-Pedersoli ha esordito nel maestoso Quo Vadis?, seppure in un ruolo minuscolo e non accreditato. È uncredited anche la sua apparizione in Addio alle armi, dal romanzo di Ernest Hemingway, mentre nel 1955 è stato diretto da Mario Monicelli in Un eroe dei nostri tempi.
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4. Scritturati per un pelo
I due attori hanno rischiato di non incontrarsi nel 1967: Pedersoli-Spencer avrebbe infatti inizialmente rifiutato la parte di Hutch Bessy per questioni di stipendio (inoltre non si era ancora fatto crescere la celebre barba e non sapeva andare a cavallo), mentre Girotti-Hill fu scelto solo dopo l'infortunio di Peter Martell, che si ruppe un piede in seguito a una lite con la compagna. Anche Lo chiamavano Trinità ha rischiato di essere molto diverso: il ruolo del protagonista fu offerto a Franco Nero, che rifiutò per via di altri impegni (stava girando Camelot). Si decise quindi di trovare un sostituto che somigliasse il più possibile a Nero, e il candidato ideale fu proprio Hill.
5. Questioni di voce
Nonostante siano italianissimi, per anni i due attori sono stati doppiati, soprattutto nei film legati al loro sodalizio di genere (in particolare, la napoletanità di Spencer era considerata poco idonea ai ruoli affidatigli). La voce italiana storica di Spencer è stata quella di Glauco Onorato, che l'ha doppiato per l'intera durata della partnership con Hill, mentre in altre occasioni gli hanno prestato le corde vocali due mostri sacri come Sergio Fiorentini e Ferruccio Amendola. Hill è invece stato doppiato soprattutto da Pino Locchi, ma in cinque occasioni (tra cui Dio perdona... Io no!) ha avuto la voce di Sergio Graziani, che ha anche doppiato Spencer in Quattro mosche di velluto grigio di Dario Argento. Per sentire la vera voce di Hill in italiano è stato necessario aspettare il debutto di Don Matteo, mentre Spencer ha iniziato a "farsi sentire" già con Piedone l'africano.
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6. Occasioni mancate
Né Spencer né Hill ha un vero motivo di lamentarsi per quanto concerne la carriera, ma per entrambi si sono presentate occasioni professionali curiose e, nel caso di Hill, commercialmente promettenti, che i due hanno preferito rifiutare. Nello specifico, Spencer rinunciò alla parte di Trimalcione in Fellini - Satyricon poiché il ruolo richiedeva nudità, mentre Hill fu scoraggiato dall'eccessiva violenza quando gli offrirono la possibilità di essere il protagonista di un film che finì per lanciare una saga cinematografica di successo. Il titolo? Rambo...
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Fellini mi interpellò ai tempi di Satyricon, per fare Trimalcione. Ma mi avvertì che dovevo stare sdraiato col sedere nudo e farmelo morsicare. A Federì, ma mi ci vedi a me? Rifiutai.
7. Attività alternative
Sia Spencer che Hill hanno un passato legato al nuoto: di Hill che fu scoperto da Risi in occasione di una gara abbiamo già detto, mentre Spencer è stato un vero campione, primo italiano a scendere sotto il minuto nei cento metri di stile libero. Per quanto concerne gli studi, Spencer ha frequentato due volte l'Università di Roma, prima per studiare la chimica e successivamente alla facoltà di Giurisprudenza (in entrambi i casi non ha portato a termine la formazione). Hill si è invece iscritto alla facoltà di Lettere, continuando a recitare per pagarsi gli studi, interrotti dopo l'esperienza de Il gattopardo. Spencer, inoltre, ha un brevetto da pilota e ha fondato una linea aerea, oltre a scrivere canzoni e candidarsi, nel 2005, alle elezioni regionali del Lazio.
8. Traduzione creativa
I film dell'accoppiata Spencer-Hill hanno sempre goduto di un discreto successo internazionale in territorio americano, con traduzioni più o meno fedeli dei titoli italiani (una delle eccezioni è I quattro dell'Ave Maria, che in inglese divenne Ace High). È però alquanto curioso il caso de La collina degli stivali, terzo capitolo della trilogia di Colizzi. Inizialmente uscito in America col titolo Boot Hill, fu poi ridistribuito in seguito al successo di Lo chiamavano Trinità e Continuavano a chiamarlo Trinità, questa volta con il titolo Trinity Rides Again, pur non avendo alcun legame con le avventure di Trinità e Bambino.
9. Ritorno alle origini
Dopo una lunga e fortunata attività comica, Bud Spencer ha potuto mostrare le sue doti drammatiche nel film Cantando dietro i paraventi di Ermanno Olmi, uscito nell'autunno del 2003. Temendo che il suo nome più noto potesse trarre in inganno il pubblico circa il contenuto del film, l'attore propose di essere accreditato come Carlo Pedersoli, nome che non aveva più usato sullo schermo dal 1959. La sua richiesta fu respinta, per un motivo molto semplice: l'uso dello pseudonimo avrebbe aiutato le possibilità commerciali del film. Pertanto, Spencer continua ad usare il suo nome d'arte, così come Hill.
10. Dietro la macchina da presa
Oltre ad essere un bravo interprete, Terence Hill vanta anche alcune esperienze come regista, in particolare Botte di Natale, l'ultimo capitolo ad oggi del sodalizio con Bud Spencer. L'esordio in realtà è avvenuto nel 1983, con il poco ricordato Don Camillo, con Hill al posto di Fernandel nei panni del celebre sacerdote. Successivamente ha diretto anche tre episodi di Lucky Luke, di cui era protagonista, e, nel 2009, un altro western televisivo, Doc West, in collaborazione con l'amico e sodale Giulio Base, storico regista di Don Matteo.