Ci avviciniamo al finale della prima stagione, e i nemici di Nucky Thompson iniziano a stringere la loro morsa sul potente tesoriere di Atlantic City: ecco quindi due episodi serrati e densi di avvenimenti, in cui vediamo in azione i personaggi principali dello show di cui è protagonista un sempre straordinario Steve Buscemi.
Nonostante la percezione netta del pericolo in cui versano i suoi affari, minacciati dalla gang dei D'Alessio, in Hold Me in Paradise Nucky lascia tutto in custodia al fratello Eli per recarsi a Chicago alla convention del Partito Repubblicano da cui uscirà la nomination presindeziale. Qui riesce, con la consueta abilità, a utilizzare il peso della delegazione del New Jersey per ottenere la candidatura che gli è più favorevole, e anche rivalersi del tradimento del senatore Edge, che ambiva al posto di vice presidente, per poi andarsene anche prima che la convention sia iniziata, e in gran fretta, perché nel frattempo ad Atlantic City è successo l'impensabile: i D'Alessio hanno rapinato il casinò di Nucky e ferito gravemente Eli.
Durante la sua breve visita a Chicago, in ogni caso, Nucky trova anche il tempo di fare una scappata al bordello di Johnny Torrio e di chiedere a Jimmy di tornare a casa per lavorare per lui, con eccellenti prospettive. Al determinato agente Van Alden, che aspetta al varco il giovane Darmody, penserà Nucky.
A New York, infatti, Rothstein ha incontrato i rappresentanti degli italiani per far loro letteralmente mettere la firma a un accordo che rischia di costare a Nucky grattacapi serissimi - come dimostra perfettamente il finale dell'episodio. Hold Me in Paradise e Belle Femme sono due ottimi episodi per ritmo, scrittura e recitazione, e portano avanti in maniera decisiva tutte le storyline principali. Oltre a seguire con lucidità i maneggi di Nucky Thompson, la narrazione riaccompagna un energico, maturato Jimmy ad Atlantic City e tra le braccia della riluttante Angela, sottratta per poco a un incontro a tre con i suo amici, i Dittrichs. Non manca, stavolta, spazio per il personaggio interpretato da Michael Shannon, Nelson Van Alden, di cui esploriamo la fervente e inquietante religiosità mentre delude ed esaspera una moglie desiderosa di diventare madre. Uno dei personaggi più magnetici continua ad essere Margaret (Kelly Macdonald), alle prese con la sua curiosità verso l'attività criminale dell'amante, e con le tentazioni che il suo nuovo ruolo le mette davanti: lo show continua a mantenere fede al suo intento di non assolvere nessuno, e la dolce Margaret finisce per compiere gesti che ci saremmo aspettati più dalla ex di Nucky Lucy Danziger. Non possiamo non citare l'immenso Michael Stuhlbarg, protagonista di un'unica, esaltante scena sia in Hold Me in Paradise che in Belle Femme, ma che riesce con poche battute a rendere ancora più incisivo il personaggio già irresistibile, sebbene defilato, di Arnie Rothstein, e la pure brevissima ma pirotecnica apparizione del sofferente, fiero Commodoro interpretato da Dabney Coleman. Lo show procede dunque verso la fase conclusiva di questa prima stagione mantenendosi su livelli altissimi. Come abbiamo già sottolineato, Boardwalk Empire non fa sconti a nessuno dei suoi personaggi nella caratterizzazione impietosa e realistica, e se questo ci induce ad ammirare la lucida coerenza degli script, ci porta anche a temere una eccessiva freddezza che vanifichi il coinvolgimento dello spettatore. Il personaggio di Nucky in particolare continua ad essere fin troppo ambiguo, e gli sceneggiatori troppo parchi nel consegnarci dettagli sulla sua interiorità perché il suo doloroso passato possa emergere e garantire un forte impatto emotivo al personaggio. A tre episodi dal season finale, aspettiamo dunque di vedere se Boardwalk Empire potrà davvero lasciare il segno anche sul piano emozionale, dopo aver senz'altro centrato l'obiettivo di farsi ammirare per la realizzazione tecnica e per l'eccezionale caratura degli interpreti.