Bloodthirsty - Sete di sangue, la recensione: se la cantante di successo è una licantropa dormiente

La recensione di Bloodthirsty - Sete di sangue: grazie al blu-ray della Midnight Factory abbiamo scoperto l'horror canadese di Amelia Moses a base di musica, arte e licantropia.

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Bloodthirsty: Lauren Beatty in una scena horror

Uscite sempre preziose quelle di Midnight Classic, la collana horror di Koch Media che stavolta ha il merito di far emergere un discreto horror canadese che rispolvera il tema della licantropia. Come vedremo nella recensione di Bloodthirsty - Sete di sangue, la regista Amelia Moses si concentra sul mondo dell'arte e della musica in particolare, per rappresentare una lunga e dolorosa presa di coscienza sulla propria condizione, che da uno stato latente e forse solo immaginato, si fa via via più drammaticamente concreto.

Cantante e musicista, fra talento e allucinazioni

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Bloodthirsty: Lauren Beatty in una sequenza

La protagonista di Bloodthirsty - Sete di sangue è Grey Kessler (Lauren Beatty), cantante e musicista che dopo un ottimo primo album dal grande successo, si sente insicura nell'approccio alla sua seconda fatica e stenta a trovare la giusta ispirazione. A renderle la vita complicata anche il fatto di essere perseguitata da inquietanti allucinazioni (per le quali è costretta a ricorrere a delle medicine) nelle quali si vede trasformare in una belva violenta e feroce.

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Bloodthirsty: Katharine King So in una scena

Ma Vaughn Daniels (Greg Bryk), un eccentrico e ambiguo produttore dal passato un po' oscuro, si fa avanti per sostenerla, mettendogli a completa disposizione casa e studio di registrazione per lavorare assieme. Così Grey si reca nell'isolata abitazione assieme alla sua ragazza, la pittrice Charlie (Katharine King So), per concentrarsi sul suo secondo album. Ma la cantante soffre di incubi e di comportamenti strani e a volte violenti, come se fosse in preda a una trasformazione. Inoltre le allucinazioni continuano e affiora una sorprendente attrazione per la carne cruda, proprio lei che è vegana convinta.

Vicenda a fuoco lento prima della parte horror, tra tensione e atmosfere torbide

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Bloodthirsty - Sete di sangue: Greg Bryk in una scena del film

Si può ancora sorprendere in un horror a base di licantropi? Il film diretto da Amelia Moses ha il pregio di lasciar cuocere a fuoco lentissimo la vicenda, forse un po' troppo, tanto che per trequarti di Bloodthirsty - Sete di sangue ci si può chiedere se si tratti davvero di un horror. Ma non è un limite, anzi il film riesce a far lievitare bene la tensione e l'attesa di una minaccia che si percepisce, l'atmosfera è di un qualcosa che sta per precipitare, che è sempre al limite, anche se poi lo sviluppo e il finale si può dire abbastanza scontato.

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Bloodthirsty: Lauren Beatty in un momento del film

Ma anche se succede davvero troppo poco, in qualche modo questa parte del film funziona abbastanza. Ma poi ai pregi di un horror psicologico a combustione lenta basato sulle atmosfere inquietanti e morbose, si abbinano i difetti di alcuni film di genere di passare bruscamente e senza approfondimenti alla quasi doverosa parte splatter. Se il curioso rapporto fra la creatività artistica e la deriva ferina è fino a un certo punto stuzzicante, il passaggio da una malinconica e giovane cantante a una belva assetata di sangue è forse troppo repentino, senza sfumature intermedie, se non quelle delle ripetute visioni che lo annunciano fin troppo esplicitamente.

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Bloodthirsty: Lauren Beatty in una scena sanguinolenta

Tra malinconia e ferocia, la licantropa dormiente manca di personalità

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Bloodthirsty: Lauren Beatty in un primo piano

In questo ruolo di un personaggio complesso come Grey, una licantropa dormiente che via via prende coscienza del suo stato, Lauren Beatty non dà sempre il meglio: nei passaggi tra lunghe malinconie e strappi improvvisi e violenti, sembra mancare un po' di personalità, forse penalizzata anche da una caratterizzazione poco approfondita. Greg Bryk nella parte del misterioso produttore gioca meglio sull'ambiguità, su un fascino morboso e letale: il rapporto fra i due è interessante, anche se certi dialoghi sono un po' vuoti e astratti, a volte addirittura ripetitivi nel battere sempre sull'istinto che un artista deve mettere in gioco per far valere il suo talento. In fondo il film funziona meno proprio quando spinge sul fronte horror e inizia ad abbondare il sangue. Anche perché il finale, nonostante un piccolo colpo di scena, risulta tutto sommato prevedibile.

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Il blu-ray: video e audio ottimi, all'interno un booklet

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Come detto, abbiamo potuto apprezzare Bloodthirsty - Sete di sangue grazie al blu-ray della Midnight Factory, che si presenta nella consueta elegante slipcase al cui interno c'è il solito prezioso booklet. Il video è ottimo, presenta un buon dettaglio in ogni circostanza e si giostra bene tra le tonalità calde e inquietanti nella casa del produttore e quelle fredde degli esterni. Il quadro è compatto e le immagini sono fluide anche nelle visioni o nelle trasformazioni. L'audio in DTS HD 5.1 per gran parte del film è basato soprattutto sui dialoghi, peraltro perfetti, ma nelle allucinazioni e nelle sequenze finali più movimentate il reparto dà il suo meglio con ampio utilizzo dei surround e buone entrate da parte dei bassi. Negli extra solamente il trailer, ma non dimentichiamo che c'è anche il booklet di 12 pagine.

Conclusioni

Come abbiamo visto nella recensione di Bloodthirsty - Sete di sangue, l’horror canadese di Amelia Moses rispolvera il tema della licantropia e lo fa con una buona prima parte, dove il ritmo lento ma la tensione crescente fra i due protagonisti funziona e incuriosisce. A essere meno convincente è la parte finale, proprio quella chiaramente horror, per un passaggio che appare troppo affrettato e poco approfondito. Tecnicamente eccellente il blu-ray della Midnight Factory.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
2.0/5

Perché ci piace

  • Le atmosfere torbide e morbose della prima parte, quando si percepisce una minaccia incombente.
  • Il rapporto fra i due protagonisti è per gran parte del film stuzzicante.
  • L’interpretazione di Greg Bryk è inquietante al punto giusto.

Cosa non va

  • Il passaggio alla fase horror ha degli snodi affrettati e poco approfonditi.
  • La protagonista Lauren Beatty sembra mancare di personalità per un ruolo così complesso.