La distopia antologica (e british) di Charlie Brooker, lo sappiamo, ha predetto il futuro più di una volta dal suo esordio, nell'oramai lontano 2011. Poi Black Mirror è passata a Netflix, "americanizzandosi". Non sempre nel senso più lusinghiero del termine. Sotto, però, lo show aveva ancora qualcosa da dire.

Sembrava averlo perso quand'era tornata due anni fa con il sesto ciclo di episodi, tra ridondanze e soprattutto una deriva fantasy poco sensata e poco fedele al cuore high tech del racconto per come era stato pensato fin dall'inizio. Per fortuna, la settima stagione disponibile disponibile in streaming, corregge il tiro proponendo sei episodi che non si pregiano solo di un cast stellare, come da oramai tradizione per il serial, ma anche di storie a volte coinvolgenti e volte puntuali sull'evoluzione tecnologica.
Black Mirror 7: una stagione più concreta e leggermente futuristica
Un elemento comune a tutti i sei episodi della serie Netflix, giunta al settimo anno, è il mettere in scena un futuro non così lontano rispetto alle precedenti (ad esempio in una puntata si parla dell'anno 2029). Tanto che figura anche qualche contraddizione narrativa: ad esempio i bambini che a scuola studiano attraverso carta e penna, invece che via tablet, come già sta accadendo in molti istituti fin dalla più tenera età. Ciò che si cerca di evincere quindi è come potrebbe cambiare la nostra vita (e morte) a breve termine.
Forse con l'avvento dell'IA e di altri strumenti, la mente di Charlie Brooker (che come da tradizione ha scritto tutti gli episodi) non riesce più a guardare troppo in là ma preferisce soffermarsi sul prossimo venturo, dopo aver esplorato il presente (quinto ciclo) e il passato (sesto).
1. Gente comune

Diretto da Ally Pankiw, Common People racconta, come da titolo, di una coppia come tante altre che fatica ad arrivare a fine mese e si accontenta di un anniversario festeggiato in una bettola poco fuori città. Interpreti perfetti sono Rashida Jones e Chris O'Dowd i cui personaggi vanno incontro ad una terribile notizia e ad una difficilissima decisione. Tramite una venditrice fin troppo zelante (Tracee Ellis Ross), il primo episodio della settima stagione vuole riflettere sulla deriva pericolosa degli abbonamenti online. Di qualsiasi tipo si tratti. Sottoscrizioni che, tra un suggerimento e un obbligo sotto mentite spoglie, per non dover sorbirsi interruzioni pubblicitarie, offrono una qualità di vita (e di morte) solo apparentemente migliore.
2. Bestia nera

In Bête Noire Brooker ritrova il regista Toby Haynes e sceglie due interpreti meno conosciute ma già viste come Siena Kelly e Rosy McEwen per una sorta di Mean Girls sci-fi. Due vecchie compagne di scuola si ritrovano dopo anni quando la prima è a capo della degustazione di un'azienda che prepara i focus group sulle novità dei prodotti, e la seconda è tra le assaggiatrici. La loro reunion prenderà una piega decisamente inaspettata quando il controllo della situazione andrà oltre la spiegazione razionale. Una puntata che parla di potere, e di un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco sotto una veste nuova, tra paranoia e complottismo.
3. Hotel Reverie
Il terzo episodio di Black Mirror 7, diretto da Haolu Wang, sentiamo che gli autori avrebbero voluto che fosse il nuovo San Junipero. Vuoi per la storia d'amore impossibile e struggente al centro, vuoi per il mescolare mondi e periodi storici diversi, vuoi per l'omaggio alla settima arte. Hotel Reverie è infatti il titolo di un vecchio classico in bianco e nero, in stile Casablanca, con protagonista l'attrice interpretata da un'eterea Emma Corrin.

Lo studio di produzione vuole riproporlo sotto forma di remake e decide di utilizzare una nuova tecnologia per la quale l'unico ad essere modificato nel cast sarà il protagonista maschile bianco che diventa una donna nera, l'attrice Brandy Friday (Issa Rae), che dovrà interagire con la pellicola originale. Strizzando l'occhio alla brutta abitudine contemporanea di riscrivere in chiave moderna i film cult, l'episodio è una riflessione meta-narrativa sui meccanismi produttivi di Hollywood che vuole provare a creare un incontro magico tra due periodi storici e due mondi, ma non ci riesce fino in fondo. Nel cast anche Awkwafina e Harriet Walter.
4. Come un giocattolo

Dietro la macchina da presa di Plaything c'è David Slade mentre davanti Lewis Gribben e Peter Capaldi sono chiamati ad interpretare la versione giovane (nei flashback) e anziana del protagonista Cameron, un ragazzo appassionato di computer e videogiochi che oggi non sembra avere tutte le rotelle a posto. Il segreto che si porta dietro e prova a spiegare alla polizia dopo un arresto subìto, è però ben più inquietante. A partire da un gioco anni '90 in stile Tamagochi, si delinea uno spaccato sull'inaudita cattiveria e crudeltà del genere umano, il cui primo istinto è sempre quello di distruggere piuttosto che creare. Nel cast anche Will Poulter che interpreta una sorta di alter ego di Brooker, in un certo senso, come dei tanti Zuckerberg, Gates e così via della Silicon Valley.
5. Eulogy

Diretto da Chris Barrett & Luke Taylor, Eulogy non è solo il titolo dell'episodio ma anche il nome del servizio tecnologico per coloro che passano a miglior vita, al fine di offrire il miglior funerale possibile attraverso i ricordi di coloro che rimangono. Forse l'episodio più coinvolgente della stagione, grazie ad un'interpretazione toccante di Paul Giamatti - se mai ci fosse ancora bisogno di dimostrare la sua bravura, dopo The Holdovers. Quello che intraprende il protagonista è davvero un viaggio nella memoria, tra scatti rubati e fotografie tagliate, per ricostruire cosa sia successo davvero nel cuore delle persone coinvolte.
6. USS Callister: Infinity
Il finale della stagione 7 segna una prima volta: la serie distopica propone il sequel di un proprio capitolo precedente. Nonostante San Junipero fosse stato richiesto a gran voce, tocca a USS Callister: Into Infinity proseguire le orme e il racconto del primo episodio della quarta stagione. Dirige nuovamente Toby Haynes e torna gran parte del cast originario - Cristin Milioti, Jimmi Simpson, Billy Magnussen, Milanka Brooks, Osy Ikhile, Paul G. Raymond.

In precedenza Nanette Cole scopriva che il proprio capitano sulla navicella spaziale del titolo, in stile Star Trek, altri non era che l'avatar di un genio della tecnologia e dei videogiochi immersivi frustrato e vendicativo; ora il suo corrispettivo nella realtà, realizzato che l'equipaggio è formato interamente da cloni, cerca di sopravvivere e fermare il socio dell'uomo dall'interno. La ricerca della propria identità è la vera missione dell'improbabile squadra. Un po' ridondante ed eccessivamente lungo (un'ora e mezza di durata).
Conclusioni
Black Mirror 7 è un passo in avanti rispetto alla sesta stagione, che sembrava aver perso la bussola, ritrovando la propria identità fantascientifica. Ottimo il cast variegato scelto, buone le premesse di tutti gli episodi, meno lo svolgimento di alcune. In generale l’approccio di Charlie Brooker sembra essere passato dal presente e passato dei capitoli più recenti, ad un futuro più immediato e non troppo lontano, forse perché non riesce più ad immaginarlo dato che la realtà è andata ben oltre. Non mancano l’analisi sull’intelligenza artificiale, l’indole umana primitiva bisognosa di prevaricazione e controllo, il digitalizzare ogni cosa a qualunque costo, dandole un valore. Anche la vita umana.
Perché ci piace
- Il ritorno allo sci-fi.
- Il cast e le tematiche affrontate.
- La riflessione sull’attualità.
Cosa non va
- Alcuni episodi sono più riusciti di altri, come da tradizione.
- Il parlare di un futuro più vicino a noi e quindi meno "avanguardista" potrebbe deludere qualcuno.