Black Barbie, la recensione: molto più che la storia di una bambola

Black Barbie, documentario Netflix prodotto da Shondaland che racconta la storia dell'iconica bambola intrecciato con il racconto di un'intera società. Ve lo raccontiamo nella nostra recensione.

Shonda Rhimes con in mano la sua Barbie

"Lei può essere tutto ciò che vuole", era questa la frase che accompagnava la prorompente uscita del film Barbie di Greta Gerwig al cinema, una pellicola che mostrava in carne e ossa l'enorme varietà di rappresentazioni che questa bambola ha fatto proprie nel corso degli anni. Ovviamente non è sempre stato così, Barbie alla sua comparsa sugli scaffali non era altro che uno stereotipo, una rappresentazione limitata e limitante di un'ideale irrealistico di donna e a raccontarcelo ci pensa Lagueria Davis supportata dalla casa di produzione di Shonda Rhimes, ShondaLand. Arriva infatti su Netflix dal 19 giugno 2024 il documentario dedicato ad una precisa incarnazione di questo giocattolo: Black Barbie, la sua concezione e quello che ha significato non solo per l'azienda ma sopratutto per tutte quelle giovani donne nere che non avevano alcun modo di sentirsi rappresentate, nella società così come attraverso i prodotti per bambini.

La storia di Black Barbie

Black Barbie Una Foto Delle Black Barbie
Un'immagine che ritrae le differenti bambole nere

Se pensate, però, che tutto sia cominciato negli anni '80, con l'annuncio della prima Barbie nera vi sbagliate di grosso, il processo che ha portato alla sua creazione ha avuto inizio molto tempo prima e la regista ce lo racconta partendo dalla testimonianza di Beulah Mae Mitchell, sua zia, che a metà degli anni cinquanta iniziò a lavorare per la Mattel, la celebre marca di giocattoli che allora aveva aperto i battenti da circa una decina d'anni.

Black Barbie Una Serie Di Barbie Che Rappresentano La Diversita Della Realta In Cui Viviamo
Una serie di Barbie che rappresentano la diversità della realtà in cui viviamo

Attraverso i racconti della donna il documentario ripercorre decenni di segregazione razziale e mancata rappresentazione della popolazione nera servendosi poi degli interventi di personaggi celebri, della stessa Rhimes, di psicologi e sociologi che hanno illustrato i danni causati da questo fenomeno. Vedere la propria immagine riflessa nello specchio sociale è infatti di vitale importanza per poter poi accogliere il proprio futuro percorso professionale e umano, ed è per questo che la prima Barbie nera, ideata da Kitty Black Perkins con in mente Diana Ross, seppur poco e mal sponsorizzata, ha costituito un passo importante verso una più equa rappresentazione della società.

A chi si rivolge il documentario

Lagueria Davis esordisce così con un lavoro attentamente costruito e personale nel quale Black Barbie costituisce un punto di partenza per raccontare la società americana dal punto di vista della comunità black. La storia della bambola infatti si intreccia strettamente a una serie di cambiamenti socio-culturali illustrati attraverso capitoli, una timeline chiara e ad espedienti visivi che rendono il documentario estremamente facile da seguire nonostante il lungo periodo che viene raccontato.

Black Barbie Stacey Mcbride Irby Kitty Black Perkins Beulah Mae Mitchell
Stacey McBride Irby, Kitty Black Perkins e Beulah Mae Mitchell in una scena

Nello scrivere questa recensione non possiamo di certo affermare di riuscire a comprendere pienamente la sofferenza, il disagio e la rabbia che derivavano dalle tante ingiustizie e disparità a cui sono state sottoposte per molti anni le persone afroamericane, è qualcosa di cui probabilmente non avremo mai veramente contezza, ma se è vero che questo film si rivolge soprattutto a coloro che racconta è anche vero che grazie alla sua buona costruzione risulta in qualche modo estremamente comprensibile e di grande interesse anche per chi non ha vissuto le discriminazioni raccontate.

Il marchio di Shondaland

Black Barbie Ibtihaj Muhammad In Una Foto
La campionessa Ibtihai Muhammad con la sua Barbie

Oltre che dell'ottima scrittura e direzione, però, buona parte del merito va anche a Shondaland, casa di produzione che sembra aver fatto buon uso del sodalizio con Netflix per proporre produzioni sempre curatissime e di alto livello dove lo spettatore diviene elemento primario sul quale calibrare una serie di elementi in grado di favorire una comunicazione il più diretta possibile delle storie narrate, che siano esse di finzione oppure no. Black Barbie non fa eccezione ed è questo uno dei motivi per i quali ci sentiamo di consigliare questo titolo veramente a tutti, a prescindere dal colore della vostra pelle, dalla vostra etnia o provenienza, perché è anche attraverso nuove consapevolezze che si gettano le basi per una società veramente egualitaria che, rispettando ogni suo singolo componente, sia quindi in grado di fornire le necessarie tutele e possibilità ad ogni suo singolo membro.

Conclusioni

Riassumendo in poche parole la nostra recensione possiamo dire che Black Barbie è un documentario interessante e ben realizzato, poco più di un’ora e mezza nella quale la storia della celebre bambola si intreccia con il tessuto sociale americano offrendo un racconto immediato e veritiero delle disparità che nel corso degli anni hanno afflitto e discriminato la comunità afroamericana. Grazie anche ad una produzione di qualità questo lungometraggio rappresenta un titolo di qualità di cui consigliamo vivamente la visione.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • La storia di Black Barbie, esposta in modo chiaro ed esaustivo.
  • La regia curata e in qualche modo personale.
  • La componente produttiva che permette una confezione di qualità.

Cosa non va

  • Può risultare meno appetibile a chi non interessano questo tipo di produzioni, ma il nostro consiglio è di dargli comunque una possibilità