In seguito alla morte del padre, la giovane e bellissima Claire è rimasta a vivere con la matrigna Maud, con la quale non è mai corso buon sangue. Le due donne lavorano insieme nell'albergo di famiglia a Tolone, ma negli ultimi tempi la gelosia di Maud nei confronti di quella figliastra, che lei vede come rivale, diventa sempre più accesa.
Come vi raccontiamo nella recensione di Bianca come la neve, la goccia che fa traboccare il vaso è l'interesse da parte dell'amante di Maud nei confronti di Claire, carpito di nascosto durante una telefonata lasciata in segreteria telefonica. Da quel momento la donna più anziana si mette in testa di dover eliminare quella che per lei è ora più che una semplice scocciatura, tanto da arrivare ad assoldare qualcuno per ucciderla. Rapita e condotta in un bosco, Claire viene salvata dal provvidenziale intervento di un uomo che vive in una fattoria e da quel momento deciderà di trasferirsi in quella piccola comunità di campagna, dove avrà modo di conoscere altri strambi personaggi e concedere loro tutto l'amore che ha dentro. Ma quando Maud scopre che è ancora viva, si metterà sulle sue tracce...
Un'altra versione della Storia
Il film inaugura il nuovo ciclo tematico di Cielo dal titolo Lo sguardo di lei, che ogni venerdì trasmetterà pellicole trattanti l'amore a 360° gradi, dove la sessualità viene trattata senza filtri. Il primo appuntamento, introdotto come gli altri da clip con Rocío Muñoz Morales, attrice e conduttrice televisiva, è con Bianca come la neve, pellicola francese del 2019 con protagoniste Lou de Laâge e Isabelle Huppert. Ci troviamo davanti ad una moderna reinterpretazione della fiaba classica di Biancaneve, virata verso un approccio passionale e disinibito dove è l'eros a diventare ben presto fattore dominante delle quasi due ore di visione, dove tutti i passaggi classici della favola vengono aggiornati in un'ottica sì moderna ma ad ogni modo surreale, tra strega cattiva d'ordinanza - la appunto magnifica Huppert - e nani che sono qui individui di altezza normale che ruotano intorno all'incontenibile protagonista.
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Ricominciare da zero
Lou de Laâge porta un entusiasmo incontenibile, alle prese con un personaggio che non giudica e non intende essere giudicato, libera esaltazione di un girl power all'ennesima potenza dove ha luogo una sorta di ribaltamento dei ruoli: non è infatti l'uomo predatore, ma questa ragazza che tutti seduce, senza intenzione di legarsi seriamente a nessuno dei suoi amanti. Una figura volutamente controversa, atta a sottolineare la liberazione da quelle regole patriarcali ma anche scomoda nei suoi eccessi, tanto che soprattutto la gestione con alcune dei personaggi secondari può risultare forzata se non addirittura paradossale anche se vista in ottica metaforica. D'altronde il modo migliore per approcciarsi a un'operazione come questa è di non prenderla troppo sul serio, lasciandosi contagiare dalle atmosfere briose e frenetiche del racconto.
Il buio e la luce
Diviso in tre capitoli, Bianca come la neve acquista fascino soprattutto nella seconda metà, quando la nemesi di Maud diventa vero e proprio contraltare di Claire: invidiosa e crudele la prima, libera e piena di gioia di vivere la seconda. Anne Fontaine, già regista tra gli altri del biopic Coco avant Chanel - L'amore prima del mito (2009), del divertente Gemma Bovery (2014) e del drammatico Agnus Dei (2016), rischia di farsi prendere a tratti troppo la mano, perdendosi in lungaggini tanto che una sforbiciata di una ventina di minuti avrebbe garantito maggiore snellezza al tutto. Allo stesso modo la scelta di figure maschili lontane dal prototipo di bello e dannato rischiano di stonare invece con la bellezza frizzantina della protagonista, rendendo gli eventi poco verosimili anche nel loro contesto filo-visionario.
Conclusioni
Una giovane ragazza provoca la gelosia della sua matrigna che, dopo quello che lei considera l'ennesimo torto, decide di eliminarla. Salvata da un individuo che lo accoglie nella sua fattoria, diventa elemento integrante che sconvolge lo status quo in una piccola comunità di campagna, diventando ambita e contesa da molti uomini del posto. Ma il pericolo è ancora in agguato. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Bianca come la neve, ci troviamo davanti ad un moderno aggiornamento della fiaba classica di Biancaneve, qui rivista in un'ottica surreale e femminista dove la protagonista diventa una vera e propria sciupamaschi, dovendo fare i conti con la strega cattiva di una magnifica Isabelle Huppert. Una versione atipica, originale ma non sempre riuscita nei suoi dichiarati eccessi.
Perché ci piace
- Isabelle Huppert come strega cattiva e la giovane Lou de Laâge nelle vesti di moderna Biancaneve sono le perfette antagoniste.
- L'aggiornamento della fiaba regala spunti originali...
Cosa non va
- ... ma si perde a tratti in soluzioni forzate e improbabili.
- Il cast maschile è volutamente sottotono, tra caratteristi e volti conosciuti del cinema francese in ruoli non sempre centrati.