Dopo aver spaventato il Festival di Venezia con Contagion, Steven Soderbergh si diverte a scuotere anche il 62.mo Festival di Berlino con la sua ultima produzione, Knockout - Resa dei conti, presentata nella sezione_ Competition Special Screening_. Un'opera girata tra Barcellona, Dublino, New York e il New Mexico, che pone al centro della storia una donna agente segreto, Mallory Kane, impiegata solitamente in azioni che i governi non possono autorizzare. Quando l'ultima missione, il prelievo di un dissidente orientale, non va come previsto, la ragazza scopre di essere stata tradita e usata come pedina inconsapevole di una losca macchinazione. Rileggendo in maniera soft i canoni dello spy movie, e puntando tutta la posta su un eroina che picchia come e meglio di un uomo, Soderbergh ci regala il ritratto di una donna molto tosta e risoluta. In un cast che comprende Michael Fassbender, Ewan McGregor e Michael Douglas, ovvero il mercenario assoldato per uccidere Mallory e i due agenti governativi che tentano di bloccarla, e Antonio Banderas nei panni del 'cervello' criminale dell'operazione, a fare la parte della leonessa è infatti Gina Carano, stella delle arti marziali e dello show televisivo American Gladiators. Un po' intimidita e fasciata da un tailleur molto femminile, l'inteprete texana ha affiancato oggi in conferenza stampa Steven Soderbergh, l'osannato Michael Fassbender e Antonio Banderas.
Perché ha deciso di girare questo film? Steven Soderbergh: ci sono un paio di motivazioni che mi hanno spinto a scegliere il progetto. La prima era Gina. Quando ho iniziato a scrivere il film avevo già in mente Gina come protagonista, se lei avesse detto no alla mia richiesta il film non ci sarebbe stato. E poi dopo Contagion, che avevo terminato dopo Knockout, anche se è uscito prima, avevo bisogno di qualcosa di leggero e soprattutto volevo portare al Festival un film che il pubblico potesse gradire per staccare un po' la spina. Chissà quanti film seri avranno visto qui!
Michael, hai avuto delle resistenze, all'inizio delle riprese, quando hai saputo che avresti dovuto picchiare una donna? Michael Fassbender: Mallory combatte molto meglio di tanti uomini che ho conosciuto, ma a parte questo, direi che non ho avuto grossi problemi. Non era Michael Fassbender a picchiare una donna, ma il personaggio, ovvero un mercenario che non si fa certo scrupoli davanti ad una situazione del genere. Dal canto mio mi sono limitato a recitare, che poi è il mio lavoro. Ho letto la storia, l'ho trovata ben scritta e mi è piaciuta molto. E poi alla fine ha vinto lei, quindi è andata bene per tutti. Anche questo film è girato in digitale, una scelta ben precisa la sua?
Steven Soderbergh: Certamente, adoro tutte le tecnologie che mi permettono di lavorare presto e bene. In questo caso ho utilizzato una versione nuova della cinepresa che utilizzavo in precedenza. Riuscivo a montare le riprese dei combattimenti la sera stessa, così il giorno dopo mi bastava dare qualche piccolo ritocco.
Michael Fassbender: Devo dire che è stato abbastanza impressionante vedere le riprese direttamente sul computer e assistere al lavoro di Steven mentre montava il film sul laptop. E' una cosa che non ho mai visto prima.
A proposito di film leggeri, chiariamo una volta per tutte questa storia che lei voglia abbandonare i film seri? Steven Soderbergh: Questa è una cosa che ha rivelato Matt Damon a USA Today e da quel momento questa domanda mi perseguita. Allora, vi do un consiglio, non parlate mai con lui se siete ubriachi, potrebbe spifferare tutto a chiunque. Non è una cosa così importante, o meglio, magari ho solo voglia di prendermi una pausa da certe storie, tutto qui. Per questo sto lavorando ad un progetto sugli spogliarellisti. Beh sì sto iniziando decisamente una nuiva fase della mia carriera (ride).
Voi siete due attori europei che hanno compiuto il grande salto, spostandosi negli USA e ottenendo un grande successo. Qual è il vostro segreto? Michael Fassbender: Nessuno, ho imitato Antonio! (ride)Antonio Banderas: Non ho mai pensato che sarei diventato un attore, è stata una cosa completamente inaspettata nella vita, ma sono stato fortunato ad aver lavorato con grandi autori e avrò molte belle storie da raccontare ai miei nipotini. Per quanto riguarda il grande salto, beh in un certo senso ho dovuto farlo visto che mia moglie è americana. Aveva dei bambini, non avrebbe in nessun modo potuto trasferirsi in Europa così mi sono spostato io. Ho iniziato con il piccolo ruolo in Philadelphia di Jonathan Demme e poi tutto è andato avanti. Francamente, il perché io abbia avuto successo in un mercato così competitivo come quello americano è una cosa che non mi sento di analizzare.
Com'è stata l'esperienza sul set con Steven? Antonio Banderas: Incredibile, sono stato davvero molto colpito dal suo modo di lavorare e non solo per la velocità con cui agiva, ma per la sicurezza con cui si muoveva con le sue attrezzature tecnologiche e l'autorevolezza con cui dirigeva le scene. Letteralmente riusciva a montare il film, mentre lo giravamo. Poi, dopo le riprese, abbiamo chiacchierato davanti ad una birra, ci siamo salutati e sono andato in Spagna per girare il film di Pedro Almodovar. Dopo qualche tempo Steven mi ha detto che aveva scritto tre nuove scene per me. Ero diventato il burattinaio della storia. Un attore con Steven si sente davvero al sicuro. Sapevo lo spartito e potevo improvvisare.
Dopo il grande successo ottenuto in questi ultimi anni al cinema, ti piacerebbe tornare a lavorare a teatro? Michael Fassbender: Certo, è una cosa che farò anche se non so quando. Quello che so è che mi piacerebbe recitare opere di nuovi autori e non limitarmi semplicemente ai classici.
Gina com'è stata l'esperienza di lavoro sul set? Gina Carano: Davvero incredibile, è un sogno che si è avverato. In poche parole una delle esperienze più belle della mia vita. Non saprei cos'altro aggiungere.
Hai trovato molte differenze con l'MMA, la lega che raccoglie le arti marziali miste? Gina Carano: Beh sì, lì devi essere pronta dalla prima ripresa e cominciare subito a combattere. Qui invece me la sono cavata con un paio di ciak. Facciamo tre...E poi non ho avuto grossi problemi sul set, non c'è stato alcun incidente di percorso.
E' stato difficile girare le scene di combattimento di Gina? Steven Soderbergh: Volevo che fossero molto naturali, infatti se ci fate caso le sequenze durano molto e hanno un angolo di ripresa molto ampio, e già dall'inizio volevo che fosse così. Naturalmente questo è stato possibile perché avevo un'attrice che sapeva il fatto suo.
Avete girato anche a Barcellona, una città che lei ama molto... Steven Soderbergh: La adoro e questa cosa mi spaventava da morire, perché non volevo assolutamente delle riprese da cartolina. Normalmente mi sarei dilungato in grandi panoramiche sulla città e su suoi paesaggi, ma in questo caso ho tirato il freno volontariamente, puntando solo su quelle poche sequenze che servivano sul serio. Ma è stata dura contenermi.Il suo è un action sui generis, qual'è stata la sua fonte di ispirazione principale? Steven Soderbergh: Le spy stories degli anni '60 e '70, quei grandissimi film come The Ipcress File, interpretato da Michael Caine, opere di grande spessore, con grandi motivazioni nella trama e soprattutto con personaggi secondari eccezionali. Sono davvero orgoglioso di poter dire che in questo film ci sono 40 minuti in cui non c'è alcun dialogo. Voglio dire, la tensione emerge direttamente dal mix di immagini e musica. Questo è il grande cinema.
A proposito di musica, la colonna sonora di David Holmes ha davvero una marcia in più... Steven Soderbergh: Sono molti anni ormai che lavoro con David e sono sempre molto soddisfatto delle sue partiture. In genere le colonne sonore degli action movie mi fanno sempre storcere il naso, perché non sono in grado di esaltare i protagonisti. David invece ha composto una musica che ci fa sentire esattamente come Mallory ed è quello che dovrebbe sempre essere.