Apertura militante per questa 67° edizione della Berlinale. La giuria capitanata dal veterano Paul Verhoeven ha inaugurato il festival rispondendo alle domande della stampa, molte delle quali legate all'attualità politica. D'altronde Berlino si è sempre distinto per la sensibilità nei temi sociali e quest'anno il film d'apertura, il biopic dedicato al grande chitarrista sinti Django Reinhardt, è l'occasione per ricordare il massacro del popolo gitano ad opera dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Il presidente Verhoeven ci tiene, però, a specificare che il criterio essenziale nell'assegnazione del palmares sarà la qualità: "Guarderemo la qualità dei film e non la loro natura, politica o meno. La grandezza della Berlinale è che è un festival impegnato, e trovo che questo sia molto importante, anche se valuteremo altri parametri".
Seppur escluso dalla cinquina dei candidati a miglior film straniero, Elle, l'ultima fatica di Verhoeven, potrebbe ancora permettere alla protagonista Isabelle Huppert di portarsi a casa un Oscar per l'interpretazione. Il regista coglie, così, l'occasione fornitagli dalla Berlinale per ricordare la bravura della diva, presente al festival col film francese Barrage, dove recita a fianco della figlia Lolita Chammah, specificando che la Huppert era coinvolta nel progetto ben prima che la regia venisse offerta a lui. "Ho scelto Isabelle Huppert perché cercavamo un'attrice che garantisse incassi. Avevamo in mente sei-sette attrici, ma i produttori ci hanno chiesto di girare Elle in francese e alla fine non potevo non scegliere Isabelle. Il cinema richiede spesso la presenza di attori avvenenti. Ho lavorato di frequente con attori e attrici belle, ma quando mi 'innamoro' di loro è per il talento, non per l'aspetto fisico".
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"Il lavoro dei giurati? Litigare ed entusiasmarsi"
Tra i giurati, l'attore e regista Diego Luna appare entusiasta di far parte della giuria e ammette: "Stavolta sono in una posizione privilegiata. Siamo qui per guardare tanti film e comprendere ciò che ci vogliono dire". L'interprete di Rogue One: A Star Wars Story non teme di esprimere le proprie idee in modo netto, così quando viene interpellato sulla resurrezione digitale degli attori defunti e sulla possibile deriva di questa tecnica sbotta: "Prima di essere un addetto ai lavori io sono parte del pubblico e combatterò con tutto me stesso per non vedere un cinema con cui non sono in grado di empatizzare. Noi spettatori, comprando i biglietti di un film piuttosto che di un altro, inviamo dei messaggi. Gli attori ci saranno sempre, saranno sempre necessari".
Più riflessiva la collega Maggie Gyllenhaal, alla prima esperienza importante da giurata. L'attrice commenta: "Oggi tutti vogliono il progresso, innovazione, sperimentalismo, ma noi siamo mossi da esperienze umane. In futuro vi sarà sicuramente una combinazione di questi elementi, ma l'elemento umano è imprescindibile. Tra tanti film per ragazzi, volti all'intrattenimento puro, ci sono film adulti che commuovono e fanno pensare. Film che ti chiamano a fornire una tua un'interpretazione. Io vorrei più film come questi e auspico di vederne molti in questo festival". Anche Paul Verhoeven esprime il suo augurio sentito sulla selezione: "Cosa mi aspetto? La differenza. Auspico di vedere film che siano diversi. Spero di intrattenere discussioni stimolanti con i miei giurati, magari ci arrabbieremo, non saremo sempre d'accordo, ma non deve mancare l'entusiasmo".
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Maggie Gyllenhaal "Molti americani sono pronti a resistere"
La discussione si fa appassionata e inevitabilmente il discorso cade su Donald Trump. La nazionalità di Diego Luna spinge infatti i media a chiedere all'attore cosa ne pensa delle misure anti-immigrazione che prevedono la costruzione di un muro tra Stati Uniti e Messico. Ecco la sua replica ironica: "Vi confesso la verità, sono venuto qui a Berlino per capire come si buttano giù muri. Voglio immergermi nei film e mandare un messaggio d'amore perché è l'unico modo che conosco per combattere l'odio. Io attraverso il confine tra Stati Uniti e Messico di continuo e ho persone care al di qua e al di là del confine. Nessun muro può stare tra le mie storie d'amore". Ricordando l'esperienza di giurato del fratello Jake, Maggie Gyllenhaal si commuove concludendo: "Prima di partire per Berlino ho chiesto consiglio a Jake. Quando è tornato a casa mi ha confessato di essere rimasto estasiato dall'esperienza, dalla possibilità di vedere film di tanti paesi diversi. Voglio dare un messaggio a tutti voi, sappiate che molti americani sono pronti a resistere e io sono onorata di rappresentarli qui".