Belle, la recensione: la fiaba ai tempi dei social

La recensione di Belle, film d'animazione di Mamoru Hosoda che aggiorna la storia della bella e la bestia in ottica digitale e social.

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Belle: Belle durante una scena del film

Era un film molto atteso, quello di cui parliamo nella recensione di Belle, anche se per chi frequenta il Festival di Cannes ed era tra gli accreditati dell'edizione 2021 il nuovo lungometraggio di Mamoru Hosoda è stato un parziale mal di testa: aggiunto alla selezione quasi all'ultimo (pochi giorni prima dell'inizio del festival), con un'unica proiezione - il giorno prima del debutto nelle sale giapponesi - all'interno della già bulimica sezione Cannes Premiere che ha tolto non poco spazio ad altri titoli che solitamente hanno diritto a un numero maggiore di repliche. Una frustrazione aumentata dal non sempre ottimale sistema di biglietteria online messo in piedi da Cannes per la sua 74ma edizione, che per alcuni film sbloccava i posti solo poche ore prima della proiezione, a seconda della categoria di badge. Eppure, a conti fatti, una frustrazione ripagata dalla visione del film, preceduto da una lunga ed entusiasta standing ovation per Hosoda, presente per la prima volta in Selezione Ufficiale sulla Croisette con quello che è il suo progetto più ambizioso a livello puramente estetico, successivamente mostrato in Piazza Grande a Locarno e alla Festa del Cinema di Roma nella sezione parallela Alice nella Città, prima di arrivare nelle sale nostrane il 20 gennaio 2022.

Belle, bestie e canzoni

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Belle: una scena del film d'animazione

Belle è, nella finzione, lo pseudonimo che usa la protagonista Suzu nel vasto mondo virtuale noto come U (pronunciato come la parola inglese you). La ragazza, una timida diciassettenne, è appassionata di canto ma ha paura di mettere in pratica quel desiderio nel mondo reale, mentre nello spazio digitale non ha inibizioni di sorta e si crea un avatar che rapidamente ottiene un numero elevato di follower, affascinati non solo dalla bellezza fisica del personaggio dietro cui si cela Suzu ma anche dalla sua straordinaria qualità vocale. Presto la sua strada incrocia quella di un individuo misterioso che semina panico con un avatar dalle sembianze mostruose, e che attira l'attenzione di un gruppo che si erge a forze dell'ordine dell'universo di U. Ufficialmente è un pericoloso villain da identificare - una delle peggiori punizioni all'interno di U è essere smascherati in pubblico - e cacciare per sempre dal presunto paradiso virtuale. Suzu/Belle, invece, pensa che dietro la scorza bestiale si nasconda qualcosa di più profondo e umano, forse dettato da una solitudine non tanto dissimile da quella di lei.

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Magie social

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Belle: un momento del film

Belle è un concentrato di tutto ciò che attraversa il cinema di Mamoru Hosoda: la tecnologia, gli archetipi fiabeschi, i rapporti umani. Quarto lungometraggio realizzato sotto l'egida del suo Studio Chizu (dopo Wolf Children, The Boy and the Beast e Mirai), è un distillato delle sue ossessioni e della sua poetica, che parte da una storia vecchia e nota - una tale as old as time, come scrisse Howard Ashman nella canzone titolare de La bella e la bestia per la Disney - e la aggiorna in modo intelligente, nel contesto degli universi social - in particolare i mondi virtuali come quello di Second Life - e del bullismo digitale, trasformando la questione dell'aspetto mostruoso in qualcosa di molto più apertamente simbolico, per via dell'escamotage dell'avatar che dà una nuova connotazione all'idea della duplice identità, applicandola anche alla figura di Belle (e proprio questa scelta fa sì che, di primo acchito, la dimensione fiabesca non sia evidente nonostante il chiaro rimando nel titolo del film).

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Belle: un'immagine del film animato

È un racconto fuori dal tempo, e anche molto attuale, fatto evidente anche nell'apparato estetico dove l'animazione tradizionale, cifra stilistica di Hosoda dai tempi della collaborazione con Studio Ghibli, è supportata da tecniche digitali che restituiscono al meglio la qualità vertiginosa di un autentico spazio virtuale, sulla falsariga di universi come quelli visti in Emoji: Accendi le emozioni e Ralph spacca Internet: Ralph Spaccatutto 2 ma con una maggiore componente "umana", senza l'attaccamento a brand reali presenti negli altri film e con l'attenzione dedicata principalmente agli abitanti di questo enorme microcosmo che è un'estensione delle nostre personalità. Anche di quella di Hosoda, che qui esprime il proprio estro creativo con il giusto equilibrio fra avventura, emozione, e grande musica. È un'avventura dei nostri tempi nata da concetti d'altre epoche, che unisce in un colpo solo passato, presente e futuro, del genere umano e del cinema d'animazione. Un racconto semplice ma ricchissimo, con una bellezza visiva e sonora che raggiunge livelli sbalorditivi.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Belle, ottavo, sbalorditivo lungometraggio di Mamoru Hosoda, ribadendo come sia un film che aggiorna ai tempi dei social, in modo intelligente e ricco di dettagli, l'archetipo fiabesco della bella e la bestia. Canzoni ottime, apparato visivo da capogiro.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • La qualità estetica supera i già alti livelli dei film precedenti del regista.
  • La scrittura è solida e intelligente.
  • La componente musicale contribuisce alla ricchezza del progetto.

Cosa non va

  • Alcuni passaggi più "tecnici" possono risultare un po' faticosi.