Beatles '64, la recensione: i Fab Four continuano a illuminare il mondo

Diretto da David Tedeschi e prodotto da Martin Scorsese, il documentario racconta il primo viaggio della band negli Stati Uniti. L'ennesima riconferma della magia senza tempo della musica di John, Paul, George e Ringo. Su Disney+.

I Beatles nello studio dell'Ed Sullivan Show

Quattro ragazzi di Liverpool provenienti chi dalla middle e chi dalla working class, nati sotto le bombe tedesche della seconda guerra mondiale, continuano a sedere sul tetto del mondo. L'ultima riprova è la doppia candidatura ai Grammy 2025 - disco dell'anno e miglior performance rock - per Now and Then, brano pubblicato nel novembre 2023 a oltre cinquant'anni dal loro scioglimento. Una ballad scritta da John Lennon alla fine degli anni Settanta che ha visto la luce grazie all'intelligenza artificiale fautrice del restauro audio di una demo casalinga. L'ennesima magia di un gruppo che non smette di stupire. Come dimostra Beatles '64, documentario diretto da David Tedeschi e prodotto da Martin Scorsese disponibile su Disney+.

I Beatles sbarcano negli Stati Uniti

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I Beatles all'arrivo al JFK di New York

Quasi due ore che ripercorrono il primo viaggio della band, lungo 14 giorni, negli Stati Uniti. Un Paese in lutto che soli pochi mesi prima aveva visto svanire il proprio futuro sotto i proiettili esplosi a Dallas che uccisero John F. Kennedy. Il 17 febbraio 1964, i Beatles atterrano a New York proprio all'aeroporto dedicato alla memoria del presidente democratico. Ad attenderli migliaia di fan e una serie di concerti che sarebbero culminati nella loro doppia esibizione all'Ed Sullivan Show. Il loro arrivo oltreoceano - dove erano famosi, ma non ai livelli dell'Europa - porterà ad una nuova fase della storia degli Stati Uniti e alla consacrazione definitiva della Beatlemania.

Quei ragazzi con l'accento inglese presero il posto di Kennedy e di tutto ciò che simboleggiava. Anche quando pensiamo di sapere ormai tutto della band, è sbalorditivo come arrivi un nuovo elemento ad arricchire la narrazione e contraddirci. Beatles '64 fa esattamente questo. Grazie ai filmati - restaurati in 4K da Park Road Post - dei documentaristi Albert e David Maysles, chiamati a imprimere su pellicola 16mm quel viaggio lungo tre settimane, possiamo sbriciare nel dietro le quinte di quei giorni elettrizzanti. Quello che viene a galla è la vitalità e l'entusiasmo di quattro amici "prigionieri" nelle loro camere d'albergo del Plaza Hotel mentre centinaia di ragazze si accalcavano in strada nella speranza di vederli.

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Un impatto storico, sociale e culturale

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Le fan dei Beatles sotto il Plaza Hotel

Le undici ore di girato di Albert e David Maysles - restaurate dai WingNut Studios di Peter Jackson - sono preziose anche per testimoniare l'impatto storico, sociale e culturale che i Beatles ebbero negli Stati Uniti. I due registi hanno intervistato le fan del gruppo cercando di capire cosa le portasse a vivere quel trasporto quasi estatico per i Fab Four e sono andati ad Harlem per chiedere l'opinione degli afroamericani su quella band che non aveva mai fatto mistero di essere stata influenzata dalla musica nera. "Non so perché urlavamo, ma era una cosa naturale", ricorda Vickie Brenna-Costa, una di quelle ragazzine urlanti, in un'intervista realizzata sessant'anni dopo da Tedeschi.

Se con The Beatles: Get Back Peter Jackson ha saputo riscrivere la fine dei Fab Four, Beatles '64, immortala il momento preciso di un cambiamento nella società. Ricco di interviste - vi ritroverete a commuovervi nel vedere le lacrime di Joe Queenan ricordare la prima volta che ha ascoltato She Love You o a ridere per come la figlia di Leonard Bernstein, Jamie, abbia trascinato la tv in salotto e costretto tutta la famiglia a vedere l'Ed Sullivan Show -, il documentario è anche un'attenta analisi sociologica.

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John Lennon in una delle riprese originali del 1964

Per una parte della società, adulta e conservatrice, i Beatles erano equiparabili a un'epidemia di rosolia, per un'altra, capitanata dalla femminista Betty Friedan, incarnavano una nuova rappresentazione maschile più "morbida" e lontana dal machismo militarizzato. John, Paul, George e Ringo - insieme a Elvis - rappresentavano anche un mezzo attraverso il quale scoprire una sessualità femminile fino a quel momento del tutto repressa.

Una gioia contagiosa

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Paul McCartney in auto dopo essere atterrato negli Stati Uniti

Arrivati a New York per esibirsi all'Ed Sullivan Show, i Beatles suonarono anche a Washington DC per poi volare a Miami e fare ritorno a New York. Tedeschi, già montatore di George Harrison: Living in the Material World e co-regista con Scorsese di Personality Crisis: One Night Only, alterna i filmanti delle performance a interviste realizzate per l'occasione - che in certi casi partono un po' per la tangente - ed altre a George o John realizzate negli anni Settanta. In mezzo il materiale raccolto dai due documentaristi. Uno dei momenti più incredibili è relativo proprio alla prima esibizione all'Ed Sullivan Show che raggiunse 73 milioni di persone registrando un numero vicino allo zero dei crimini commessi nella Grande Mela nella fascia oraria in cui suonarono i Beatles.

Albert e David Maysles quella sera entrarono nella casa di una famiglia ispanica, i Gonzalez, riprendendo la loro reazione. In particolar modo quella della figlia adolescente rapita in un silenzio sacro dietro il quale c'era il fuoco di chi aveva appena assistito ad un momento epocale. Può sembrare esagerato parlarne in questi termini, ma i Beatles hanno rivoluzionato il mondo, una canzone alla volta.

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George Harrison nel 1964

Un incantesimo che dura da decenni. E la dimostrazione sta tutta in quei filmati - restaurati in modo impeccabile - in cui intonano Please Please Me, This Boy o Long Tall Sally. È letteralmente impossibile togliere loro gli occhi di dosso. Sprigionano una gioia contagiosa, un'emozione autentica. Quella che gli Stati Uniti avevano perso poco prima che quei quattro ragazzi misero piede nel Paese dando loro una nuova speranza.

Conclusioni

A cinquant'anni dal loro scioglimento i Beatles continuano ad essere una fonte inesauribile di storie sempre nuove. In Beatles '64 David Tedeschi ripercorre i 14 giorni che sintetizzano il primo viaggio negli Stati Uniti della band di Liverpool. Per farlo si è affidato al materiale raccolto all'epoca dai documentaristi Albert e David Maysles. Un tesoro restaurato che mostra il dietro le quinte di quei giorni, comprese le storiche esibizioni all'Ed Sullivan Show, e permette una riflessione sull'impatto sociale e culturale che il gruppo ebbe su un paese orfano di Kennedy. Un documentario elettrizzante e, a tratti, commovente.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Il lavoro di restauro dei filmati d'archivio e delle esibizioni live.
  • Il materiale raccolto da Albert e David Maysles.
  • La riflessione sull'impatto sociale e culturale dei Beatles negli Stati Uniti.
  • Scoprire il dietro le quinte del viaggio dei Fab Four in America.
  • I ricordi commossi e pieni di emozione degli intervistati.

Cosa non va

  • Alcune interviste, molto classiche nell'impostazione, partono per la tangente.