Guess What's Coming to Dinner: il titolo di questo settimo episodio della quarta stagione di Battlestar Galactica è un'aperta allusione, anche piuttosto carica d'ironia, al classico Indovina chi viene a cena? di Stanley Kramer, deliziosa commedia di costume sul confronto tra le diversità razziali. Per cena a bordo di Galactica, cuore pulsante dell'umanità superstite, non arriva Sidney Poitier ma una nutrita compagine di Cylon ribelli. Ma andiamo con ordine, perché siamo di fronte a un altro episodio eccellente che vale la pena di esaminare nei dettagli: avevamo lasciato la navicella Demetrius e la base stellare danneggiata di Natalie e Leoben in procinto di raggiungere la flotta coloniale, ma qualcosa va storto nella sincronizzazione del salto, e la base stellare piomba, da sola, in mezzo ai nemici. La reazione a bordo di Galactica è immediata, i Viper vengono lanciati, i civili vengono invitati a filarsela e le armi più potenti della nave da combattimento sono immediatamente puntate sui nuovi arrivati. Athena e Starbuck, a bordo della base stellare, si trovano impossibilitate a comunicare con Galactica, e quindi a evitare di finire polverizzate; ma mentre Bill Adama sta per lanciare il segnale per l'attacco, pochi istanti prima che la base, e anche la Demetrius, che sta per saltare al fianco della nave Cylon, siano distrutte dal fuoco coloniale, arriva un provvidenziale "weapons hold", pronunciato dall'ufficiale esecutivo Saul Tigh. Più tardi Tigh dirà ad Adama di avere solo avuto fortuna, ma noi realizziamo che in realtà questo è il primo momento in cui abbiamo visto emergere la reale natura del colonnello (volendo escludere la sua ancora misteriosa relazione con Caprica Six, ovviamente), la sua connessione recondita con gli altri membri umanoidi della razza artificiale e il suo legame con il destino comune delle due popolazioni, che, con un comando lanciato in aperto contrasto con gli ordini dell'ammiraglio, ha salvato.
Dopo aver verificato la situazione, lo stesso Tigh guida una rappresentanza di Galactica che arriva a bordo della base Cylon, e chiede a Starbuck e ad Athena qual è il Cylon che ha sparato a Gaeta, che nel frattempo viene trasferito precipitosamente in infermeria per l'inevitabile amputazione dell'arto ferito; non ci è dato di conoscere la risposta, ma è assai probabile che abbiano scelto di salvaguardare Anders da un'azione disciplinare trasferendo comodamente la responsabilità sulla defunta Six che ha ucciso Barolay. A un'altra Six, Natalie, tocca invece il compito di svelare i piani dei Cylon ribelli all'ammiraglio Adama e alla Presidente Roslin: i modelli due, sei e otto vogliono la "liberazione" del modello tre, D'Anna, e parallelamente la distruzione del Resurrection Hub, ovvero la nave che, in concorso con le singole Resurrection Ship, permette a tutti i Cylon umanoidi di rigenerarsi mantenendo inalterata la propria coscienza. Privare i Cylon dell'immortalità, afferma Natalie, può essere visto come una vendetta per la distruzione delle Colonie e di milioni di vite umane perdute per sempre. Per quanto riguarda i ribelli, hanno bisogno di D'Anna per arrivare ai Final Five, che si nascondono nella flotta coloniale (due di loro, Tigh e Tory Foster, sono in attentissimo ascolto delle parole di Natalie e ovviamente tremano a sentire resa pubblica la propria copertura) e che dovranno essere loro consegnati una volta compiuta la missione.
Intanto, Starbuck e Athena hanno reso partecipi gli altri anche del messaggio dell'ibrido, che sembra indicare che i Final Five conoscono la rotta per la Terra.
Nesce quindi un problema apparentemente insormontabile: tutti e due i gruppi hanno bisogno dei Final Five, e tutti e due i gruppi decidono di tradire la fiducia reciprocamente concessa per assicurarseli. E uno dei magnifici cinque, il povero Tigh, è messo a parte dei piani di Adama e Roslin, e, proprio nel momento in cui, con il "weapons hold" di cui sopra, ha iniziato a a manifestare la prevalenza della sua natura Cylon sulla cieca lealtà alla flotta. Visibilmente scosso, Tigh suggerisce di distruggere lo Hub, di ignorare i Final Five e proseguire sulle tracce delle visioni della presidente. Ma non sarà ascoltato.
Oltre a dover gestire i rapporti con i nuovi arrivati, Laura Roslin è anche alle prese con un nuovo problema causato da Gaius Baltar, che ha parlato apertamente, durante una delle sue trasmissioni radio, del legame psichico della presidente con due Cylon, Sharon Agathon e Caprica Six. E' il membro del Quorum of Twelve che le è più vicino, Lee Adama, a pressare Laura perché faccia un passo verso la popolazione, che ha il diritto di sapere se la sua leader è davvero coinvolta in un simile fenomeno. Lei però, pur ammettendo con Lee di aver avuto effettivamente quelle visioni (che si ripresentano in lei come in Athena e in Caprica Six: la sequenza, che abbiamo già visto nell'episodio Crossroads, Part I, alla fine della terza stagione, vede Laura e Sharon inseguire la piccola Hera Agathon, che però viene raccolta da Six, che la porta via per ricongiungersi con Baltar) sceglie di non farlo apertamente, anzi, affronta Tory, la cui relazione con Baltar, a quanto pare, non è più un segreto, e le impone di scoprire chi ha diffuso tali "menzogne".
Più tardi, Lee raggiunge la presidente in infermeria per avvisarla che il Quorum, su Colonial One, è sul piede di guerra perché non è stato consultato sugli accordi con i Cylon ribelli per la missione di distruzione del Resurrection Hub, e riesce a convincerla a informare i rappresentanti delle Colonie.
Laura incontra i dodici affiancata da Adama padre, spiega le sue intenzioni, e poi porta di fronte al Quorum Natalie, che fa un discorso illuminante sulla guerra civile tra i Cylon e sul fatto che, privati della Resurrection Ship, i ribelli hanno compreso il valore che il tempo e la morte donano alla vita umana: "Per vivere esistenze che abbiano un senso, dobbiamo morire e non ritornare. Quel 'limite' degli umani, che trascorrete la vostra vita a rimpiangere, la mortalità, è la cosa che vi rende perfetti."
Starbuck, che fa parte della scorta di Natalie su Colonial One, freme ascoltando la leader dei ribelli, perché ricorda il messaggio dell'ibrido, o meglio, la parte di esso che la riguarda personalmente: "Sei l'araldo della morte, Kara Thrace". Ma alla luce delle parole di Natalie, la morte potrebbe essere non la distruzione di una o di entrambe le razze, ma il dono fraterno di una razza all'altra.
La persona più profondamente colpita dall'incontro con il Quorum è, sorprendentemente, proprio Natalie, che ha percepito tutta la diffidenza fdei rappresentanti della popolazione coloniale, la loro paura, e il loro disprezzo. Parlando con Leoben e la rappresentante degli otto, ammette di aver cambiato idea sul piano per la cattura di ostaggi umani per ottenere il Final Five una volta compiuta la missione e riavuta D'Anna. Se i Cylon non sono pronti a fidarsi, non lo saranno mai gli umani; e gli stessi Final Five, che, vivendo nella flotta, osservano e giudicano i loro fratelli, non potranno mai farsi avanti. Purtroppo, sembra troppo tardi per fermare il piano, e rivelare apertamente che tale piano esiste significherebbe perdere la fiducia degli umani per sempre...
Questo episodio così complesso e importante scivola verso un finale di per sé significativo e architettonicamente articolato, e a fare da tessuto connettivo tra le storyline che convergono l'una nell'altra c'è un personaggio che giace, menomato e afflitto, in infermeria: è Felix Gaeta. Ce lo ha già detto Anders, mentre partecipava, distratto e addolorato, a una riunione con gli altri tre Cylon di Galactica: Gaeta canta. E non nel senso che spifferi quanto accaduto realmente a bordo di Demetrius, canta davvero, per dimenticare il suo strazio, canta, con una dolcissima voce tenorile, una struggente e luttuosa ballata d'amore perduto.
Alone she sleeps in the shirt of man With my three wishes clutched in her hand The first that she be spared the pain That comes from a dark and laughing rain When she finds love may it always stay true This I beg for the second wish I made too But wish no more My life you can take To have her please just one day wake.
Ora, le musiche di Bear McCreary, sempre innovative, sincretiche e atmosferiche, hanno avuto costantemente una notevole importanza come commento ed arricchimento narrativo a questa magnifica serie, ma questo particolare contributo, Gaeta's Lament, è qualcosa di nuovo e speciale sia per McCreary, per la prima volta coinvolto anche a livello di sceneggiatura, che per l'attore Alessandro Juliani, che si è ritagliato così un ruolo, se non fondamentale ai fini dell'azione, di grande impatto estetico ed emotivo, che funge da raccordo tra le scene chiave di questo episodio. Nella scena in cui mette alle strette Laura Roslin, Lee l'ascolta colpito; più tardi, è Gaius Baltar (l'uomo che, lo ricordiamo, Gaeta ha cercato di mandare a morte con una falsa testimonianza) che, senza avvicinarsi, l'osserva da un angolo dell'infermeria. E, nell'ultimo atto di Guess What's Coming to Dinner, sono il suo volto sofferente, la sua voce vellutata e l'arrangiamento che riprende la sua melodia che accompagnano i personaggi verso il climax. Laura Roslin decide di parlare con l'ibrido della base stellare, e trascina con sé Baltar, annunciandogli che, nelle visioni da lui tanto pubblicizzate, a proposito delle quali intende interrogare l'ibrido, è coinvolto anche lui; Leoben e la otto, a bordo della base, sperano di riuscire a fermare in tempo i centurioni e il tradimento; Natalie torna a bordo di Galactica per parlare con Adama per cercare di mettere in stallo la missione e quindi di evitare il precipitare degli eventi.
But wish no more My life you can take...
Torna a sovrapporsi all'azione presente la famosa visione della Opera House, mentre Sharon Agathon, nella sua cabina, scopre che sua figlia Hera ha ricoperto un intero album di disegni di una figuretta bionda e di un'unica cifra ripetuta ossessivamente: "6". Mentre sfoglia, sconvolta, il quaderno, la bambina scompare nei corridoi di Galactica, e possiamo già intuire quello che sta per accadere. Sharon cerca la piccola, iniziando ad agitarsi mentre ricorda quel terribile incubo in cui Six gliela sottrae per portarla oltre una soglia luminosa, dove Baltar le attende. Hera corre per i corridoi fino a trovarsi di fronte Natalie, la Six ribelle dai capelli biondo miele, che, come tutti i Cylon, sa bene chi è Hera e cosa rappresenta, e sorride alla bambina che corre ad abbracciarla. A questo punto sopraggiunge Sharon, affiancata dal suo amore di un'altra esistenza, Galen Tyrol, e inevitabilmente terrorizzata. Puntando la sua arma contro Natalie, chiede al Chief di portare via Hera; "Non avrai mai mia figlia", dice, e colpisce Natalie due volte.
Nel frattempo, Roslin e Baltar sono ai margini della vasca dell'ibrido, che la otto sta per ricollegare. La presidente zittisce il vaniloquio teologico del suo ex rivale e annuncia che è "tempo di risposte"; ma, appena riconnesso, l'ibrido, forse per un mero riflesso difensivo, ordina un salto, strappando alla flotta e portando chi sa dove la base stellare, la presidente delle Colonie, il nuovo leader spirituale e il loro intero seguito.
To have her please just one day wake.
Così, l'ultima parola della canzone di Gaeta, "wake", diventa ambivalente sovrapponendosi al "risveglio" dell'ibrido, e chiude una progressione drammatica e dolorosa con una nota delicatissima eppure raggelante, che suggella la perfetta architettura narrativa e musicale dell'episodio. Per un finale, francamente, da applausi.
Movieplayer.it
4.0/5