Ari-Cassamortari, la recensione: il sequel funebre di Claudio Amendola fedele all'originale anche nei difetti

Dal 23 settembre su Prime Video torna la famiglia di becchini con problemi in Ari-Cassamortari, la nuova commedia noir di Claudio Amendola.

I fratelli Pasti con la nuova arrivata Silvia D'Amico

Tornano i fratelli Pasti, alle prese con la pesante eredità paterna e con le vicissitudini della loro impresa di pompe funebri. Soddisfatto dall'esito del primo I cassamortari, Prime Video ha fatto il bis commissionando a Claudio Amendola un sequel, disponibile dal 23 settembre, che ricalca struttura e caratteristiche del primo film, con qualche differenza sostanziale.

Ari Cassamortari Gianmarco Tognazzi Massimo Ghini Alessandro Sperduti Lucia Ocone
I quattro fratelli Pasti riuniti insieme

Con un cast di commedianti rodati composto da interpreti d'esperienza come Massimo Ghini, Lucia Ocone, Edoardo Leo e Gian Marco Tognazzi, la vera sorpresa de I cassamortari era risultata uno spumeggiante Piero Pelù nei panni di una rockstar ipocrita e isterica. Stavolta, protagonista del lutto che dà il là alla vicenda narrata in Ari-Cassamortari è una sexy influencer dal nome che è tutto un programma, Bella Salma, interpretata da Caterina Guzzanti che, nonostante un duplice ruolo e tante occasioni (mancate), risulta meno incisiva di quanto dovrebbe.

La famiglia si allarga

Il risultato è quello di concentrare l'attenzione sui conflitti interiori dei quattro fratelli Pasti che per l'occasione diventano cinque. La famiglia si allarga con l'ingresso di Silvia D'Amico, sorellastra dotata di notevole spirito d'iniziativa, con un trascorso di problemi psichici, che fa la sua comparsa in seguito alla morte della madre dei Pasti. Sarà lei, con le sue folli trovate, ad aiutare i fratelli becchini a cavarsi dagli impicci dopo che il minore, interpretato da Alessandro Sperduti, ha sperperato i beni di famiglia con una serie di investimenti sbagliati per compiacere la femme fatale virtuale (Bella Salma, per l'appunto) di cui è innamorato.

Ari Cassamortari Gianmarco Tognazzi Silvia Damico
Gian Marco Tognazzi e Silvia D'Amico in una scena

Come ci aveva già ampiamente mostrato nelle sue precedenti regie, l'attenzione di Claudio Amendola si concentra più sulla psicologia dei personaggi che sulle trovate comiche, spesso poco efficaci nello strappare risate. Regista "umanista", Amendola si trova più a suo agio coi toni malinconici che abbondano quando allunga il suo sguardo indulgente sulle creature fragili e fallaci nate dalla penna degli sceneggiatori Alessandro Bosi, Alessandro Regaldo e Mary Stella Brugiati. Così se il fratello maggiore dei Pasti, Giovanni (Massimo Ghini), non si sente all'altezza dell'eredità del fulgido genitore, dopo il mutismo autoimposto Marco (Gian Marco Tognazzi) usa la ritrovata parola per confessare il suo perenne disagio. Per non parlare di Matteo (Alessandro Sperduti), talmente "fuori dal mondo" da preferire una relazione sentimentale virtuale a quelle reali, arrivando a perdere letteralmente la testa per una influencer opportunista.

Troppo buoni(sta) per la satira

Ari Cassamortari Antonia Liskova
Primo piano di Antonia Liskova

Va un po' meglio con le donne della famiglia Pasti. La decisionista Maria (Lucia Ocone) si prepara al matrimonio imminente e tiene le fila degli affari dell'impresa funebre in cui si integra perfettamente Domiziana (Silvia D'Amico), stralunata fatina che si prefissa il compito di migliorare l'esistenza dei fratelli portando una ventata d'aria fresca nella lugubre atmosfera familiare. Ari-Cassamortari conferma il desiderio di Claudio Amendola di farsi bonariamente beffe dei vizi contemporanei. Bersaglio della sua critica è l'abuso tecnologico che porta a confondere reale e virtuale, ma anche la mitizzazione delle figure emerse dai social che arriva a sfociare nel feticismo. Gli attacchi celati dietro le trovate comiche sono, però, troppo generici per risultare efficaci.

Ari Cassamortari Luca Bizzarri Cardinale
L'eccentrico cardinale di Luca Bizzarri con le sue suore

Ormai è cosa nota che le insicurezze dei fratelli Pasti affondano le proprie radici nella carismatica figura del capofamiglia e fondatore della ditta, interpretato da Edoardo Leo. La storia di Ari-Cassamortari è incastonata in una cornice flashback, tra le scene più riuscite del film, che fornisce nuove informazioni sul personaggio di Leo attraverso un colpo di scena ben congeniato. Questo tono dolceamaro, che Claudio Amendola sembra padroneggiare alla perfezione, cozza con la deriva fantastico-parodistica che la narrazione assume con l'ingresso di figure sopra le righe come Bella Salma o vere e proprie macchiette interpretate da Luca Bizzarri, un eccentrico cardinale con la passione del gioco d'azzardo, e Paolo Kessissoglu, l'inquietante leader di una setta ossessionata dai cadaveri VIP. E proprio l'apparizione del personaggio di Bizzarri, nel finale, lascia intendere che la saga quasi certamente proseguirà con un Cassamortari 3. D'altronde l'industria della morte è inesauribile. Allora perché non sfruttarla il più a lungo possibile?

Conclusioni

Un sequel coerente con l'originale. In Ari-Cassamortari Claudio Amendola torna a raccontare insicurezze e fragilità della famiglia di becchini mentre sta per ricevere un importante riconoscimento. L'attenzione è più concentrata sui personaggio che sull'azione comica, così l'approfondimento psicologico dei protagonisti mal si sposa con la rappresentazione macchiettistica delle figure di contorno.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.1/5

Perché ci piace

  • Il ritorno dei quattro fratelli Pasti, diventati nel frattempo cinque, coincide con la loro maturazione ed evoluzione.
  • La cornice flashback incentrata su Edoardo Leo, una delle scene più riuscite.
  • La coerenza del sequel nei pregi...

Cosa non va

  • ...ma anche nei difetti.
  • Claudio Amendola è più a suo agio coi toni malinconici che con la commedia tout court.
  • Il ciclone Caterina Guzzanti qui non riesce a esprimere al meglio le sue potenzialità.