Åremorden - Gli omicidi di Åre, la recensione: se anche le serie crime nordiche sbagliano il colpo

Un nuovo titolo si aggiunge al catalogo Netflix dedicato al Nordic Noir, dai libri di Viveca Sten. Peccato che tutto si risolva troppo in fretta. In streaming.

Un'immagine di Åremorden - Gli omicidi di Åre.

Nordic Noir è una sorta di neologismo che oramai esiste da qualche anno e sta ad indicare la peculiare capacità dei Paesi Nordici Europei di creare l'atmosfera perfetta per una storia crime, grazie all'isolamento e l'oscurità che li contraddistinguono, all'assetto asciutto del racconto e alla caratterizzazione senza inutili fronzoli dei personaggi.

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Tutto parte da Hanna

Ogni nuova serie (spesso miniserie) che entra nel club sembra essere quindi una sicurezza d'intrattenimento, soprattutto per gli appassionati del genere. Eppure anche loro possono fare cilecca. Lo dimostra ** Åremorden - Gli omicidi di Åre**, in streaming su Netflix.

Åremorden - Gli omicidi di Åre: dalla pagina allo schermo

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Una scena della serie

Dopo I misteri di Sandhamn un'altra saga letteraria di Viveca Sten diventa un adattamento ad episodi. Questa volta ci troviamo nella cittadina di Åre e la serie Netflix copre i romanzi Nascosti nella neve - Hidden Snow e Nascosti nell'ombra - Hidden in the Shadows. Una scelta simile a quanto fatto su suolo nostrano con l'adattamento di Monterossi su Prime Video, che finisce in entrambi i casi per spezzare il ritmo e la narrazione. Presenta infatti due casi invece di uno solo - spalmati rispettivamente su tre e due episodi - e costringe una presentazione dei personaggi abbozzata e uno sviluppo degli eventi frettoloso, tanto più che la durata delle puntate è altalenante: si passa dai 30 ai 60 minuti e viceversa.

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L'incontro tra i due detective

Ma qual è l'intreccio? La detective Hanna Ahlander (Carla Sehn), appena lasciata dal compagno e a quanto pare in congedo lavorativo dalla sede di Stoccolma, si trasferisce temporaneamente nella casa di villeggiatura della sorella ad Åre, un apparentemente tranquillo paesino di montagna. Peccato che, proprio durante la notte di Santa Lucia, una ragazzina scompaia misteriosamente, mettendo in crisi la comunità e sconvolgendo la tranquillità che la protagonista pensava di trovare. In realtà capiamo ben presto che la donna è una stacanovista che si lascia trasportare ed ossessionare dai casi, forse perché in città si occupava soprattutto di violenza domestica, e quindi è ben contenta di gettarsi a capofitto nel lavoro piuttosto che fermarsi a pensare e riflettere sulla propria vita.

Due indagini, due poliziotti, due modus operandi nella serie Netflix

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Åremorden - Gli omicidi di Åre. Kardo Razzazi in una scena della serie.

Hanna incontra l'agente di polizia locale con cui viene messa a lavorare dalla responsabile del dipartimento, a corto di personale: Daniel Lindskog (Kardo Razzazi) è appena diventato padre e convive con la compagna quindi avrebbe bisogno anche lui parallelamente di sfruttare il congedo parentale, ma non riesce. L'uomo è perplesso non solo per i metodi contro le regole della donna, ma anche perché vede che non sembra avere orari e una vita al di fuori del lavoro, oltre che rimane il mistero del perché sia andata via da Stoccolma. Mentre indaga su di lei, cerca di scoprire anche che fine abbia fatto Amanda, la ragazza scomparsa, e quale segreto nascondesse alla famiglia e alla migliore amica (una ritrovata Frida Argento da Young Royals). Un'indagine che strizza l'occhio alla Laura Palmer di Twin Peaks ma anche alla Rosie Larsen di The Killing (con i dovuti rispetti).

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Ritroviamo una vecchia conoscenza delle serie nordiche

Le atmosfere rarefatte che giocano con la luce e con una fotografia glaciale, proprio come i colori che offrono i paesaggi nordici, la fanno da padrone in Åremorden - Gli omicidi di Åre, mantenendo fede alle caratteristiche del sottogenere, ma è nello sviluppo che la serie fa cilecca. Scopriamo troppo presto il passato dei due protagonisti, senza approfondirlo per davvero, così come quello di Amanda e degli altri sospettati. Scritta da Karin Gidfors e Jimmy Lindgren e diretta da Joakim Eliasson e Alain Darborg, la serie crime perde quindi di ritmo, dato che scopriamo altrettanto repentinamente l'identità dei colpevoli e anche i vari colpi di scena - o che almeno dovrebbero essere tali - riguardo l'evolversi delle indagini dei due poliziotti. Un'occasione sprecata, peccato, che avrebbe funzionato meglio su un unico caso lungo cinque episodi con una distribuzione più equilibrata nella durata degli stessi.

Conclusioni

Girata per davvero nella rinomata stazione sciistica nella contea di Jämtland, al confine con la Norvegia, Åremorden - Gli omicidi di Åre restituisce l’isolamento, i segreti sepolti sotto al gelo, i personaggi dallo sguardo tetro e i dialoghi asciutti ma perde il loro approfondimento e uno sviluppo accattivante dei casi affrontati. Tutto nasce dalla decisione di adattare due romanzi invece di uno solo dalla saga di Viveca Sten, e di presentare puntate dalla durata ambivalente, non riuscendo quindi a far davvero appassionare lo spettatore dandogli troppo risposte troppo in fretta, senza il tempo di sedimentare le domande e farsi delle proprie teorie. Questo vale anche per il passato dei due protagonisti, stacanovisti che rientrano nel personaggio-tipo del detective votato al lavoro.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Il confronto tra Hanna e Daniel.
  • I paesaggi suggestivi e ambigui.
  • Il lavoro che diventa ossessione per i protagonisti.

Cosa non va

  • La durata altalenante degli episodi.
  • Il ritmo che si perde a causa di due indagini successive al posto di una unica.
  • Troppe risposte in troppo poco tempo per provare suspense.