Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, è disponibile dal 22 ottobre su Prime Video Anni da cane, film diretto da Fabio Mollo e scritto da Mary Stella Brugiati e Alessandro Bosi, in cui un'adolescente, Stella, calcola i suoi anni come quelli dei cani e quindi crede di stare per morire. Prima del trapasso ci sono però molte cose che vuole fare: stila quindi una lista con la missione di spuntarne il più possibile in tempi brevi.
A interpretare Stella è Aurora Giovinazzo, in questi giorni in sala con Freaks Out, film di Gabriele Mainetti che segna il suo esordio come attrice. Come già in quel film, l'attrice conferma il suo talento emergente, cambiando completamente registro. A farle da spalle i migliori amici della protagonista: Nina e Giulio, che hanno i volti rispettivamente di Isabella Mottinelli e Luca Maria Vannuccini. Tutto si complica quando entra in scena Matteo (Federico Cesari, Martino nella serie diventata di culto Skam Italia), di cui Stella potrebbe innamorarsi.
Insicurezze, disagio psicologico, apertura verso gli altri, la riscoperta di vecchi libri e film: ne abbiamo parlato proprio a Roma con gli attori Aurora Giovinazzo, Luca Maria Vannuccini e Isabella Mottinelli e con il regista Fabio Mollo.
La video intervista ad Aurora Giovinazzo, Luca Maria Vannuccini e Isabella Mottinelli
Anni da cane e l'importanza di parlare di salute mentale
In questi ultimi anni molte serie e film parlano sempre di più di salute mentale: anche in Anni da cane ci sono attacchi di panico, ansia sociale. La generazione di Stella forse è la prima che non ha paura di parlarne apertamente. Quanto è importante raccontare questo in film e serie?
Aurora Giovinazzo: Questo film tratta temi molto importanti: è inclusivo, tratta anche l'esclusione sociale, i disagi, l'ansia. Bisogna avere empatia. L'empatia secondo me è il primo passo per l'essere umano per essere ancora più umano. È un messaggio che prima o poi bisogna percepire, anche se è lento come processo. Come tutte le lotte che stiamo affrontando, soprattutto noi giovani, che per fortuna abbiamo anche una mentalità diversa rispetto alle persone un po' più grandi. Quindi speriamo che, tra una risata e l'altra, ci sia anche un momento di riflessione. Perché sì, vedendo i personaggi di Stella, Giulio e Nina si ride e si scherza, però bisogna riuscire a capire che cosa c'è dietro.
Fabio Mollo: Secondo me è fondamentale parlare del disagio che abbiamo. Tendiamo, sia nel periodo dell'adolescenza, ma anche dopo, a metterlo da parte, a vergognarci. Io mi ricordo per esempio di aver scoperto di essere dislessico all'università, con un semplice test, e invece pensavo di avere soltanto vergogna di leggere ad alta voce. La cosa bella è che oggi se ne parla e gli adolescenti ne parlano. Viverlo in modo solitario può essere veramente pericoloso. Invece basta soltanto aprirsi e magari si trova una soluzione o anche un modo per viverlo molto più serenamente. Questo vale veramente per tutto: tutti i disagi che abbiamo nell'adolescenza è importante provare a condividerli con gli altri. Non necessariamente i genitori, ma gli amici, i compagni di scuola. Può essere difficile perché bisogna vedere anche come vieni percepito dagli altri. Però quello che riscontro in questa generazione è che il pregiudizio sta venendo meno. È una generazione molto più aperta, accogliente e inclusiva. E questa è la cosa bella.