Analisi di una tragedia
A quasi undici anni di distanza, i tragici eventi del G8 di Genova sembrano tornare attuali e proprio all'edizione 2012 del Festival di Berlino si apre una consistente parentesi sull'argomento: accanto a Diaz - Don't Clean Up This Blood di Daniele Vicari, la sezione Panorama Dokumente ospita la proiezione di un altro lavoro italiano che affronta l'argomento: il documentario The Summit.
A differenza del film di Vicari, il lavoro diretto da Franco Fracassi e Massimo Lauria usa materiale d'archivio, interviste a testimoni di momenti diversi di quelle giornate, giornalisti e politici.
Il lavoro è ambizioso: Fracassi e Lauria non si limitano a raccontare le giornate del G8 genovese, ma approfondiscono anche il periodo che l'hanno preceduto, dalle manifestazioni dei mesi precedenti, tra cui quelle di Napoli e Goteborg, vere prove generali di quanto accaduto nel capoluogo ligure, allo scenario italiano ed internazionale, creando il contesto socio-politico in cui i fatti si sono verificati.
Allo stesso modo non si limitano a seguire lo sviluppo delle manifestazioni, dalle prime cariche della polizia all'omicidio di Carlo Giuliani, il noto attacco alla Diaz e le torture di Bolzaneto, ma approfondiscono i retroscena di ogni evento, indagando su cause e decisioni dietro le quinte, sui retroscena di quello che è stato definito da Amnesty "La più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda Guerra Mondiale".
La ricostruzione è precisa, dettagliata, meticolosa. Fa ordine negli eventi, ricostruisce spostamenti dei cortei, individua l'arrivo dei black block, proponendo indizi per capirne motivazioni e provenienza, ricostruisce con enorme dettaglio i momenti drammatici della morte di Giuliani in Piazza Alimonda.
Ma forse lo spazio a disposizione è troppo poco perchè The Summit possa risultare comprensibile ad uno spettatore medio, in particolare a qualcuno che non avesse già familiarità con gli eventi, travolto da nomi delle strade di Genova e dei tanti personaggi coinvolti.
C'è tanto, forse troppo. Non è un difetto di per sè, ma lo diventa se lo scopo è quello di informare chi sia a digiuno o quasi di quanto accaduto, come può essere stato parte del pubblico della 62ma Berlinale.
Movieplayer.it
3.0/5