Sulla scia del fenomeno Twilight che in Italia, come nel resto del mondo, sta sbancando i botteghini, il cinema sembra aver riscoperto la sua vecchia passione per la figura del vampiro. Un fenomeno che ha contagiato anche il piccolo schermo che ha proposto negli scorsi mesi, negli Stati Uniti, una delle serie più interessanti del momento, True Blood, creata da Alan Ball e incentrata nuovamente sul rapporto tra umani e vampiri, in una società dove il dibattito per i diritti dei succhiasangue infiamma l'opinione pubblica. Il fascino del vampiro trova ora nuova linfa in un piccolo, meraviglioso film svedese in arrivo a gennaio nelle nostre sale.
Si tratta di Lasciami entrare, tratto dal romanzo omonimo di John Ajvide Lindqvist che del film è anche sceneggiatore. Ancora una volta è il rapporto tra un umano e un vampiro il fulcro della storia, ma stavolta si parla di bambini, con tutto il sadismo, l'orrore e anche la tenerezza che questo comporta. Perché il mondo dei più piccoli non è fatto di purezza, ma di crudeltà che fotocopiano quelle dei grandi, di emozioni forti che scuotono l'animo e fanno porre delicati interrogativi.
Sospeso tra favola e horror, Lasciami entrare nella sua semplicità può essere considerato senza dubbio un'opera folgorante da amore a prima vista, perché caratterizzata da quella genuinità assicurata da una grande storia e dal tocco magico di un bravo regista che ha saputo rendere al meglio la toccante storia d'amore tra un bambino solitario e una piccola vampira costretta a uccidere e cibarsi del sangue umano per sopravvivere. Dopo aver vinto numerosi premi in tutti i festival dov'è stato presentato, il film arriverà in Italia il prossimo 19 gennaio distribuito da Bolero Film. Intanto, il regista Tomas Alfredson è giunto a Roma per raccontare alla stampa la genesi di questa piccola gemma.
Tomas Alfredson, perché ha scelto di ambientare Lasciami entrare nel passato, nel 1982?

Il film può essere quindi considerato una sorta di riflessione sulla società svedese?
La storia è sicuramente aperta a differenti interpretazioni e io sono ben disposto ad accettarle tutte. Per alcuni, Lasciami entrare è un film sulle auto d'epoca, per altri è un racconto di formazioni, per altri ancora è un film sul fenomeno del bullismo. Non spetta a me dare l'esatta interpretazione del film, ma mi interessa ascoltare tutte le differenti versioni.
Lei però ha parlato di una svedesità che assicurerebbe al film grandi opportunità di successo internazionale.

Nel film le figure parentali sono appena accennate. Penso ad esempio al tutore della piccola Eli, la bambina vampira, che non si sa bene che ruolo abbia nella sua esistenza, ma tra loro c'è un rapporto talmente profondo che lui non esita a sacrificarsi per salvarla.
Lo stile della sceneggiatura era piuttosto rigoroso e in essa erano presenti davvero pochi dialoghi, scritti prevedento un livello poetico dei dialoghi stessi. Eravamo convinti che il film avrebbe dovuto raccontarsi attraverso le immagini, quindi senza dialoghi. Il personaggio che lei ha definito "tutore" nel libro in realtà era dichiaratamente un pedofilo. Trovo però che oggi la pedofilia sia troppo usata per fornire alle storie una sorta di effetto speciale emotivo, senza che venga approfondito in maniera rigorosa. Visto l'argomento così complesso, forte e inquietante, non volevo avesse un effetto disturbante sulla storia d'amore tra i due protagonisti. Per gli spettatori quindi questo personaggio ha una sorta di misticità, è un po' un Oscar vecchio, potrebbe essere l'amante che Eli sceglie ogni duecento anni o semplicemente uno psicotico. Lo spazio per le interpretazioni è davvero vasto.
Nell'avvicinarsi al tema del vampirismo ha effettuato studi particolari?

Come spiega lei il revival della figura del vampiro che sta contagiando cinema, tv e letteratura?
Abbiamo cominciato a lavorare a questo film quattro anni fa, quando non si parlava affatto di vampiro. Oggi, come per incanto, su entrambi i lati dell'oceano si fanno film sui vampiri, ma è una pura fatalità e non so spiegarne il perché.
Come avete lavorato sulla colonna sonora?
