Una sitcom adolescenziale di tredici episodi sull'amicizia e sul cancro: un pubblico adulto potrebbe non ritenere le premesse particolarmente attraenti. In realtà Alexa & Katie, serie originale di Netflix creata da Heather Wordham e disponibile sulla piattaforma dal 23 marzo, riesce a far ridere spesso e di gusto non solo i teenager: considerando che ci si potrebbe chiedere se una sitcom su un'adolescente malata non sia già di per sé un ossimoro, la sfida si può considerare vinta brillantemente.
Siamo molto lontani da serie che ruotano attorno a teenager, concepite però per intrigare un pubblico adulto: pensiamo alla nostalgica Stranger Things, che rievoca gli anni Ottanta e ci fa tornare dei ragazzini con le bici e le torce, o alla conturbante Tredici, architettata in modo tale da creare un mistero attorno al suicidio della protagonista vittima di bullismo. Alexa & Katie è rivolta espressamente a un pubblico di adolescenti; e nonostante affronti tematiche serie come la malattia e il senso di esclusione che da questa può derivare, adotta lo sguardo di una quattordicenne, per la quale ogni problema, in quanto attuale, diventa assoluto: dal ragazzo carino interessato a un'altra, alla spossatezza, al trovare una parrucca adatta al proprio viso. E il fatto che sia una sitcom, certo, aiuta.
Leggi anche: Stranger Things: Sette motivi per innamorarsi del fenomeno televisivo targato Netflix
L'amicizia è la medicina migliore
Totalizzante, essenziale, consolatoria: l'amicizia in età adolescenziale è spesso così. Le persone che ci attraggono sono un diversivo, gli amici no. Soprattutto i migliori amici, o le migliore amiche, quali sono Alexa e Katie l'una per l'altra: vicine di casa e cresciute fianco a fianco, abituate ad affrontare sempre tutto insieme. Il problema che si pone loro davanti, però, questa volta non è di matematica; Alexa ha il cancro, e deve fronteggiare gli effetti collaterali della chemioterapia. Vitale e disobbediente, non vuole rinunciare al suo stile di vita, e tantomeno alle sue priorità: sul podio riconosce senza esitazioni la sua rivalità con Gwenny, la compagna di scuola con cui è in atto una guerra fantasiosa di dispetti e insulti reciproci. Non sia mai che Gwenny scopra della sua malattia: potrebbe addirittura trattarla con gentilezza. Nessuno a scuola deve scoprire della sua malattia. Ma proprio nella prima puntata Alexa comincia a perdere i capelli, e l'eccitazione per l'inizio del liceo da lì a tre giorni è compromessa dal timore che compagni e insegnanti possano riservarle un trattamento diverso. Interviene Katie, che si rade la chioma bionda con generosa impulsività: Alexa non dovrà affrontare niente da sola. E nonostante Katie sia terribilmente goffa e molto più rispettosa delle regole che le vengono imposte, si trova a doversi iscrivere nella squadra di basket della scuola (Alexa non può giocare e pensa, quasi l'amica fosse un suo avatar, di trarre soddisfazione dalle sue partite), o a commettere bravate con cui non ha la stessa dimestichezza di Alexa. Tutto, pur di distrarre l'amica dal cancro.
Leggi anche: La linea verticale, il medical italiano che mancava!
Le mamme di Alexa e Katie
Ricordate l'ammirata cheerleader Kelly di Bayside School, o la trasgressiva Valerie di Beverly Hills, 90210? Qui ritroviamo Tiffani Thiessen in una versione più paffuta, adulta e rassicurante, e dotata di un'imprevedibile verve comica che è il vero valore aggiunto di questa sitcom. Veste i panni di Lori, la protettiva mamma di Alexa che, a differenza della figlia, ha saggiamente riordinato le sue priorità dopo la scoperta del cancro, e non riesce più a sgridarla o a metterla in punizione, con enorme disappunto di Alexa. Nonostante questo, Lori ha diversi atteggiamenti infantili: ama ricordare con vanità i suoi anni da liceale, ma poi si lascia comprare facilmente come tutte le mamme a cui, "quando chiedi delle loro giornate, è come se fosse Natale". E in effetti, se Alexa le chiede come sia andata al lavoro, lo fa per estorcerle un favore. Anche Jennifer, la mamma di Katie, non è un esempio di adulto maturo; ma a differenza di Lori, sua amica e vicina di casa, è separata e alla continua ricerca di un modo per vivere con stile senza dover sborsare un soldo, che sia rimediando un pasto col brie non destinato a lei oppure commissionando alla figlia la raccolta di eleganti salviette da un grande magazzino. Si dispiace quando Lori, con le sue manie di controllo e perfezionismo, sembra scavalcarla nel ruolo materno, istruendo Katie sul primo bacio o cucendole l'abito per lo spettacolo a scuola. A sua volta, Lori ha bisogno di tornare a questioni normali e di distrarsi dal problema che ha inghiottito tutti gli altri: la salute di Alexa. E in una sitcom destinata agli adolescenti, il punto di vista di Lori e Jennifer, seppur affrontato in misura molto ridotta, è il perfetto contraltare di quello di Alexa e Katie, per le quali invece è molto credibile che la rinuncia del primo ballo sia dolorosa quasi quanto la malattia stessa.
Leggi anche: Tredici: tra suicidio e bullismo, perché la nuova serie Netflix è un teen drama duro e realistico
Una sitcom più al femminile
Anche il padre di Alexa, Dave, si dimostra fin dall'inizio un bambinone; come la moglie, ha studiato nella stessa scuola della figlia, e quando quest'ultima commette bravate, ha paura di essere redarguito dalla preside. Ma è pronto a gonfiarsi di orgoglio se deve spiegare a una classe elementare il suo mestiere di pilota, condendo il tutto con mimica e dettagli romanzati. Di fronte alla malattia di Alexa, invece, diventa laconico e imbarazzato, mentre la moglie sembra sapere già come agire o le parole giuste da usare. Parallelamente, quando Katie prova a confidarsi col padre che è tornato qualche giorno in famiglia, lui tenta di farla ridere e di evitare un confronto maturo. In questa serie senz'altro al femminile, sono le donne a manovrare il timone. Il fratellino di Katie, Jack, per la sua età è scaltro, pur facendo sorridere quando, allibito dal costo di una buona parrucca, enumera le cose acquistabili allo stesso prezzo e include nella lista uno squalo. Il fratello maggiore di Alexa, Lucas, è invece tontolone e vanesio, e non ha lo spirito ribelle della sorella: se è in corso una partita di videogiochi al sicuro, è felice di rinunciare a una pericolosa bravata pianificata con l'amico nerd, Dylan, alla quale nessuno dei due aveva mai realmente creduto.
E anche i personaggi più marginali sono divertenti: dall'allenatrice di basket, dotata di modi spicci e di un cinico pragmatismo, all'insegnante di teatro stralunata e fissata con zombie e vampiri. Del resto, come giocatrice di basket Katie non è un granché, mentre nei panni di Giulietta fa furore.
All'ospedale di Alexa, invece, non riscuote molto successo: con adolescenti malati che cercano conforto l'uno dall'altro, si sente esclusa e inadeguata; esattamente quello che prova Alexa quando non può partecipare a corsi e partite. Ognuno si sente escluso alternatamente, che abbia o no il cancro: la malattia non sembra dirimente nelle dinamiche umane. E in questa sitcom per adolescenti, a volte leziosa, spesso naïve, si affacciano temi profondi e universali. Primo tra tutti: ognuno di noi, adolescente o adulto, genitore o figlio, soffre per l'esclusione da un contesto che non gli è familiare e da cui vorrebbe venire riconosciuto. Ma se ha la fortuna di avere nella propria vita un'amicizia come quella che lega Alexa e Katie, sicuramente si sentirà meno solo.
Movieplayer.it
3.5/5