Presentato nel Liceo Classico di Roma "Lucrezio Caro", Chi nasce tondo, prodotto dalla Soc. Coop. Digital Desk e distribuito dall'Istituto Luce, nasce come un progetto patrocinato dall'Assessorato e Dipartimento alle Politiche Educative Scolastiche, realizzato attraverso un percorso formativo che ha visto la partecipazione degli studenti di alcuni licei romani (Lucrezio Caro, Giordano Bruno, Virginia Woolf, Ilaria Alpi) e della Scuola di Cinema Digital Desk.
"L'obiettivo", dice il regista Alessandro Valori, "è stato quello di coinvolgere i giovani nel mondo del cinema, facendo partecipare i più volenterosi alla realizzazione di un film in tutte le sue fasi, dalla sceneggiatura al montaggio". Un'esperienza secondo il regista che ha visto un proficuo "scambio biunivoco" di idee tra i professionisti e i ragazzi all'opera, i quali "hanno avuto la possibilità di vedere che quello del cinema è un mondo che non è solo fascinazione, ma anche lavoro".
Secondo Valori il contributo fondamentale apportato ai giovani da questo film è stata "l'attenzione al recupero di certe radici e la ricerca di una comicità non estemporanea, ma scaturita da situazioni anche tragiche" supportate da una "costruzione di personaggi con un substrato emotivo forte". Chi nasce tondo è frutto di una continua ricerca, operazione indispensabile per il regista che definisce ogni film "un prototipo" che non deve seguire uno schema di stile fisso da perpetuare all'infinito.
Per quel che riguarda la distribuzione i numeri sono incerti, in primo luogo perchè il lavoro è stato realizzato su supporto digitale e quindi incontrerà non pochi problemi di tipo tecnico in molte sale cinematografiche, in secondo luogo per dinamiche legate alla spinosa tematica di promozione del cinema indipendente, sulla quale interviene in modo accorato e sincero l'attrice Sandra Milo. "Man mano il cinema viene trattato come l'ultimo gradino della scala sociale" lamenta la Milo, la quale fa appello al nuovo governo per prendere provvedimenti mirati a risollevare da una "ingiusta situazione di blocco" il nostro cinema, "un'arte nella quale siamo sempre stati maestri".