Alarum, recensione: Scott Eastwood e Sylvester Stallone in una spy story sconclusionata

Lo spy-thriller di Mike Polish spreca un cast di rilievo con un film penalizzato da una sceneggiatura farraginosa, una regia piatta e scene di azione perlomeno discutibili. Su Prime Video.

Scott Eastwood e Sylvester Stallone sono i protagonisti di Alarum

A volte le premesse ingannano. Ti avvicini a uno spy action come Alarum, appena apparso in streaming su Amazon Prime Video, leggi il cast che annovera tra gli altri Scott Eastwood e Sylvester Stallone, e ti aspetti se non altro qualcosa capace di intrattenere grazie a tensione e azione. Ma invece non è cosi perché il film diretto da un mai così poco convincente Mike Polish è piatto, senza nerbo e sa tanto di occasione sprecata.

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Sylvester Stallone, Willa Fitzgerald e Scott Eastwood in una scena di Alarum

Peccato perché il cast (ci sono anche Willa Fitzgerald e Mike Colter) e quella che sulla carta è un'intricata spy story con temi forti come quelli di tradimento, fedeltà o addirittura voglia assoluta di abbandonare per sempre un mondo di pericolosi e complessi complotti spionistici, prometteva di più di un B-movie che sembra malamente e frettolosamente raffazzonato per il pianeta streaming.

La trama di Alarum: spie a caccia di ex spie innamorate

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Mike Colter dirige le operazioni

I protagonisti di Alarum somo Joe (Eastwood) e Laura (Fitzgerald), due ex spie che si sono incontrate mentre si stavano ammazzando, si sono innamorate e hanno deciso di abbandonare il mondo dello spionaggio per sposarsi e vivere una vita normale in clandestinità. Ma quando un aereo ultraleggero precipita vicino al loro resort invernale tutto si rimette in moto: lui trova una pen-drive dalla quale paiono pendere i destini della Cia e di tanti rapporti che dovrebbero restare segreti, e nel giro di breve tempo varie agenzie con tanto di gruppi armati si mettono a caccia dei due. La convinzione infatti è che la coppia faccia parte di una rete clandestina chiamata Alarum. Fra quelli che vengono incaricati di uccidere Joe, c'è Chester (Stallone), un agente ormai avanti con l'età ma ancora spietato.

Un minestrone confuso tra regia piatta e script sconclusionato

Cosa non funziona in Alarum? L'elenco è piuttosto lungo, a partire da una sceneggiatura sconclusionata e farraginosa, che presenta lacune evidenti e ha la sinistra capacità di affastellare passaggi confusi uno dietro l'altro con il risultato di non capire chi sta con chi. E non per una costruzione complessa, raffinata e articolata, bensì per una maldestra volontà di stupire senza averne il necessario materiale narrativo, producendo solamente un groviglio nel quale i personaggi si muovono con motivazioni misteriose.

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Scott Eastwood e Sylvester Stallone alleati. O forse no.

Dopo la premessa stuzzicante, tutto si arena in un pastoso minestrone confuso tra fazioni, alleanze che saltano, tradimenti e improvvisi dietrofront, senza un vero procedimento logico, ma così giusto per accumulare presunti colpi di scena. Un'anarchia totale miscelata con una regia piatta che azzera totalmente la tensione e fa affiorare perfino una certa noia. E il finale zuccheroso non fa che peggiorare le cose.

Personaggi senza spessore

A rendere il tutto ancora meno avvincente, lo scarso approfondimento dei personaggi. Peccato non aver sfruttato pienamente nemmeno la curiosa storia d'amore fra Joe e Laura, che subito prendono strade diverse dall'inizio del film per ritrovarsi solo alla fine, quasi in una replica della scena iniziale. Poteva essere il fulcro di tutto ma viene messo nel cassetto per ritirarlo fuori solo alla fine.

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Scott Eastwood pronto all'azione

Non aiutano i dialoghi imbarazzanti e nemmeno le interpretazioni: se la Fitzgerald almeno è apprezzabile per le qualità atletiche, Scott Eastwood sembra sul set solo per onor di firma, mentre Stallone nei panni del sicario vecchio e bolso, è talmente svogliato da non riuscire a trasmettere il carisma che dovrebbe avere una figura così importante. E nemmeno Colter viene sfruttato a dovere. Ma la loro attenuante è che sono tutti penalizzati da uno script fiacco che li racchiude in figure senza spessore.

Sequenze di azione che rasentano l'assurdo

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Willa Fitzgerald in una scena di Alarum

Il lungo elenco di cose negative si conclude con le sequenze d'azione: a parte un paio di buoni spunti, sono davvero deludenti. Non tanto nella costruzione, quanto nella loro illogicità che le rende a volte totalmente assurde. Personaggi totalmente allo scoperto che non si prendono nemmeno una pallottola delle migliaia che gli vengono scaricate addosso da decine di agenti armati, quasi fossero supereroi dai poteri infiniti. E anche gli effetti digitali sono grossolani. In questo caos improvvisato e senza profondità, nemmeno Alarum si capisce bene cosa sia se non che si tratta di una minaccia per l'intero apparato d'intelligence a livello globale. E così anche il tema potenzialmente interessante come la ribellione nei confronti del sistema di intelligence finisce nel nulla.

Conclusioni

Nonostante il cast di grandi nomi, lo spy-thriller di Mike Polish affonda proprio sul piano della tensione e dell’intrattenimento, caratteristiche che avrebbero dovuto essere il suo forte. Invece a causa di una sceneggiatura piatta che finisce col penalizzare le già non convincenti interpretazioni, il tutto si risolve in una confusa matassa dove anche le scene di azione rasentano l’assurdità.

Movieplayer.it
1.5/5
Voto medio
1.0/5

Perché ci piace

  • Lo spunto delle spie che per amore vogliono mollare quel mondo.

Cosa non va

  • Una sceneggiatura sconclusionata e confusa.
  • Interpretazioni in gran parte svogliate.
  • Scene di azione ai limiti dell’assurdità.
  • Un finale inutilmente zuccheroso.