Se pensiamo a uno dei migliori horror visti quest'anno, non è un film o una serie a venirci in mente, ma un videogioco, quello prodotto da Remedy di cui vi parliamo in questa recensione di Alan Wake 2, sequel di quel titolo che già nel 2010 ci aveva intrigati, e spaventati, con la storia dello scrittore che ne è protagonista e di una realtà macchiata da un'oscurità che minaccia di stravolgerla. Un sequel, disponibile dal 27 Ottobre per PC, PS5 e Xbox Series X/S, che ci sentiamo di promuovere perché è nostra abitudine concentrarci soprattutto sulla struttura narrativa dei giochi che prendiamo in esame e abbiamo individuato delle mancanze di Alan Wake 2, o quantomeno le sue caratteristiche che possono dividere, sul versante del gameplay e di alcune meccaniche che possono risultare ripetitive. Ma sulla storia, i personaggi che la animano, l'atmosfera e i brividi che ci ha fatto provare... beh, da questo punto di vista non abbiamo molto da criticare.
Tredici anni dopo
Sono passati tredici anni da quanto visto in Alan Wake, un lungo intervallo di tempo dopo il quale va a collocarsi la storia carica di tensione che andremo a vivere. Torniamo a controllare il personaggio del titolo, lo scrittore che avevamo imparato a conoscere, ma non solo lui. Perché tutto parte da un brutale omicidio e dall'agente FBI incaricata di indagare sul caso: Saga Anderson, l'altro personaggio che ci troveremo a guidare passo passo verso la risoluzione di un mistero che si fa sempre più cupo, spettrale, intricato e affascinante man mano che lo si affronta e si procede con la sua risoluzione. Non scenderemo nei particolari, non forniremo molti dettagli di come si dipana la vicenda, ma ci limiteremo spiegare l'approccio che Alan Wake 2 ha alla sua storia: si parte con Saga, ci si ritrova poi a controllare anche Alan, ma le loro storyline non vanno necessariamente seguite in successione perché parallele e parzialmente autonome dal punto di vista del gameplay, dei puzzle da risolvere e le scoperte da effettuare. Si può passare da una all'altra e il giocatore è per lo più libero di affrontarle nell'ordine che preferisce.
Realtà che si sovrappongono
Due linee parallele, quindi, che a tratti si incontrano, così come le diverse realtà che si sovrappongono, che si contaminano, tra flash improvvisi, ricordi (veri o fittizi che siano), pagine strappate a una storia che viene scritta e che può influenzare la realtà stessa in cui i personaggi si muovono, resa con una cura grafica notevole, intelligente e fluido uso del live action, lavoro sulle inquadrature e attenzione ai dettagli. Una complessità narrativa stratificata e suggestiva, che cattura il giocatore tra le sue maglie e rende veramente difficile abbandonare il pad e uscire dalla storia di Alan Wake 2 per tornare alla propria rassicurante quotidianità. Questo nonostante un approccio al gioco e la sua indagine che può risultare alla lunga ripetitivo, che nella fase investigativa si limita alla disposizione di indizi trovati in giro sulla lavagna mentale di Saga per permetterle di generare le proprie deduzioni.
Una meccanica di gioco che lascia dubbiosi nelle prime fasi di gioco, ma passa in secondo piano quando ci si convince che la forza del gioco Remedy è altrove, quando si arriva alla consapevolezza definitiva di trovarsi al cospetto di una delle migliori storie dell'orrore degli ultimi tempi, che non sfigurerebbe nella lista dei migliori film da guardare ad Halloween, che si concretizza a schermo in una direzione artistica perfetta per il suo scopo, tra atmosfere opprimenti, location progettate alla perfezione, lavoro impeccabile su personaggi ricchi di sfumature: sia Saga che Alan sono figure approfondite con cui è facile empatizzare e di cui è travolgente essere partecipi, ma sarebbe semplicistico ridurre soltanto a loro due l'ottimo lavoro di scrittura svolto, che riesce a dar corpo e anima anche ai personaggi di contorno con i quali incrociamo il cammino.
Tra Twin Peaks e X-Files?
Da Cauldron Lake a Bright Falls passando per Watery e gli altri ambienti in cui ci troviamo a muoverci (spettrale in modo adorabile il parco a tema Coffee World, che ci fa interrogare sul perché nessuno abbia mai pensato a realizzare un luogo del genere dedicato al caffè) tutto il mondo di Alan Wake 2 ha la stessa cura e trasmette la stessa sensazione di omaggiare un certo tipo di produzione audiovisiva: è evidente il riferimento a Twin Peaks, esplicito anche nella scelta dell'inquadratura che accompagna l'arrivo a Bright Falls, così come è chiaro che si ammicchi a X-Files per un certo tipo di indagine al limite del soprannaturale, ma è anche kinghiano tutto l'approccio al racconto e il lavoro sulla figura dello scrittore che ne è al centro.
Insomma Alan Wake 2 è la storia horror perfetta per questa Halloween 2023, un videogioco che lavora sulla tensione come pochi e che farà la gioia di chi ama le esperienze videoludiche più spaventose. A tutti gli altri, a quelli che soffrono i giochi di questo tipo, consigliamo in ogni caso di stringere i denti e affrontare le proprie paure, perché ne vale veramente la pena.
Conclusioni
La recensione di Alan Wake 2 non può che chiudersi con un brivido, quello che insieme a diversi jump scare e tensione palpabile ha accompagnato il nostro cammino insieme allo scrittore protagonista e l’agente FBI che gli si muove in parallelo in questa nuova avventura. Atmosfera perfetta (aiutata dall’ottimo livello artistico e tecnico del gioco Remedy), personaggi che vien voglia di approfondire e un intreccio che cattura e tiene incollati al pad. Il livello di dettaglio, sia visivo che narrativo, del sequel di Alan Wake è tale da accompagnarci, di restare lì nascosto in qualche anfratto dei nostri ricordi anche a fine corsa. Pronto a riemergere nei nostri incubi, come solo i grandi horror sanno fare.
Perché ci piace
- La storia, il vero, grande punto di forza di Alan Wake 2.
- L’atmosfera generale, sostenuta da una direzione artistica perfetta per l’impianto narrativo scelto.
- Il lavoro sui personaggi, sia i due protagonisti Saga ed Alan che gli NPC che si incontrano durante il cammino.
- Le location e i riferimenti a grandi titoli di cultura popolare, come Twin Peaks e X-Files.
Cosa non va
- L’esperienza di gioco, per quanto coraggiosa e molto intrigante, può però risultare ripetitiva alla lunga.