Agente Cricchetto al servizio segreto di sua Maestà
Il concetto di sequel mal si adatta all'ideologia di fondo che anima la Pixar, senza dubbio la più geniale e innovativa fucina d'animazione (occidentale) contemporanea, che si basa sull'idea di unicità dell'opera animata, ben distante dalla redditizia politica dei prodotti realizzati in serie che ha fatto la fortuna di società concorrenti come Dreamworks e Blue Sky Studios. Si spiega dunque facilmente come gran parte dei fan aveva accolto con molta diffidenza l'annuncio che la casa ormai di proprietà della Disney avesse intenzione di realizzare i seguiti di alcuni lungometraggi di successo, come Toy Story, Cars e Monsters & Co.. L'uscita del meraviglioso Toy Story 3 ha però dimostrato come la Pixar, anche in questo ambito, riesca a distinguersi nettamente dalle major rivali, scongiurando l'ipotesi di un semplice sfruttamento commerciale di un marchio. La stessa cosa può dirsi anche di Cars 2 che, pur riprendendo i personaggi più popolari e le situazioni più divertenti del film del 2006, può considerarsi a tutti gli effetti un titolo a sé stante, caratterizzato da un'impostazione, anche in riferimento al genere, del tutto autonoma rispetto al precedente.
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Il modello di riferimento è, ovviamente quello di 007 e affini (non per niente il personaggio della spia Finn McMissile è modellato sulla mitica Aston Martin di James Bond ed è doppiato in originale da Michael Caine), del quale vengono ripresi anche i continui cambi di location (nel film si passa da una scintillante Tokyo a una pittoresca località italiana immaginaria, Porto Corsa, cui si aggiungono una Parigi "Ratatouilliana" e una Londra "Bondiana"). Qui fanno la loro comparsa nuovi personaggi, tra cui il campione italiano Francesco Bernoulli (doppiato in originale da John Turturro e nella versione italiana da Alessandro Siani con un macchiettistico accento partenopeo), e l'assistente spia Holley Shiftwell (cui presta la voce italiana Paola Cortellesi).
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Tuttavia la linearità dell'intreccio investigativo, di cui è facile intuire il colpo di scena finale, e la semplicità delle situazioni comiche hanno come principale destinatario il pubblico più giovane. Gli adulti saranno attratti soprattutto dalla meraviglia visiva e dal poderoso sforzo tecnico, cui la Pixar ha ormai abituato nel corso degli anni. In questo caso è da aggiungere anche l'innovazione del 3D che, proprio come in Toy Story 3, è impiegato in maniera poco invasiva, a volte al limite del percettibile, e si limita a conferire una maggiore profondità di campo alle inquadrature, soprattutto durante gli inseguimenti automobilistici.
Ciliegina sulla torta è il consueto cortometraggio di apertura, il piacevole Vacanze hawaiane, che riprende l'universo di Toy Story 3, incentrato sull'esilarante coppia Barbie e Ken alle prese con il desiderio di una vacanza esotica.